Riprendo da facebook un post di Alessandro Capurro, perché mi ritrovo totalmente nella lettura dei fatti scritta da Alessandro. Ai lettori dò appuntamento domani con l’editoriale:Le cose importanti che ci restano dopo la Marcia su Palermo.
“Hanno detto: “Se andiamo a guardare i promotori e gli ADERENTI vediamo che questa iniziativa è fortemente caratterizzata sul piano politico”.
Smentisco, non sono d’accordo.
Il promotore è stato giustamente e naturalmente il Sindaco del Comune di Sciacca, gli aderenti sono stati coloro che amano Sciacca e coloro che considerano le Terme un patrimonio dell’intero territorio da utilizzare e da valorizzare.
Hanno aderito all’iniziativa associazioni del mondo del volontariato, comitati civici, sindaci ed assessori del territorio, deputati, imprenditori, cittadini.
Aggiungo anche che se estremizzassimo quel ragionamento sopra riportato potremmo allora dire che chi non ha aderito potrebbe, parimenti, averlo fatto per ragioni fortemente caratterizzate sul piano politico.
In poche parole quindi per gelosia politica, anteponendo le appartenenze politiche al bene della città.
Non voglio pensare questo.
Concludo dicendo che se chiunque oggi “polemizza” avesse partecipato alla manifestazione si sarebbe accorto chi erano gli aderenti.
Dinanzi a Palazzo D’Orleans c’era l’arcobaleno della società civile ed anche della politica.
È stata un’iniziativa pacifica ed inclusiva ma (per qualcuno) è stata anche un’occasione persa!
Ai cittadini interessano i fatti e questa iniziativa ha permesso di accendere i riflettori su una questione a livello regionale (ed in parte anche locale) caduta nel più assordante e dannoso silenzio.
Comunque mettiamo da parte le polemiche che a Sciacca ed alle Terme fanno solo male altrimenti perdiamo di vista l’obiettivo: riaprire le Terme.
Uniamo tutti le forze e chiediamo tutti insieme che le Terme vengano riaperte e che ci venga comunicata la soluzione percorribile con un cronoprogramma certo”.
Concordo in toto
Si polemizza per sviare l’attenzione dal problema è un diversivo, si chiama strategie