Sono le ore 10 di una splendida giornata di sole, come solo in terra di Sicilia può accadere a novembre. Sul viale delle Terme lo spettacolo che offre il mare di Camordino, con la suggestiva visione del porto dall’alto, è impareggiabile e si potrebbe dire che non ha uguali. Come non ha uguali il degrado che sta alle spalle di quel bellissimo paesaggio naturalistico, ossia lo stabilimento termale di Sciacca che sta andando in malora insieme a tutto il patrimonio termale della nostra città.
In questo luogo, dove bellezza naturalistica e abbandono della cosa pubblica si toccano con mano, l’ex sindaco Ignazio Messina ha convocato la stampa cittadina, tv locali, giornali on line e il nostro blog giornalistico. Puntualissimo (e già questa è una notizia…), Ignazio Messina si concede ai giornalisti accompagnato dai suoi fedelissimi delle associazioni “Sciacca Terme Rinasce” e “Ora Basta!”, sfoderando con la sua consumata capacità dialettica la notizia che ha motivato questo ulteriore sit-in dei “messiniani” davanti allo stabilimento termale: le due associazioni hanno presentato alla Procura Generale della Corte dei Conti di Palermo un esposto nel quale si chiede di verificare la sussistenza di responsabilità per danni erariali che ricadono sulla collettività, in relazione alla perdurante mancanza di ogni manutenzione del bene pubblico costituito dal patrimonio termale di Sciacca da parte della Regione siciliana (che ne è la proprietaria) e del liquidatore della società Sciacca Terme SpA.
“ E’ necessario non fermarsi e andare avanti – dice un Ignazio Messina che sembra già in campagna elettorale – e per questo abbiamo ritenuto di rivolgerci anche alla magistratura contabile, per far verificare se ci sono delle responsabilità”.
“Ma esiste un altro esempio al mondo – si chiede Ignazio Messina – dove stabilimenti termali, tre alberghi, piscine e un auditorium (il San Francesco) vengono abbandonati e tenuti chiusi? Ci deve pur essere qualcuno che se ne assuma la responsabilità!”.
“ Noi speriamo che la magistratura faccia il suo corso e finalmente chi ha questa responsabilità provveda intanto alle necessarie manutenzioni”.
“Prima ancora di pensare a reiterare il bando pubblico va manutenzionato l’intero patrimonio – sottolinea Messina – perché più lo si abbandona colpevolmente e lo si fa andare in rovina, più sarà difficile trovare qualcuno che sia interessato a gestirlo per intero o suddiviso in parti funzionali”.
“ Non verrà mai nessuno a gestire le nostre Terme – insiste Messina – se la Regione non ci mette del suo, ovvero le risorse per rimettere il patrimonio termale nelle condizioni di poter essere affidato, è questo il presupposto indispensabile ad evitare il definitivo depauperamento di un patrimonio che è dell’intera Sicilia”.
“C’è una volontà precisa di non fare funzionare le Terme? Noi non di fermeremo fino a quando le porte delle Terme non saranno riaperte” conclude l’ex sindaco.
“Con questo esposto abbiamo voluto gettare il classico sasso nello stagno – gli fa eco il dr. Sciumè, presidente di Sciacca Terme Rinasce – insieme al comitato civico e all’intera cittadinanza dobbiamo trovare un minimo comune denominatore per portare avanti questa battaglia per la riapertura delle nostre Terme. Non possiamo più consentire che un patrimonio di tal valore vada perduto, la Valle dei templi ha avuto 800 mila visitatori e qui a Sciacca solo le briciole. Attraverso la filiera del turismo termale potremmo riportare a Sciacca tanti giovani che adesso sono costretti lontani da Sciacca per mancanza di lavoro, tanta “intelligenza mediterranea” che potrebbe tornare a casa”.
Fin qui la conferenza stampa delle associazioni messiniane, alla quale ci permettiamo di aggiungere questa considerazione.
La richiesta di accertamento delle responsabilità per il danno erariale che il patrimonio termale sta subendo a causa della mancata manutenzione è cosa sacrosanta e riguarda appunto l’aspetto delle “responsabilità” giuridiche ed economiche del soggetto pubblico (società in liquidazione Sciacca Terme SpA, detenuta al 100% dalla Regione siciliana): ci sembra francamente improbabile che la magistratura decida di inoltrarsi su questa strada dell’accertamento di responsabilità in capo alla politica e all’amministrazione regionale, pur nella speranza che questo “sasso nello stagno” possa comunque smuovere le acque stagnanti e putride.
Continua tuttavia a meravigliarci il fatto che sembra esser già caduta nel dimenticatoio collettivo l’importanza che può avere, nel far fronte comune, la richiesta unitaria già inoltrata al Presidente della regione affinché si confronti in modo finalmente esaustivo con le forze politiche e sociali del territorio di Sciacca sulla problematica termale, rispondendo a tutti gli interrogativi contenuti nel documento deliberato all’unanimità dal consiglio comunale prima dello scioglimento.
In tale documento, sottoscritto anche dalle due associazioni che oggi hanno fatto sit-in, anche l’aspetto delle responsabilità per la mancata manutenzione risulta trattato, quindi dovrebbe essere prioritario per tutti riuscire ad avere una interlocuzione pubblica e approfondita con il Presidente Musumeci.
Ignazio Messina e i suoi fedelissimi hanno deciso di imboccare anche la strada dell’esposto alla magistratura, confidiamo quindi che ne venga fuori qualcosa di concreto. Ma Nello Musumeci perché continua a rifiutarsi di confrontarsi con il territorio di Sciacca sulla problematica termale?