Gli ex consiglieri comunali di Sciacca non demordono, e come dare loro torto?

In una nota congiunta con i loro omologhi di Siracusa, anche loro ex a causa di scioglimento del consiglio comunale decretato dalla Regione per la mancata approvazione del rendiconto di gestione 2019, i sudetti consiglieri comunali di Sciacca (e Siracusa), ricorrenti avverso i decreti di scioglimento dei rispettivi Consigli Comunali, “prendono innanzitutto atto della pubblicazione della legge sugli Enti locali, recentemente approvata dall’Ars, nel cui ambito è stato chiarito che la procedura di scioglimento del Consiglio Comunale da parte della Regione Siciliana può applicarsi solo nell’ipotesi di mancata approvazione del bilancio di previsione e non anche nel caso di non approvazione del rendiconto di gestione”.

Ciò premesso,rivendicano il peso della fondamentale battaglia che stanno portando avanti nell’interesse dell’assetto democratico delle assemblee consiliari, violato da provvedimenti di scioglimento adottati in carenza di norma di azione da parte della Regione. Ed il chiarimento interpretativo del legislatore regionale ne costituisce la riprova”.

“Tale profilo normativo – osservano – è stato acclarato da ben due Sentenze del TAR Catania e da un parere dello stesso Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana, che hanno inequivocabilmente espresso l’avviso secondo il quale in Sicilia, regione con competenza legislativa esclusiva in materia di enti locali, non può automaticamente applicarsi la correlata normativa nazionale”.

“Quest’ultima – aggiungono – oltretutto, non è perfettamente speculare a quella che si è voluto applicare in Sicilia, atteso che nel resto d’Italia, in caso di non approvazione del rendiconto di gestione, non decade solo il Consiglio Comunale ma anche il Sindaco”.

Per tali motivi i sottoscrittori dei ricorsi sia di Sciacca che di Siracusa, ” intendono continuare, nelle opportune sedi, la loro battaglia che, a prescindere dalla riappropriazione del ruolo di Consigliere Comunale, ha un significato molto più ampio, perché incide sulla insopprimibile esigenza che le comunità locali non vengano private dell’unico organismo assembleare democraticamente eletto e rappresentativo di tutte le forze politiche cittadine”.

Fin qui la nota congiunta, che ha sicuramente un valore politico importante in quanto prende posizione pubblicamente contro la situazione giuridicamente anomala, contraddittoria e perlomeno imbarazzante determinata da due recenti sentenze in materia, del tutto opposte, pronunciate daI TAR di Palermo e Catania, nonché dai contenuti normativi della legge regionale approvata di corsa pochi giorni addietro per evitare che si possano ripetere altri casi come quello di Sciacca e Siracusa,che hanno subito lo scioglimento del consiglio comunale mentre Sindaco e giunta sono rimasti in carica, per effetto della mancata approvazione del rendiconto di gestione.

Chi non mastica almeno un po’ diritto non potrà mai comprendere come una identica situazione possa avere due verità giuridiche, ma la realtà è questa.

Sicuramente uno schiaffo non solo al buon senso ma anche ad ogni tipo di logica politica e democratica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *