Insieme si può. E’ una battaglia da vincere tutti insieme.
E’ questa la volontà e anche la convinzione emersa dalla riunione (on line) congiunta del Consiglio Comunale, dell’amministrazione comunale, della deputazione politica regionale e nazionale, del Comitato Civico e delle altre associazioni impegnate sul fronte della problematica termale.
Un incontro nato dall’iniziativa del Comitato Civico Patrimonio Termale e che sembra aver pienamente raggiunto il suo scopo: tutti hanno parlato una stessa lingua, tutti si sono riproposti con forza di percorrere insieme la strada, piena di ostacoli, che conduce al salvataggio e alla valorizzazione del patrimonio termale di Sciacca.
Una riunione che ha rappresentato la base di partenza di una fase nuova, la possibilità di un gioco di squadra per vincere, un incontro produttivo nei modi, nei toni e nei contenuti come lo ha definito il Sindaco.
“Come voleva e come sperava il Comitato Civico”, è il commento del suo Coordinatore, Franco Zammuto.
Iniziamo dai partecipanti, perché in certe occasioni anche la presenza è un segnale politico forte: il Presidente del Consiglio Montalbano e i consiglieri Elvira Frigerio, Cinzia Deliberto, Carmela Santangelo, Teresa Bilello, Calogero Bono, Simone Di Paola, Giuseppe Milioti, Alberto Sabella, Alessandro Curreri, Salvatore Monte, (il consigliere Fabio Termine ha inviato una lettera per motivare la propria assenza e manifestare approvazione per la bozza di documento predisposta dal Comitato Civico); il Sindaco Valenti e gli assessori Mondino, Bacchi, Venezia e Caracappa; i deputati regionali La Rocca, Catanzaro e Mangiacavallo; l’assistente del senatore Marinello, Nicolò Di Raimondo; Zammuto e Porrello per il Comitato Civico; Ferrara e Ambrosetti per l’associazione Sciacca Terme Rinasce; Caterina Santangelo per l’associazione Ora Basta.
E’ emersa con forza la consapevolezza e l’esigenza che il “territorio”, comprensivo delle forze politiche-sociali-economiche della città e anche dei sindaci dell’intero territorio, venga ascoltato dalla Regione e per essa in primis dal Presidente Nello Musumeci, e diventi parte realmente attiva del percorso di salvataggio e valorizzazione del patrimonio termale.
Ma la Regione ascolta il territorio se quel territorio sa farsi sentire ed ascoltare, ha detto il consigliere Di Paola, ed eco quindi che è necessaria una definitiva presa di coscienza della comunità cittadina e una voce forte di tale comunità che si innalzi in modo unitario per fare proposte e pretendere risposte.
Ci si è trovati d’accordo anche sulla consapevolezza che il problema termale di Sciacca è innanzitutto politico, prima ancora che tecnico relativamente agli aspetti di un possibile nuovo bando. Appare ormai fin troppo chiaro che a livello regionale non c’è la volontà politica di riavviare le Terme, appare chiaro che non si vuole andare avanti. La città è trattata come uno zerbino, ha detto la consigliera Frigerio, ed è proprio così. C’è una distanza abissale tra il livello regionale e quello locale: questa distanza occorre colmarla per far cambiare strada alla Regione e far diventare il problema termale di Sciacca una priorità nell’agenda politica regionale prima che sia troppo tardi (tra due anni le nuove elezioni).
Ma potrebbe anche essere il momento giusto per giocarsi una carta nuova, a livello politico più alto, quello nazionale, con i fondi europei che in funzione della pandemia affluiranno tramite il Recovery Fund allo Stato/Regioni per lo sviluppo economico ed eco-sostenibile dei territori.
Ma un punto fermo, come ha sottolineato il Sindaco nel suo intervento finale, dovrebbe ormai essere quello che un nuovo bando sia inclusivo di un significativo intervento della Regione, che al punto in cui siamo dovrebbe metterci del suo in termini di investimento economico e finanziario, come peraltro già fatto con Acireale.
Tutte chiacchere e parole inutili?
La sensazione forte è che questa volta si voglia davvero fare sul serio e quindi far seguito con passaggi anche concreti: il primo consiste nella decisione di richiedere che il Presidente della Regione partecipi ad un incontro aperto a tutte le forze politiche, sociale ed economiche del territorio affinché dia finalmente una risposta ai tanti interrogativi che rimangono sospesi ormai da troppo, ascolti le proposte del territorio sulla materia termale e assuma impegni politici e tecnici ben precisi sotto forma di un ben definito cronoprogramma da qui alle elezioni regionali.
Il Comitato Civico Patrimonio Termale ha sottoposto ai partecipanti alla riunione una bozza di documento unitario contenente tra l’altro questo invito al Presidente della Regione a confrontarsi con il territorio e a rispondere a tutti gli interrogativi importanti che attengono alla questione termale (in coda riportiamo questo documento): tutte le forze politiche consiliari, gli amministratori, i deputati regionali e le associazioni presenti hanno espresso condivisione sui contenuti di tale documento.
Lunedì sera il documento sarà sottoposto alla deliberazione del Consiglio Comunale, riunito nella sua forma ufficiale, e con le eventuali integrazioni che dovessero pervenire, in modo che la richiesta parta per Palermo rafforzata da questa valenza deliberativa ufficiale e con l’adesione dell’amministrazione comunale, della deputazione regionale del territorio e della forze sociali e civiche che stanno attivamente promuovendo questa battaglia della città di Sciacca alla riconquista del suo bene più prezioso, il patrimonio termale.
BOZZA DI DOCUMENTO UNITARIO PROPOSTA DAL COMITATO CIVICO PATRIMONIO TERMALE
La città di Sciacca, nelle sue più diverse componenti politiche e sociali, unitariamente solleva il proprio incondizionato NO ad una dissennata politica regionale che ha espropriato Sciacca della risorsa più preziosa che madre natura le ha donato, il patrimonio termale di acque e di grotte vaporose sul monte San Calogero.Le Terme sono chiuse da oltre 5 anni e tale chiusura ha rappresentato l’epilogo di una ultra cinquantennale gestione fallimentare da parte della Regione. Con la chiusura la situazione si è tuttavia ulteriormente aggravata, perché nelle more della programmata e mai avvenuta privatizzazione il liquidatore della società Terme di Sciacca SpA non ha provveduto ad alcuna manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e degli immobili, ragion per cui il loro stato si è gravemente deteriorato.Alcune sorgenti di acque termali nel tempo sono andate perdute, dopo una storia millenaria di straordinari benefici curativi, e quelle superstiti si disperdono oggi, inutilizzate, a mare o nelle viscere del suolo.L’art. 21 della legge regionale n. 11 del 12 maggio 2010 aveva avviato il percorso di privatizzazione del termalismo siciliano attivando le procedure di liquidazione delle società che fino a quel momento lo avevano malamente gestito e disponendo che tramite lo svolgimento di una gara a evidenza pubblica fosse affidata a soggetti privati la gestione e la valorizzazione dei complessi termali di Sciacca ed Acireale, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrotermali.Dopo 10 anni nulla di ciò è stato fatto.Neanche dopo la chiusura totale del complesso termale la Regione ha mostrato maggior cura e interesse a risolvere una problematica che si è fatta di giorno in giorno più pesante.La città di Sciacca è oggi consapevole che è arrivato il momento di scendere in campo, tutti uniti, per salvare il proprio patrimonio termale e pretendere dalla Regione che si creino tutti i presupposti per la sua più adeguata e moderna valorizzazione. E’ arrivato il momento di capire se esiste una concreta volontà politica di risolvere i problemi del termalismo siciliano, per farne un valore aggiunto di sviluppo turistico e quindi un importante fattore di destagionalizzazione dei flussi turistici.Non è più tollerabile questo continuare a perder tempo e questo non fare le cose che andrebbero fatte.
Per questo la città di Sciacca chiede al Presidente della Regione Siciliana, On. Le Nello Musumeci, e a tutti i capi gruppo politici dell’ARS di venire Sciacca per incontrarvi le forze sociali e politiche e dare una risposta esaustiva ai seguenti interrogativi:
- Perché l’avviso di gara pubblica per la concessione in affidamento a privati del complesso termale di Sciacca non è stato prorogato alla scadenza del mese di luglio, considerato che nelle more era scoppiata la pandemia?
- Perché non si affida la preparazione del bando e la sua veicolazione presso gli imprenditori nazionali e internazionali suscettibili di interesse ad un “advisor” altamente specializzato, con la conseguenza concretamente verificata che per come si è fatto finora neanche Federterme era a conoscenza dell’ultimo bando andato deserto?
- Perché dopo … anni non si è conclusa la liquidazione della società Terme di Sciacca SpA e quando si concluderà?
- Perché dopo tanti anni non si riesce a portare a termine la procedura di corretto accatastamento di tutti i beni immobili che compongono il complesso termale di Sciacca?
- Quali “migliorie” rispetto all’ultimo avviso pubblico di gara intende apportare la Regione per rendere più appetibile il bando nei riguardi del mercato imprenditoriale privato?
- La Regione intende intervenire con risorse finanziarie proprie per riparare i guasti ingenti che gli impianti e gli immobili hanno subito a causa della mancanza di ogni manutenzione in questi cinque e più anni di chiusura?
- Esiste un piano B nel caso in cui l’imprenditoria privata, debitamente cercata e portata a conoscenza, dovesse continuare a mostrarsi non interessata?
- La Regione intende assumersi la responsabilità politica di un piano organico per rilanciare il turismo termale siciliano, sociale e del benessere, garantendo un cronoprogramma di passaggi tecnici e politici per realizzare quest’obiettivo importante e con esso il rilancio delle Terme di Sciacca?
Restiamo tutti in attesa che il Presidente della Regione siciliana venga a renderci visita, convincendoci con le sue risposte e con gli impegni che vorrà assumersi della reale volontà del governo e della politica siciliana di salvare il patrimonio termale di Sciacca e dell’intera Sicilia.
Ben fatto, continuiamo uniti e compatti senza mai abbassare la guardia, portiamo avanti questa lotta per il bene della nostra città e per i nostri figli.
Occorre pretendere una ricognizione , dettagliata , che individui i danni degli impianti e degli edifici termali e stimi
tutti i lavori di ripristino e di manutenzione straordinaria necessari. Su questo bisogna essere piu’ incalzanti e pignoli nel chiedere immediati provvedimenti e concrete delibere. Potrebbe essere utile e di stimolo la offerta di collaborazione di tevnici locali e degli ordini professionali.