Immediatamente a seguire la presentazione da parte del Sindaco e dell’assessore Caracappa del programma di musica teatro, eventi per bambini, iniziative culturali, artistiche e di intrattenimento che caratterizzano il cartellone di “Sciacca Estate 2021”, non sono mancati sui social i consueti commenti, in prevalenza non positivi circa la complessiva qualità artistica e culturale degli eventi in cartellone.

In particolare non è passata inosservata la reazione dell’ex assessore al turismo Salvatore Monte, che nella sua veste di regista e attore ha pubblicamente rifiutato la collocazione del suo spettacolo teatrale nelle date non gradite del 18/19 settembre, ritirandolo dalla programmazione.

Lo stesso Salvatore Monte, nella sua qualità di ex assessore al ramo, ha scritto che avrebbe dato più spazio ad eventi indirizzati ai ragazzi, paventando il pericolo di un dirottamento verso l’esterno dell’asse giovanile, ed ancora che avrebbe gradito più musica e qualche libro in meno.

Sicuramente è un’estate saccense senza botto, ma non desidero aggiungermi alla schiera di quanti hanno criticato il programma estivo di eventi e spettacoli messo su dall’assessore Sino Caracappa.

Le limitate risorse finanziarie (reperiti 51 mila euro), l’incertezza legata alle condizioni di pandemia, i vincoli imposti dalla normativa anti covid e l’assenza a Sciacca di adeguati spazi all’aperto o al chiuso stabilmente adibiti ad eventi artistici, hanno come sempre condizionato le possibilità e le scelte dell’assessore di turno.

Sono certo che Sino Caracappa ha fatto del suo meglio per costruire, nel poco tempo disponibile, un programma di eventi variegato nel miglior modo possibile.

La mia idea è diversa.

Penso che ogni città, anche parlando di eventi artistici estivi, abbia alla fine il programma che si merita, in linea con tutto ciò che la città riesce ad esprimere nel più ampio e generale panorama della sua capacità progettuale, programmatoria e realizzativa.

La crisi di identità e la decadenza di Sciacca è sotto gli occhi di tutti, la città dei cinque sensi è anche la città delle porte chiuse e delle transenne, in una bipolare oscillazione tra la decantazione della sua bellezza, le tante occasioni perdute e le sue infinite problematiche.

Il cartellone dell’estate saccense è quindi, nel bene o nel male, fedele espressione di quello che oggi Sciacca rappresenta sul mercato turistico, artistico e culturale, e non potrebbe essere diversamente.

In un momento in cui, ad esempio, l’hastag #ritorniamoalcinema è tra i più gettonati in campo artistico e culturale, anche come spinta emotiva ad andare oltre le limitazioni subite a causa della pandemia, la nostra città è ancora priva di sale cinematografiche in funzione.

Ne ho chiesto il motivo e mi è stato così risposto:

“Grande dibattito in corso per il green pass. La distribuzione ha rimodulato le uscite, mercato molto instabile. Aspettiamo ancora una settimana, ma siamo pronti”.

Morale della favola, non è neanche detto che riusciamo a recuperare una bella rassegna estiva di “cinema sotto le stelle”.

Mi viene allora da ripetere, tra l’ironico e il nostalgico: Ridatemi l’Arena Micron!

RIDATEMI L’ARENA MICRON…

di Nino Porrello – 18 LUGLIO 2021

Ascoltando l’intervista in TV all’assessore Sino Caracappa sull’estate saccense, non so perché mi è venuta in mente l’Arena Micron…

C’era una volta l’Arena Micron, come dire tutto ciò che non abbiamo più.

Un luogo che nel ricordo di chi l’ha frequentato per tanti anni diventa quasi magico. Con i suoi profumi, con il suo panorama sul mare, con la sua particolarissima atmosfera… e nonostante quelle sue scomodissime sedie in ferro, di colore verde, che ospitavano all’incirca duecento spettatori nelle serate di pienone.

Era il cuore pulsante dell’Estate Saccense, quando l’estate saccense veniva pianificata con largo anticipo, quando durava quasi tre mesi e presentava un ricco e variegato cartellone artistico: rassegna cinematografica estiva, rassegna teatrale (il più gettonato era il Teatro Sud di Catania con uno strepitoso Turi Scalia), operette, concerti (uno degli ultimi è stato quello di Renato Carosone), danza classica, cabaret, ecc. ecc.

Per chi non l’ha conosciuta, e magari non sa neanche cosa fosse l’Arena Micron, ecco una breve narrazione del luogo.

Era una magnifica terrazza, chiusa su tre lati e aperta verso il mare sul quarto, ubicata all’interno del complesso monumentale di Santa Margherita con ingresso dalla Via Incisa. Al riparo dai venti, tranne nei rari casi di scirocco, aveva il muro laterale vicino al palcoscenico splendidamente ricoperto da una lussureggiante vegetazione di edera rampicante.

E poi tanti fiori, gelsomini e giglioni, che rendevano l’aria inebriante di profumi.

Il gestore era il mitico Sig. Raso, ma nella programmazione del cartellone estivo intervenivano il Comune di Sciacca e l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo.

Tanti artisti, anche celebri, hanno calcato quel piccolo palcoscenico estivo di provincia, con un pubblico sempre puntualmente numeroso e generoso negli applausi.

E poi tanti film visti sotto un cielo stellato e fino a tarda ora, con il valore aggiunto della suggestiva visione, ormai svanita nel tempo, delle lampare che lasciavano il porto…

Ricordo bene che l’ultimo film che ci ho visto è stato Witnesss – il Testimone, con Harrison Ford candidato all’Oscar e una splendida Kelly Mcgillis, regista Peter Weir.

Era l’estate del 1985.

Poi la chiusura, a causa dei lavori, mai ultimati, che avrebbero dovuto trasformare l’antico sito conventuale, allora adibito cinema, in un grande museo.

Ma del Museo, dopo 35 anni, ancora non c’è traccia e Sciacca non ha più la sua bella Arena estiva.

Ridateci l’Arena Micron, verrebbe da gridare, insieme a tutto ciò che essa ha rappresentato.

E non si tratta soltanto di una nostalgica affermazione: dietro il ricordo dell’Arena Micron, che nessun successivo luogo di intrattenimento estivo ha potuto degnamente sostituire, ci sta quella Sciacca di cui si poteva andar fieri e che oggi non esiste più, se non nel malinconico ricordo di chi l’ha vissuta.

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