Si definiscono e si chiariscono le posizioni strategiche degli attori in campo in vista dello sprint finale, o almeno si spera, nell’annosa problematica del complesso termale di Sciacca, chiuso ormai da oltre cinque anni. Si avvicina, infatti, il momento di rimettere mano al bando di gara per l’affidamento e questa volta, sembrerebbe, con delle novità.
Iniziamo dal Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca, che è stato una sorta di protagonista principale nel periodo precedente il lockdown, con il merito di aver mobilitato l’attenzione di una cittadinanza silente sull’imprescindibile necessità di una nuova e diversa valorizzazione del patrimonio termale di Sciacca, portando anche a fattor comune il contributo di argomentazioni e proposte frutto di un’approfondita conoscenza e studio della materia.
La sua estrazione è unicamente civica, facendone parte Associazioni (Cittadinanzattiva, l’Altra Sciacca, Agesci, Circolo di Cultura, Italia Nostra, Rotary Club, WWF, AVULSS e sportello del volontariato tra le altre), sindacati (Camera del Lavoro, Confedersia), Comitati di quartiere e singoli cittadini (tra cui spicca il nome di un ex sindaco di Sciacca, l’avv. Ignazio Cucchiara). Il Comitato Civico ha agito molto anche a livello social per favorire la sensibilizzazione della cittadinanza sulla tematica termale e il suo sito web ha superato i due mila follower. Ha voluto assumere questa denominazione per evidenziare l’importanza strategica in sé del bacino idro – termale di Sciacca (il vero patrimonio sono le acque, i fanghi, i vapori termali) a prescindere dal patrimonio immobiliare ordinariamente identificato come “le TERME” e dalle precedenti e deficitarie modalità di gestione.
Con riferimento al nuovo avviso pubblico di gara i punti chiave della proposta del Comitato Civico sono due:
- occorre in primis affidare la preparazione del bando ad una società altamente specializzata in materia, il cosiddetto ADVISOR, che sia in grado non solo di elaborare un contenuto adeguato alle esigenze del mercato ma anche di individuare sul mercato nazionale ed internazionale gli imprenditori più qualificati potenzialmente interessati a gestire un complesso termale come quello di Sciacca, ai quali sottoporre e far conoscere bene questa possibilità di investimento
- occorre in secondo luogo presentarsi sul mercato con un unico bando, nel quale venga data preferenza assoluta alle offerte che riguardino l’intero complesso termale, costituendo tale tipologia di investitore la migliore garanzia per far fare un autentico salto di qualità al turismo termale di Sciacca; in subordine lo stesso bando dovrebbe consentire di presentare offerte anche relative a singoli beni del complesso immobiliare termale, offerte che verrebbero prese in considerazione solo in mancanza di adeguate offerte per l’intero complesso.
Un secondo attore in campo è l’associazione culturale e politica denominata “ Sciacca Terme Rinasce”, nata come una germinazione del tavolo tecnico sulla bozza del bando di gara a suo tempo organizzato dall’ex sindaco avv. Ignazio Messina e dalla sua “Ora Basta!”
La presiede il dr. Carmelo Sciumè, primario ospedaliero, e ne fanno parte tra gli altri nomi noti come quelli dell’ex direttore amministrativo dell’Azienda Terme di Sciacca ed ex consigliere comunale dr. Alfredo Ambrosetti e l’ex assessore e consigliere comunale arch. Michele Ferrara. La sinergia di “Sciacca Terme Rinasce” con le posizioni dell’avv. Ignazio Messina in tema di problematica termale è apparsa evidente e in ogni caso trasparente.
Questo gruppo ho posto recentemente il seguente punto chiave della propria visione e proposta:
- frazionamento dell’intero patrimonio di immobili ed impianti (il cosiddetto “spezzatino”) con gare diverse per ciascuna delle strutture, sempre con il sistema dell’evidenza pubblica, e quindi con possibilità di assegnazione singola di ognuna delle strutture ricettive, sanitarie e ludiche facenti parte del complesso termale di Sciacca.
L’associazione “Sciacca Terme Rinasce” ha inoltre fatto presente di ritenere che non è più il tempo delle divisioni, ma piuttosto di una visione unitaria e di un’azione comune fatta di attenzione, volontà, competenza ed impegno comune.
In effetti ci sono stati recentemente incontri informali tra il direttivo del Comitato Civico e l’associazione capeggiata da Carmelo Sciumè, ma si è dovuto prendere atto che mancava nella sostanza proprio una visione unitaria: il Comitato Civico infatti, pur non respingendo la possibilità di un “frazionamento”, ritiene strategico lasciare contestualmente aperta in via preferenziale la possibilità dell’offerta per l’intero complesso termale, in quanto suscettibile di assicurare in prospettiva maggiori possibilità di sviluppo turistico di qualità alla città di Sciacca.
Da parte del direttivo del Comitato Civico si era peraltro dichiarata ampia disponibilità ad accogliere anche l’associazione “Sciacca Terme Rinasce” nel novero delle associazioni componenti il Comitato Civico stesso, offerta comunque declinata dal dr. Sciumè.
Se queste sono, chiaramente, le voci e le proposte che provengono dalla base, non altrettanto esplicita appare la posizione in materia del Comune di Sciacca.
Il Consiglio Comunale non si è mai espresso in materia, e nell’unica occasione avuta, il consiglio comunale aperto sulla problematica termale, la maggior parte dei consiglieri ha disertato la seduta.
L’amministrazione comunale, e per essa il sindaco Francesca Valenti e l’assessore al turismo Sino Caracappa, ha finora preferito seguire, più o meno, le orme tracciate dalla Presidenza della Regione e dall’assessore all’economia Gaetano Armao, veri e propri attori principali della rappresentazione termale sciacchitana (per la verità Musumeci più di Armao).
Perché Nello Musumeci, ed è questa la novità più o meno reale delle ultime ore, avrebbe un asso nella manica che è pronto a tirare giù sul tavolo da gioco, con buona pace delle proposte di Comitato Civico Patrimonio Termale, associazione Sciacca Terme Rinasce e Ora Basta di Ignazio Messina. E il Comune come sempre si adeguerà.
Si sussurra infatti che le Terme di Sciacca potrebbero avere un destino comune alle Terme di Acireale, nella direzione di un unico riferimento imprenditoriale, già di massima individuato, che avrebbe la capacità di prendere in affidamento entrambi i complessi termali: e ciò nel quadro di una complessiva politica regionale sul turismo orientata verso la destagionalizzazione dei flussi turistici, che sul turismo termale di qualità e del benessere dovrebbe far perno.
Saranno veritiere queste anticipazioni sottovoce (si fa per dire) delle ultime ore? E se fossero vere, sarà un bene o l’ennesimo bluff per il termalismo di Sciacca, che già con la Sitas ha pagato pegno amaramente?
I prossimi giorni, o forse i prossimi mesi, ci diranno la verità.
Una analisi serena, chiara e puntuale della situazione attuale delle terme che speriamo trovi risoluzione al più presto.
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