La Processione dei Cilii, in occasione della festa liturgica cittadina di San Calogero (18 giugno), prevedeva la partecipazione di tutte le maestranze di Sciacca, che sfilavano davanti alla statua cinquecentesca che ancora oggi si conserva in Chiesa Madre.
La festa viene citata da Mario Ciaccio(Sciacca. Notizie storiche e Documenti, vol. I, pag. 117) e anche nel Libro Verde(ff. 274-277). Le varie corporazioni di artigiani precedevano la statua del Santo con i propri stendardi, detti appunto cilii, che riproducevano gli attrezzi del mestiere, con vere e proprie composizioni realistiche, portate in rappresentanza del ceto lungo la processione. Oltre agli stendardi dei vari gruppi di artigiani, in processione era presente un personaggio che simboleggiava il tiranno Agatocle, rivestito dell’armatura originale di Giovanni Perollo, come ricord Ignazio Scaturro nella Storia della città di Sciacca, vol. I, pag. 580.
La processione dei Cilii si estinse nel 1820, perché vennero aboliti i consolati delle maestranze, ma la festa cittadina di san Calogero continuò fino alla prima metà del secolo scorso, anche se in forma meno solenne: una volta raggiunta piazza Lazzarini, dove si trovava la sede della Compagnia di San Calogero (oggi testimoniata da una fiuredda), avveniva un poderoso sparo di mortaretti, pagato dal Comune, come da documenti del XVIII e XIX secolo.
Sarebbe bello che la cittadinanza riscoprisse la devozione al suo Patrono con questa seconda festa (la prima è invece quella della processione praticata il martedì dopo Pentecoste), devozione che risulta invece attuale in altri centri siciliani che onorano San Calogero. I Cilii e le maestranze potrebbero essere sostituiti dagli stendardi o dai logos delle varie associazioni, come segno di comunione civica ed ecclesiale alla Città, come avviene ad esempio durante la festa del Voto con il giuramento del Sindaco in chiesa Madre. Non dimentichiamo infatti che San Calogero e la Madonna del Soccorso sono i due Patroni della città di Sciacca.
Giuseppe Verde
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