Neanche il più fantasioso degli sceneggiatori avrebbe mai potuto inventarsi un suicidio strampalato come quello messo in atto dal Consiglio Comunale di Sciacca ai danni di sé stesso all’una di notte del….

Rivediamo quanto avvenuto nei suoi diversi passaggi, per comprenderne l’assoluta anomalia.


All’ordine del giorno del Consiglio c’era l’approvazione del rendiconto finanziario 2019, predisposto dall’amministrazione comunale. La scadenza è perentoria, perché stabilita dal commissario regionale ad acta già nominato dalla Regione presso il Comune di Sciacca proprio perché l’organo consiliare non aveva provveduto ad approvare il consuntivo di bilancio nella tempistica ordinaria prevista dalla normativa.

Quando i 23 consiglieri comunali si ritrovano riuniti (mancava la sola Cinzia Deliberto) sanno tutti benissimo che se nella votazione sul consuntivo i SI non dovessero prevalere il consiglio comunale sarà per legge prima sospeso e poi sciolto, mentre il Sindaco e la sua giunta rimarranno in carica.

Voci di corridoio sussurrano che non tutti i consiglieri comunali dell’opposizione fossero concordi sulla bocciatura del consuntivo per motivi prevalentemente politici, quindi è possibile che si sia entrati “in aula” un pò in ordine sparso.

Vero o non vero, quando si arriva alla votazione gli 8 consiglieri presenti del centro-destra votano compatti NO e ad essi si aggiungono i due Cinquestelle e il consigliere di Mizzica. Arriviamo quindi a 11 NO.

Dall’altra parte della barricata ci sono invece 11 SI, perché agli 8 consiglieri pro Valenti si aggiungono i tre cusumaniani.

Diventa quindi decisivo, per l’approvazione o meno dell’atto il voto, il ventitreesimo consigliere presente, che è Paolo Mandracchia, un ex della maggioranza Valenti e della sua giunta.

E come in ogni buon thriller che si rispetti avviene il colpo di scena, perché il consigliere Mandracchia si si astiene e così prevalgono i NO (per regolamento). 

Il voto certifica il TUTTI A CASA del consiglio comunale, ovvero il suicidio politico di un’intero consiglio comunale, mentre rimarrà in carica ” l’avversario ” di chi ha votato NO, ossia la giunta Valenti.

Non abbiamo francamente idea di quante ore ci abbiano messo i protagonisti di questo maldestro atto a rendersi conto di averla fatta grossa, fatto sta che la mattina seguente per correre ai ripari i 9 consiglieri comunali del centro-destra più Paola Mandracchia presentano via pec una mozione di sfiducia contro il Sindaco con carattere di urgenza, atto chiaramente preparato da tempo e conservato in un cassetto.

Il fatto è che con questa richiesta all’ultimo respiro viene affidata alla decisione del Presidente del Consiglio (che politicamente è schierato con il sindaco Valenti) ogni residuale possibilità di fare in tempo a votare la mozione prima che arrivi il provvedimento di sospensione, ferma la necessità dii trovare gli altri 5 voti necessari per farla approvare e far decadere così anche sindaco e giunta, ovviando al madornale errore commesso.

Ci chiediamo: perché questa stessa mozione di sfiducia non è stata presentata con largo anticipo, in modo di andarla a votare prima del consuntivo 2019? oppure ancora, perché non è stato espresso un voto positivo e di carattere puramente tecnico che consentisse l’approvazione del consuntivo, per poi un minuto dopo andare a presentare l’atto politicamente rilevante della mozione di sfiducia, rendendola a quel punto del tutto svincolata da tempistiche dipendenti dalla  decisione e dalla volontà della presidenza del consiglio?

La mattina dopo il commissario ad acta della Regione ha immediatamente provveduto ad approvare il consuntivo 2019 che era stato bocciato dal consiglio comunale e ad avviare la procedura di sospensione/scioglimento.

Siamo ragionevolmente certi non fosse nei desiderata dell’opposizione che la giunta Valenti rimanesse in carica senza il consiglio comunale e quindi senza quella funzione di controllo e di indirizzo politico che l’organo consiliare è tenuto a svolgere. 

Qualcosa evidentemente è andato storto, i conti sono stati fatti male, è mancata una guida strategica dell’ultimo minuto e la conseguenza di questo pasticcio è stata un suicidio politico “strampalato” che fa rimanere la città senza consiglio comunale e fa rimanere in sella l’amministrazione Valenti, se come sembra del tutto probabile la mozione di sfiducia non riuscirà ad essere trattata.

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