Ieri sera ero allo stadio di San Siro a godermi il derby Milan-Inter in una splendida cornice di pubblico, che per tutti i novanta minuti ci ha messo una passione indescrivibile nel tifare rossonero o nerazzurro.
Undici minuti e l’Inter è già in vantaggio con un calcio di rigore; la reazione rossonera è furente e sei minuti dopo Tonali calcia una punizione: cross al centro dell’area interista e il pubblico vede la testa di Tomori innalzarsi sopra di tutti e il pallone gonfiare la rete. Lo stadio, quasi tutto milanista, esplode di gioia per il gol del pareggio e inneggia a Tomori, il cui nome appare anche come uomo gol sul grande display luminoso che giganteggia sulla tribuna d’onore.
Non vi nascondo la mia istintiva delusione quando, uscendo dallo stadio alla fine dallo partita, ho appreso da radio rai che in realtà si era trattato di un autogol di De Vrij. Ma tant’è, da buon milanista anche un autogol che sembrava un bel gol me lo sono fatto andar bene per raddrizzare una partita che era iniziata con il piede sbagliato.
A mente fredda, questo gol diventato autogol mi ha riportato alle dichiarazioni rilasciate via social da Fabio Termine, leader di Mizzica, che su questo blog ho paragonato a un gran bel gol nella partita delle prossime amministrative di casa nostra.
Le reazioni che tali dichiarazioni hanno provocato in altri schieramenti potrebbero infatti far ritenere che si sia trattato piuttosto di un autogol, espressione questa che è stata utilizzata proprio da quanti si sono sentiti attaccati dall’esponente di Mizzica, direttamente o anche indirettamente. E di queste reazioni mi sembra giusto dare evidenza, anche se nessuno di questi esponenti politici ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, ritenendo preferibile far decantare la situazione.
I motivi del profondo disappunto che le parole di Fabio Termine sembrano aver suscitato sono essenzialmente due:
i riferimenti personali, con nome e cognome, contenuti nel suo atto di accusa al sistema politico cittadino e poi il fatto di aver così presto delineato una strategia che sembra escludere del tutto alleanze e coalizioni con partiti ( il PD) o con “cartelli di voti” (ad esempio il gruppo VentiVentidue degli ex assessori Bellanca, Mandracchia e Settecasi) per i quali, in termini di area di riferimento, si sarebbe potuto anche ipotizzare una coalizione con Mizzica.
Sembrerebbe ormai chiara, infatti, la strategia già messa in campo da Termine/Mizzica, ovvero quella di un sostanziale “uno contro tutti”, basata su un impianto progettuale per la città e finalizzata ad assicurarsi il voto trasversale cosiddetto “libero e di opinione”.
Il peso elettorale di questo “voto libero”, osservano sul fronte opposto, non è tuttavia tale da poter assicurare un’elezione a sindaco, ragion per cui precludendosi coalizioni ed alleanze, ad esempio con il rinnovato PD cittadino oggi diretto da Gianluca Fisco, l’esponente di Mizzica avrebbe fatto semplicemente autogol.
La ricostruzione dell’azione di gioco impostata da Fabio Termine lascia indubbiamente spazio a questo interrogativo: il suo è stato un bel gol segnato nella rete di una politica locale stagnante, che non riesce ad uscire dai suoi consueti canoni, o è stato invece un’autorete messa a segno nella porta delle stesse ambizioni politiche del leader di Mizzica?
In entrambi i casi il tempo di gioco residuo è comunque ancora lungo e potrà essere possibile assistere a nuovi capovolgimenti di fronte, che manterranno incerto fino all’ultimo l’esito finale, come in ogni partita di calcio che si rispetti e come è stato ieri sera nel derby milanese.
Sembrerebbe comunque che su qualche alleanza in casa Mizzica si stia lavorando: voci di corridoio danno infatti come in fase di positiva evoluzione la discussione politica con l’Associazione Sciacca Terme Rinasce, il soggetto politico che ha avuto come suo mentore Ignazio Messina.
Vedremo cosa accadrà in un prossimo futuro.
Intanto è rientrato in scena, dopo lunga assenza, Nuccio Cusumano. La fonte è il giornale on line Risoluto, secondo il quale l’ex senatore, in passato detentore a Sciacca di un nutritissimo pacchetto di voti, penserebbe per il prossimo futuro ad una”municipalità decidente”, ossia ad un “patto politico” trasversale “con una forte connotazione civica”.
“Serve star fuori dalle tradizionali gabbie politiche” avrebbe proclamato Nuccio Cusumano nel corso di una riunione da lui amichevolmente convocata, così enunciando quella che potrebbe essere la sua strategia politica in antitesi a Fabio Termine: metter su una grande coalizione con “tutti dentro” o quasi, come dire un’insalata mista con molti ingredienti, con l’aggiunta finale di una spruzzata di connotazione civica, che non gusta mai.
Lo confermerebbero alcuni ospiti al tavolo di questa informale riunione cusumaniana: da sinistra a desta, passando per il centro, c’erano (fonte sempre Risoluto) l’ex senatore Siso Montalbano, Giuseppe Montalbano (di CNA), l’avv. Stefano Scaduto, l’ex sindaco Mario Turturici, e gli ex assessori della giunta Di Paola, Gaetano Cognata e Silvio Caracappa.
Il buon Nuccio quando ci si mette fa le cose in grande, ragion per cui non meraviglia questo suo tentativo di recuperare il ruolo di “deus ex machina” della politica locale che tante volte ha ben giocato (o male, a seconda dei punti di vista).
Lo spazio al momento sembra esserci e Nuccio Cusumano si prepara a prenderselo tutto: Matteo Mangiacavallo è molto impegnato sul fronte regionale e, ormai allontanatosi dal suo elettorato pentastellato, preferisce stare a guardare cosa succederà. Michele Catanzaro sembra essere bloccato dal ritardo della sindaca nel comunicare la propria rinuncia a ricandidarsi, ma in realtà potrebbe essere un ritardo strategico concordato con lo stesso PD: Catanzaro rinvia le interviste, appare alla ricerca di un proprio spazio di strategia e deve anche tener conto di una rinnovata segreteria cittadina che vorrà muoversi con una certa autonomia. L’ex sindaco Ignazio Messina è in questo momento più interessato allo scenario nazionale, il suo interesse per Sciacca non sembrerebbe più così diretto. L’ex sindaco Fabrizio Di Paola e l’ex candidato a sindaco Calogero Bono, che tutti dicono in competizione per una candidatura nel centrodestra, si guardano bene dal proferir parola in attesa che la situazione si cominci a chiarire.
Non è da escludere un intervento a Sciacca anche di di Margherita La Rocca Ruvolo, in veste di commissaria provinciale di Forza Italia, per sciogliere alcuni nodi intricati dell’articolazione sciacchitana del partito.
Tutti intanto cercano tutti per la composizione di liste elettorali, la maggior parte della quali avranno la nomea di liste civiche senza aver nulla o quasi di autenticamente civico.
Per quanto riguarda le coalizioni e i candidati a sindaco, le squadre devono invece ancora scendere in campo, il solo Fabio Termine è già entrato in partita e ha fatto gol, bello o autorete che dir si voglia.