A legger bene la situazione ti viene da pensare a una gran presa per i fondelli, di cui la città di Sciacca è come sempre parte offesa.
Stiamo parlando della vicenda dell’Antiquarium Monte Kronio, che magari non attirerà l’interesse di una moltitudine di cittadini, che a me tuttavia sembra importante non solo per i suoi contenuti di carattere culturale e scientifico, ma anche perché espressiva di un modo di fare ancora una volta approssimativo ed affrettato che ha questa volta come protagonista la Regione siciliana.
Ritorno su questa vicenda alla luce dei contenuti di una relazione che il Direttore del Parco Archelogico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, Roberto Sciarratta, ha inviato al Dipartimento dei Beni Culturali del corrispondente Assessorato regionale, nella quale viene fornito al Direttore Generale Sergio Alessandro un aggiornamento sullo “stato di avanzamento dell’iter progettuale di riqualificazione dell’antiquarium Monte Kronio di Sciacca”, il tutto scaturito da una richiesta di notizie che l’On.le Matteo Mangiacavallo, del gruppo parlamentare all’ARS “ATTIVASICILIA”, aveva presentato al Dipartimento dei Beni Culturali per essere aggiornato su tale argomento.
Dalla lettura della relazione si apprende che il Parco Archeologico “ha completato il progetto dell’antiquarium con un percorso i cui elementi fondanti risiedono nella volontà di rendere attraente il nuovo allestimento, così da evitare eventuali ulteriori periodi di chiusura dello stesso e, oltretutto, permettere ai visitatori di avere un’esperienza didatticamente pregnante ed al contempo emozionante e, se possibile, anche divertente”.
Già soffermandosi su questa comunicazione introduttiva, c’è da mettersi le mani ai capelli non sapendo bene se per ridere o per piangere.
Se l’italiano non è un’opinione, il Direttore del Parco afferma (e non si hanno ragioni per ritenere che ci dica una cosa non vera) che l’iter progettuale per la riqualificazione dell’Antiquarium è nato al fine di “evitare ulteriori periodi di chiusura”.
E’ la dimostrazione provata di quanto a suo tempo sostenuto da associazioni culturali e civiche come Italia Nostra e il Comitato Civico Patrimonio Termale, che insieme avevano avviato una petizione popolare con oltre due mila adesioni contro la decisione di chiudere l’Antiquarium (nelle foto com’era): ossia che non rispondeva a verità quanto dichiarato dal Presidente della Regione, Nello Musumeci, che in occasione di una visita improvvisata presso lo stesso Antiquarium ne aveva annunciato l’immediata chiusura perché dovevano iniziare i lavori di riqualificazione; la verità era, com’era anche facile immaginare, che i lavori non erano a quel tempo neanche progettati e che quindi l’inizio stesso dei lavori non fosse imminente, come confermato dal fatto che è già passato oltre un anno. Le parole del Direttore del parco Archelogico confermano, se ce ne fosse stato bisogno, che il Presidente della Regione non ha detto la verità e che solo dopo la chiusura si è messo mano all’iter progettuale (a quel punto per necessità, vista l’iniziativa di petizione popolare?).
Una prima domanda sorge e ritorna spontanea: perché il Presidente della regione siciliana ha avuto questa esigenza di far chiudere in tutta fretta il sito museale sul Monte Kronio, con l’imprimatur di una sua visita personale sul luogo del delitto?
Ma continuiamo a leggere la relazione.
In essa si dice che con determina n. 613 del 30.12.2020 “Approvazione del sistema di gara e prenotazione di impegno di spesa per il Progetto percorso fruitivo, interazione e allestimento dell’Antiquarium di Monte Kronio” si sono impegnati su bilancio del Parco Euro 216.700,00 che rappresentano le somme per il primo steep, che riguarderà la realizzazione delle opere riguardanti la sistemazione delle aree esterne e dei prospetti nonché l’allestimento interno e la definizione del progetto di allestimento scenografico, tecnologico e didattico.
Segue una pagina e mezza di illustrazione del progetto per rendere “attraente, didatticamente pregnante, emozionante e anche divertente” il sito museale al momento chiuso da oltre un anno, che dovrebbe avere diversi percorsi espositivi, un percorso per bambini e un percorso immersivo.
Si arriva così alla parte finale della relazione, nella quale si legge che “per il completamento del progetto occorreranno ulteriori risorse per Euro 190 mila” (previsione di oggi, non sappiamo un domani…), “che si prevede di finanziare con fondi esterni al Parco o diversi canali, attesa la particolare e attuale congiuntura economica dovuta alla pandemia da Covid 19 non escludendo che ripresa l’attività economica si possa prevedere anche con finanziamenti propri”.
Traduciamo il tutto in parole povere.
L’Antiquarium sul Monte Kronio, sito museale di elevato pregio e intimamente collegato alla sua stessa ubicazione fisica sul monte Kronio, è stato chiuso nei primi giorni del 2020, prima che fosse avviata la fase progettuale e fossero reperiti i finanziamenti per i lavori della cosiddetta riqualificazione (perché?). Il Parco Archeologico Valle dei Templi, da cui dipende l’antiquarium e a cui è stato affidata la progettazione, ha completato i suoi lavori a fine 2020 e ha stanziato le somme per un primo steep di lavori pari al 53% dell’intero progetto.
Per il rimanente 47% (attuale…) non ci sono al momento risorse disponibili, e per questa ragione c’è il rischio concreto, come tante e troppe volte avvenuto a Sciacca, che l’Antiquarium anziché essere “riqualificato” rimanga chiuso a tempo indeterminato e magari si aggiunga alla lunga lista delle opere pubbliche incompiute e relative porte chiuse che sono diventate una caratteristica di quella che una volta era “la citta delle 5 porte”, ma che erano antiche, aperte e solo cinque.
A volere pensar bene siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di come si prendano decisioni e relative conseguenze (chiusura di uno dei più interessanti siti museali della città) in maniera quanto meno affrettata, senza il conforto di una progettazione già definita e, cosa ancora più grave, già interamente finanziata.
A voler pensar male poi… ma per il momento non vogliamo farlo.
Vittima di tutto ciò, come sempre accade, un’intera città diventata ormai terra di conquista di interessi esterni e puntualmente depredata delle sue cose più preziose.