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Sciacca è una città nella quale non si piantuma un albero da tantissimi anni; una città nella quale il verde pubblico non viene irrigato e non gode di alcuna cura regolarmente assicurata; una città nella quale un parco termale è totalmente abbandonato a sé stesso; una città nella quale la villa comunale è priva di ogni impianto di irrigazione con la conseguenza che non ci sono più fiori e alle piante superstiti non resta che resistere eroicamente all’arsura.
Bene, questa stessa città così indifferente a tutto ciò che riguarda l’aspetto del verde urbano si sta invece appassionando alla contesa tra chi vuole estirpare (e ripiantare in altro luogo) i due ficus che oscurano il portale del Laurana e chi invece sventola la bandiera della resistenza per il mantenimento in loco di questi due alberi.
Sull’argomento si contrappongono motivazioni e argomentazioni artistiche, architettoniche, storiche, paesaggistiche, culturali, ambientali ed ecologiche. Si raccolgono firme. Si intervistano esperti.
E poi dicono che quella dei “Perollo e Luna di Sciacca” è solo un modo di dire senza alcun fondamento!
Chi scrive è tra quelli che ritiene ci siano motivazioni condivisibili da entrambe le parti, rimanendo a metà strada tra l’idea che rinunciare a due alberi per dare maggior visibilità ad un pregevole bene artistico non è poi questa gran tragedia e l’idea opposta che quei due alberi possono continuare a fare da monumentale cornice al Portale del Laurana e che comunque gli alberi e le piante sono come esseri viventi, portatori a priori di dignità, indispensabili per la vita ed il benessere degli abitanti, inclusa la qualità urbana.
Ebbene sì, una volta tanto mi ritrovo indeciso e ho difficoltà ad esprimere una mia ben definita posizione.
Ci sarà ben qualcun’altro a cui compete, o competeva, la responsabilità di una scelta, mi viene comodo pensare.
Di una cosa tuttavia sono ben certo: mi piacerebbe vivere in una città nella quale il verde pubblico sia ben curato e valorizzato, nella quale si piantino nuovi alberi in quantità e nella quale la nostra bella villa comunale riacquisti il suo antico splendore.
E nella quale, magari, i due alberi di via Incisa vengano semplicemente spostati di cinquanta metri più avanti, piuttosto che ripiantati altrove, senza diventare oggetto di accese contrapposizioni ideologiche.
ALBERI SÌ, ALBERI NO. A CONFRONTO DUE VISIONI DIVERSE.
di Nino Porrello 20 Giugno 2021
Mi sembra culturalmente, artisticamente ed ecologicamente interessante la contrapposizione che sui social, in modo più o meno esplicito, si è delineata tra chi è contrario alla rimozione dei due alberi che ancora oggi in Via Incisa sono collocati davanti il portale del Laurana e chi invece ne condivide in pieno la prevista rimozione (con successiva ricollocazione in altro sito) prevista dal progetto già in fase di esecuzione relativo ad alcuni lavori in corso su questa pregevole opera d’arte. La rimozione avrebbe la finalità di consentire una maggiore visibilità per una delle più belle opere artistiche del centro storico cittadino; il mantenimento degli alberi rispetterebbe invece l’attuale configurazione naturalistica di Via Incisa, come di una strada alberata del centro storico con i due alberi, magari opportunamente potati, a far da cornice naturale al portale del Laurana. Vogliamo qui dare voce alle due tesi contrapposte, riprendendo direttamente dai social alcune argomentazioni di Anita Lorefice, paladina del mantenimento degli alberi, e del giornalista Filippo Cardinale che sul Corriere di Sciacca ne sostiene esplicitamente la rimozione.
“Questo compito assume la natura al cospetto dell’ uomo di ogni tempo…. È la sua prospettiva futura…. Ai più sfugge …. ma non ai poeti e ai pittori. Significa saper guardare da varie angolazioni. Non tutto può e deve essere frontale. Un qualcosa che ti sfugge da una parte la puoi rimirare da un’ altra . Ma senz’ altro una cosa è certa: il dialogo fra natura e storia deve essere continuo per poter proiettarsi appunto nel futuro. Chiediamo urgentemente di ripristinare il concetto di Agorà in questo nostro paese cioè l’educazione a rispettare le idee altrui, perché qui rischiamo la ideofobia , ossia chi non ha lo stesso pensiero è definito ridicolo patetico o narcisista patologico. Attenzione! È proprio in questa area che bisogna mettere una transenna con scritto PERICOLO… Qualsiasi intervento su un luogo ormai storicizzato deve tenere conto del tempo e della storia. Soprattutto di tutti i cittadini. Il centro storico di una città è per l’appunto il cuore della città. E quando si fa un’ operazione sul cuore bisogna tenere conto di tutti i vasi sanguigni che vi apportano vita. Se si recide un’ arteria sanguina e fa male alla città e alla storia. Un cittadino principalmente non è un filosofo, non è un architetto, non è un professore, non è un ambientalista, è una persona che vive nella città. Che ne percorre le strade ne respira i profumi, ne ode i suoni, ne ha negli occhi le immagini ed il suo cuore batte all’ unisono con il cuore della città. Un cuore che abbraccia i secoli trascorsi, li riassume e ne fa una sintesi nell’immagine consolidata. Un cuore che si affaccia sullo specchio dell’ acqua e vede l’ immagine della sua città e ne è innamorato. Sì forse il cittadino in questo senso è un narciso, ma il suo cuore va ascoltato e rispettato sempre. C’ è una via che sta nel mezzo, che dicevano i latini, è la più virtuosa, e ci si può venire incontro”. ANITA LOREFICE
“Mi piace citare, ma ve ne sono altri, due esempi emblematici di come a Sciacca la “bellezza” sia coperta da un burka che nasconde essa stessa alla visione dei residenti e viaggiatori. I quali, devono fare salti mortali per trovare uno scorcio per scattare la foto… Gli esempi che cito sono il portale del Laurana e l’ex chiesa della Raccomandata. Lo stupendo portale marmoreo dell’edificio monumentale del Santa Margherita, in via Incisa, è tra le più importanti della città e tra le più preziose, capolavoro di Francesco Laurana. L’altro gioiello monumentale è l’ex chiesa della Raccomandata, risalente al Duecento e con i locali adiacenti è stata sede di ordini monastici…. Abbandonata per tantissimo tempo, oggi è utilizzata per eventi culturali. Sia il portale del Laurana che l’ex chiesa della Raccomandata sono velati da alberi che ne impediscono la visione e il pieno godimento. E’ come se indossassero il burka. Sono in corso i lavori di valorizzazione del portale del Laurano che consistono nella pavimentazione dei gradini di accesso alla ex chiesa, in marmo di Billemi, gradini che attualmente sono cementificati con evidente degrado. L’iniziativa è dell’Ispettore Onorario ai Beni Architettonici, Pippo Cattano, architetto saccense, sotto la supervisione del Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, architetto Michele Benfari…. Il Comune di Sciacca, in attuazione del progetto approvato dalla Soprintendenza Beni Culturali di Agrigento del 18 marzo 2021, provvederà a proprie spese alla ricollocazione degli alberi (2 o 3) che ostruiscono inopportunamente la magnifica visione del portale, ponendo in essere tutte le iniziative per un sicuro attecchimento. Ci sono tutte le autorizzazioni, ma l’Amministrazione perde ancora tempo nell’espletare l’unico compito: quella della ricollocazione di 2 o 3 alberi in altra sede e dare piena visibilità all’opera scultorea di Francesco Laurana. Immaginiamo che l’assessore al Turismo, dalla cui bocca come lava dell’Etna fuoriescono parole di operosità, di innovazione, abbia il coraggio, da da domani, di dare seguito a quanto è stato già deciso e non si lasci influenzare da qualche solitario mal di pancia. Dare la giusta esposizione al portale del Laurana e all’ex chiesa della Raccomandata è d’obbligo per quel concetto di “bellezza” e “cultura”, nel rispetto del verde poichè non si tratta di abbattere ma di ricollocare gli alberi in altra sede in modo tale da tale concretezza alla “bellezza” e “alla “cultura”. FILIPPO CARDINALE
Insomma, due visioni diverse, due modi diversi di approcciarsi al tema della “bellezza” e della condivisione di una comune e riconosciuta “vision” del centro storico, nella quale fare sintesi di elementi architettonici, naturalistici e sociali.
P.S. Ci giunge in punto la precisazione dell’assessore Caracappa che, con riferimento al contenuto del citato articolo di Cardinale, precisa che “gli alberi non sono stato estirpati perché la ditta che ha l’appalto dei lavori di potatura ancora non ha cominciato in via Incisa, a causa del fatto che non può ancora fruire dell impianto che accoglie i residui della potatura”.
Le due tesi sono tutte condivisibili, però se questa diatriba dovrebbe, per motivi burocratici (c’è un progetto e non so se non togliere gli alberi potrebbe essere un problena) vanificare il restauro del portale io penso che si dovrebbe usare il buon senso e scegliere il male minore
Io sono per il pieno rispetto della vita degli alberi, perché essi stessi sono monumenti. Basta una adeguata potatura ( geometrica ) alla quale la tipologia dell’albero si presta e possano contemperarsi le due esigenze. Se poi si vuole dare maggiore risalto all’opera del Laurana basta rendere la zona perdonabile così può essere fruita da visitatori con l’attenzione che merita.