Alla fine della contesa hanno avuto la meglio quelli del “Comitato dei Poeti estinti”, come si sono ribattezzati, memori del celebre film L’Attimo fuggente, i promotori della raccolta di firme (alla fine circa 1.300) contro l’estirpazione dei due ficus posti dinanzi al portale del Laurana in Via Incisa, oggetto recentemente di alcuni lavori di ripristino dei gradini e di riqualificazione del sito, curati dall’associazione culturale Salvatore Cantone e autorizzati dalla Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento. Tale progetto, autofinanziato da alcune associazioni su iniziativa dell’ispettore onorario ai monumenti arch. Pippo Cattano, prevedeva anche l’estirpazione e la ricollocazione dei due ficus che in parte ostacolano la visuale del pregevole monumento.
In prima battuta l’amministrazione comunale si era verbalmente dichiarata disponibile ad addossarsi l’onere dello spostamento dei due alberi. C’è stata però, non appena sono iniziati i lavori, la mobilitazione immediata degli “ambientalisti” contrari alla rimozione delle due piante secolari.
Inizialmente tale reazione sembrava non poter riuscire a ribaltare il punto di vista assai accreditato, artistico e architettonico, di cui si facevano portatori in particolare l’ispettore onorario ai monumenti di Sciacca e il Soprintendente ai beni culturali di Agrigento.
La raccolta di firme e poi il soccorso allo schieramento pro alberi fatto arrivare da WWF e Legambiente hanno tuttavia sovvertito le previsioni.
Nell’incontro svoltosi oggi a palazzo di città, a seguito di ripetute richieste del Comitato dei Poeti Estinti, la sindaca Francesca Valenti ha deciso di tagliare la testa al toro di questa vicenda, di cui sicuramente si è anche troppo parlato, assicurando che i due ficus rimarranno al loro posto.
C’è da augurarsi che dinanzi al portale venga anche impedito il parcheggio di auto.
Già diversi anni addietro la città di Sciacca era stata al centro di una disputa del genere, sia pure di maggior rilevanza per il suo oggetto, in vista del rifacimento della pavimentazione della piazza Scandaliato, in quanto il progetto iniziale prevedeva la rimozione di tutti gli alberi secolari che ornano la piazza sul lato di Corso Vittorio Emanuele, le cui radici venivano ritenute responsabili del sollevamento del pavimento. Una vera e propria sollevazione contro questo progetto, in particolare del mondo giovanile e di quello ambientalista, aveva anche allora salvato le secolari piante, le cui radici erano state raccolte nelle grandi aiuole poi ricoperte di erba.
Un’osservazione in coda a questa recente vicenda ci porta a dire che l’anima ecologica della città dovrebbe risvegliarsi anche per altre significative battaglie: Sciacca è una città nella quale da molti anni non viene piantumata alcuna pianta, nella quale il verde pubblico è pressoché abbandonato a sé stesso, nella quale non esiste un regolamento del verde pubblico, nella quale la nostra bella villa comunale versa in una stato letteralmente agonizzante senza che nessuno abbia mai mosso un dito, nonostante le iniziative di sensibilizzazione intraprese dal Comitato pro villa comunale.
Nel mese di luglio i Procuratori dei Cittadini hanno consegnato all’amministrazione comunale un documento sul Verde Pubblico che nelle intenzioni di Cittadinanzattiva vuole essere uno strumento per monitorare la gestione del verde cittadino e collaborare attivamente con questa e con le future amministrazioni sulla tematica in questione; in tale documento si richiedeva tra l’altro di poter prendere in visione tutto l’intero carteggio di progetti, finanziamenti e corrispondenza varia relativo sia alla villa comunale che al parco termale. Ancora nessun riscontro è tuttavia pervenuto dal Comune di Sciacca.
Che gli alberi di via Incisa siano secolari non sono proprio convinto. Ci sono foto che dimostrano che al massimo rientrano appena al secolo. Dici bene quando contesti ai “Poeti Estinti” che non chiedono mai che il poco di verde che abbiamo VA curato. Non mi pare che i “Poeti estinti” non abbiano mai chiesto di rendere un giardino tutto il sottopiazza. Tantomeno hanno protestato quando è stato sollevato l’ipotesi, in più occasioni, di farne un parcheggio.
I due alberi lasciati li sono solo una vittoria di Pirro. Non c entrano proprio nulla col portale e la foto postata lo dimostra. Mi.dispiace andare controcorrente,.rispetto l’opinione di tutti, ma gli integralismi e il fanatismo a volte, offendono il buon senso, tanto più che agli alberi sarebbe stata comunque assicurata la sopravvivenza. Benissimo fece allora Mons. Tortorici a tirare dritto contro chi minacciava di legarsi con le catene in occasione dell estirpazione del ficus che stava di fronte il Bar del Corso le cui radici rappresentavano un pericolo per la Basilica. Allora vinse il buon senso e l albero fu estirpato.
Mi trovo in difficoltà a fare appunti all’articolo ed al primo commento, dato che ho stima di entrambi gli autori, ma mi sembrano doverosi, sia per aggiustare la prospettiva, che per correggere alcune inesattezze e molti miti che sono circolati, forse alimentati ad arte da chi aveva interesse.
1) Partiamo dal titolo: I “Poeti Estinti” non hanno vinto, come non avrebbero perso se l’Amministrazione fosse stata del parere di estirpare i Ficus; non ha vinto nessuno, se non Sciacca, che non vede ulteriormente depauperare il proprio patrimonio verde.
Questo non vuol dire che non ci siano degli sconfitti: sono tutti coloro che hanno reso questa vicenda un fatto personale, privati ed esponenti di Pubbliche Amministrazioni (non mi riferisco all’Amministrazione Comunale, che si è dimostrata disponibile all’ascolto e sensibile), convinti che il Bene Pubblico sia “cosa loro”, che hanno fatto affermazioni e/o assunto posizioni sopra le righe, per non dire peggio.
2) L’estirpazione non è mai stata veramente sul piatto, e non è mai stata espressamente richiesta dall’ente titolato, il Comune di Sciacca, né tantomeno accordata; forse era nei sogni bagnati di qualcuno, ma sarebbe stato necessario modificare il PRG e chiedere la rimozione del vincolo alla Soprintendenza; proprio riguardo alla soprintendenza, leggete attentamente le note: pur avendo espresso dei giudizi e assunto comportamenti che sicuramente non rispettano il criterio di terzietà ed imparzialità che dovrebbe guidare i comportamenti della Pubblica amministrazione, ha più volte dovuto ammettere (a denti stretti) che il parere era limitato al solo aspetto architettonico; infine, un cenno alla Legge 10 del 2013: se qualcuno volesse leggerla potrebbe essere una lettura istruttiva.
3) perché “ambientalisti” (le virgolette sono nell’articolo)? Mi sbaglio sicuramente, ma pare di intravedere una connotazione negativa, come a dire “quei rompiballe per cui tutto deve restare immobile, privandoci di quel futuro luminoso verso cui saremmo proiettati, se solo la smettessero”. Cosa vuol dire ambientalista? Magari ci saranno sensibilità diverse, ma non credo che qualcuno vorrebbe essere definito “anti ambientalista”, e non credo che ci siano molti favorevoli alle ricerche petrolifere o alla cementificazione selvaggia, o allo spreco energetico; storpiando una frase di Croce, potrei dire “non possiamo non dirci ambientalisti”.
4) Sulla precedente disputa, quella della piazza Scandaliato, mentre oggi le affermazioni della Soprintendenza hanno ampio risalto, le precedenti affermazioni della Dott.ssa Fiorentini che espresse “grande perplessità” e paragonò le radici a “sculture naturali” vengono del tutto taciute (altro soprintendente, altra sensibilità, tutto è soggettivo); forse sarebbe stato il caso di accennarlo.
5) C’è la questione dell’età delle piante che porta, secondo qualcuno, a due conclusioni: le piante hanno meno di un secolo, ergo non hanno alcuna dignità per meritare la sopravvivenza, e il portale è più vecchio, quindi prevale sugli alberi: vorrei osservare che l’età è secondaria: che abbiano 80 o 100 anni non cambia nulla, e nessuno sano di mente ha mai posto la questione dell’alternativa, o i ficus o il portale: possono tranquillamente coesistere, valorizzandosi a vicenda; se il problema invece riguarda il fatto che il portale è sicuramente molto più antico delle piante, penso che un ragionamento onesto e intelligente dovrebbe rifuggire da queste suggestioni.
Concludo questa mia sulla questione di cosa avrebbe fatto o non fatto questa associazione spontanea di cittadini, o di cosa farà in futuro, o delle posizioni su altri progetti che hanno polarizzato le posizioni della cittadinanza, osservo soltanto che dire cosa si sarebbe potuto fare al posto di ciò che è stato fatto per me è benaltrismo: “il problema non sono i Ficus, ma la situazione generale del verde a Sciacca”, quindi per migliorare la condizione del verde a Sciacca iniziamo con l’estirpare due bellissime piante che ornano una delle vie principali della città: spero non vi sfugga la contraddizione! Inoltre, non eravate presenti all’incontro col Sindaco, quindi non potete sapere se si sia parlato di cura del verde o di coadiuvare l’Amministrazione nella piantumazione di nuove essenze o di altro ancora, e mi sembra oltremodo ingeneroso tirare in ballo altri episodi nel corso dei quali nessuno dei componenti di questo gruppo avrebbe fatto nulla riguardo ad altri problemi: la Rete ha molti difetti, ma sicuramente ha un pregio: ha memoria, e non è impossibile trovare documenti che potrebbero smentire questa falsa tesi: spero che non ce ne sia bisogno.