Continua ad essere in pieno fermento il “dietrolequinte” in quel teatro dell’assurdo che da qualche giorno è diventata la politica sciacchitana.
Dopo il suicidio politico del consiglio comunale, che votando NO al rendiconto finanziario 2019 ha mandato a casa sé stesso e lasciato in carica il sindaco Francesca Valenti e la sua giunta, dieci consiglieri comunali hanno, come sappiamo, presentato una mozione di sfiducia al Sindaco, cercando di correre ai ripari e di riuscire a mandare a casa anche l’amministrazione comunale per il rotto della cuffia.
I dieci firmatari hanno prima richiesto e poi intimato al presidente del Consiglio Comunale di far trattare la mozione al primo giorno utile, quindi l’undicesimo dopo la presentazione, nel tentativo disperato di precedere temporalmente l’arrivo del decreto di sospensione e sulla base del presupposto che, prima di tale arrivo, il consiglio comunale rimane nel pieno dei suoi poteri.
Sul fronte opposto il sindaco Francesca Valenti ha ribattuto, facendo anche leva sulla propria professionalità di avvocato, che il consiglio comunale doveva intendersi ormai normativamente sospeso (in attesa del successivo decreto di scioglimento), sin dal momento stesso in cui aveva compiuto l’atto di respingere l’approvazione del rendiconto di gestione, ragion per cui il decreto di sospensione avrebbe una valenza soltanto dichiarativa e il consiglio comunale non può più riunirsi e deliberare.
In effetti la materia, squisitamente giuridica e normativa, non è delle più semplici, come ha chiaramente illustrato in un’intervista l’ex sindaco avv. Ignazio Cucchiara, a causa di una normativa regionale molto contraddittoria.
Già quindi si delineavano scenari di possibile contesa giuridico-amministrativo, sempreché il presidente Montalbano (politicamente schierato con il sindaco) fosse stato disponibile a convocare il consiglio e a farlo prima dell’arrivo del decreto di sospensione.
Nella giornata di ieri si è diffusa invece negli ambienti politicamente vicini al sindaco Valenti la notizia che il decreto di scioglimento da parte dell’assessore regionale alle autonomie locali fosse già in procinto di arrivare, probabilmente nella giornata di oggi, quasi a tagliar la testa a qualsiasi contrapposizione di vedute
A questa anticipazione, ripresa ieri sera da un giornale on line, replicano oggi in questi termini i consiglieri comunali che hanno sottoscritto la mozione di sfiducia (Bono, Milioti, Bentivegna, Monte, Cognata, Caracappa, Maglienti, Santangelo e Deliberto):
“ Dalle dichiarazioni del Signor Sindaco di Sciacca e del suo Assessore Leonte pensiamo, e nessuno ce ne voglia male, che qualcuno abbia già gli estremi del decreto di sospensione del consiglio comunale di Sciacca e che qualcuno abbia sollecitato per accelerare repentinamente questo decreto. L’assessore regionale alle autonomie locali sembrerebbe infatti correre, anche troppo. Invitiamo l’assessore Leonte a riflessioni più sagge, più orientate al perché sia avvenuta, ad esempio, una totale deflagrazione del suo gruppo. Lo ribadiamo a chiare lettere: nessun errore numerico, nessun conto sbagliato da parte nostra. È intollerabile, a prescindere, che un consigliere comunale di opposizione debba, per salvare il proprio ruolo, votare un documento finanziario che disapprova per ragioni tecniche e politiche. È sia ben chiaro, al Signor Sindaco ed al suo gruppo di pseudo sostenitori, che il rendiconto di gestione trova la sua bocciatura a causa della totale dissoluzione della maggioranza che sosteneva questa amministrazione. Maggioranza consiliare = approvazione degli atti. Qualcuno, di ampia e duratura esperienza consiliare, era probabilmente convinto che avrebbe prevalso l’attaccamento alla poltrona. Sbagliato! Qualche pseudo politico illibato sperava, invece, di lasciare il cerino in mano ad altri, così da uscirne vittorioso gettando, poi, il giorno dopo, la colpa dell’ approvazione ad altri colleghi. Adesso basta! Fin quando il decreto di sospensione, figlio di una legge balorda, non giungerà in Comune, questo consiglio comunale è e rimane nel pieno delle sue funzioni. Siamo consapevoli della scelta fatta e che qualcuno (chi se la sente stringa i denti) dovrà a breve fare i conti con la propria dignità politica. “Non è ancora il tempo delle conclusioni ma è assolutamente certo che ciascuno di noi sarà libero di far valere le proprie ragioni in ogni sede. Infine, un piccolo appunto nei confronti della attuale presidenza del consiglio comunale: la peggiore di tutti i tempi, la più “di parte” della storia politica della nostra città. Resta sulla testa del Sindaco un atto importante: la Mozione di sfiducia, atto che sancirebbe la fine di un’esperienza politica iniziata male e finita peggio”.
Fin qui il comunicato odierno del centro-destra.
Arriverà oggi o in settimana il decreto di sospensione?
Una cosa è certa, la città di Sciacca, in un periodo storico così drammatico, di tutto aveva bisogno tranne che di questo suicidio politico del consiglio comunale e di una sindacatura che potrà continuare per conto suo l’avventura amministrativa in solitario.