Adesso c’è quasi il sigillo dell’ufficialita’ su quanto già abbondantemente dimostrato con i fatti: per il governo regionale presieduto da Nello Musumeci il rilancio del termalismo siciliano non è una priorità.
Con buona pace di quanti continuano a gridare, proprio come novelli San Giovanni Battista nel deserto, che proprio il rilancio delle abbandonate e derelitte stazioni termali di Acireale e Sciacca, sotto forma di turismo del benessere, poteva rappresentare un fondamentale fattore di destagionalizzazione della più strategica industria economica siciliana post pandemia, per l’appunto il turismo.
Per tale rilancio avrebbero dovuto costituire un’autentica provvidenza le risorse economiche della “new generation eu”, ma così evidentemente non la pensa chi ci governa in regione.
Nel corso di un incontro on line con la Ministra per il Sud, Mara Carfagna, il Presidente Musumeci, insieme al Vicepresidente e all’Assessore per l’Economia Gaetano Armao, ha discusso di ristori immediati agli operatori economici, di accelerazione sull’attivazione delle Zes, di sostegno alle aree interne e di infrastrutture.
«La nostra priorità – ha affermato il presidente Musumeci – è dotare la Sicilia di infrastrutture per la mobilità, del collegamento stabile sullo Stretto, di ferrovie veloci e sicure, del completamento della autostrada Mazara del Vallo-Gela, di un porto-hub e della riqualificazione della viabilità provinciale. Abbiamo anche evidenziato l’esigenza di dover sostenere il fragile e debilitato tessuto imprenditoriale siciliano, che da un anno soffre la paurosa crisi determinata dalla forzata chiusura a causa del Covid. Servono ristori immediati e diretti – ha ribadito il Governatore – senza mediazioni e condizioni. Abbiamo auspicato l’attivazione delle Zone economiche speciali in Sicilia per le quali, già da oltre un anno, la Regione ha ultimato le procedure».
“La Sicilia – ha precisato il presidente Musumeci – non intende utilizzare il Recovery Plan per sterili politiche assistenziali ma per dotare l’Isola di poche ma importanti infrastrutture che la rendano competitiva nel bacino euromediterraneo”.
“Evitiamo – ha concluso il Governatore – che, anche stavolta, le Regioni del Nord possano tentare di compiere un ‘furto con destrezza’ ai danni del Meridione e della Sicilia in particolare».
Ma un altro furto con destrezza alcune città siciliane, come Sciacca ed Acireale, lo hanno già subito da tempo proprio da parte della Regione siciliana e il bottino è stato quello dei rispettivi patrimoni termali, ovvero l’identità stessa e il bene comune di maggior valore di cui le stesse disponevano.