L’immobile che si affaccia sulla piazza Mariano Rossi, già sede della Scuola d’Arte, fa parte del patrimonio comunale.
Ormai da tempo risulta chiuso e inagibile.
Ogni tanto vengono prospettate possibilità di riutilizzo con diversi scopi, perché l’immobile per la sua ottima posizione si presterebbe a molteplici destinazioni, ma poi tutto svanisce per la notoria difficoltà del Comune di Sciacca nel progettare opere pubbliche e nel trovare le fonti finanziarie per la realizzazione dei progetti.
Detto questo come premessa, vorrei focalizzare l’attenzione su un aspetto sicuramente marginale ma indicativo circa la mancanza di cura e di amore per tutto ciò che è bene pubblico, che è proprio di tutte le piccole cose che nella nostra città si potrebbero fare senza alcun costo e che invece non si fanno.
Sto parlando di quelle finestre lasciate aperte che vedete nelle foto.
Cosa ci vorrebbe a farle chiudere con le loro stesse imposte o con assi di legno?
Solo un po’ di attenzione e diligenza amministrativa direi, che non costerebbe nulla.
E invece no, rimangono sempre aperte.
La conseguenza è che l’immobile può diventare o è già diventato la dimora di piccioni e di altri volatili infestanti, che con i loro dannosi escrementi determinano, a lungo andare, una condizione di danno e di degrado aggiuntivo a quello già prodotto dalla inagibilità e mancato utilizzo dell’immobile.
Una situazione simile, ma direi ancor più grave, è quella dell’ex ospedale di Via Figuli, di proprietà questa volta dell’Azienda sanitaria provinciale. In quest’altro immobile dismesso, totalmente abbandonato al suo oblio, non ci sono solo tante finestre aperte ma anche varchi di ingresso che hanno consentito l’accesso a gente di diverse estrazioni per dimorarvi clandestinamente o vandalizzarlo.
Ci vuole davvero tanto a mettere efficacemente in protezione immobili che, sia pur al momento inutilizzabili, fanno comunque parte di un patrimonio pubblico e hanno quindi anche un valore economico da preservare?
Per questo si fa appello all’attuale assessore comunale al Patrimonio di Sciacca e al commissario straordinario dell’ASP Agrigento affinché intervengano, mettendoci quel po’ di “amore” che la cura del bene comune richiede.