Sull’argomento che in settimana è stato, a torto o a ragione, il più gettonato nei commenti sui social, è sicuramente significativa questa riflessione contenuta in un post che ho letto su facebook e che ha come immaginari destinatari tutti i possibili protagonisti di feste e festicciole con modalità free in fascia rossa, arancione e gialla:
“ Io, a quelli che ora organizzano feste peggiorando sensibilmente una situazione già tragica, non darei punizioni ma, anzi, darei un premio: un anno di volontariato in un ospedale o in una casa di riposo o in una struttura di supporto a persone con disabilità.
Ai genitori no, ai genitori ormai non li riprendi più, troppo tardi.
Ai diciottenni sì invece, perché forse a quell’età puoi ancora salvarli da una vita inutile (anche un po’ da stronzi) incentrata sul “io, io, io e io!” e, mostrando loro cosa c’è davvero nel mondo, magari finalmente cominciano ad accontentarsi di quello che hanno e non si definiscono più “sfortunati” se non possono fare una stupida festa, ora.
Io non li punirei, ma farei loro questo regalo, potrà tornargli molto utile nella vita.”
