E’ il prof. Rosario Faraci la personalità individuata dal Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, per preparare il piano industriale relativo al recupero dei complessi termali di Sciacca e Acireale.
La notizia filtra da fonti governative regionali, anche se come sempre non si comprende il motivo della riservatezza con la quale la si vorrebbe circondare.
Il prof. Faraci è personalità di rilievo del mondo universitario e giornalistico, profondo conoscitore del termalismo siciliano, in particolare delle Terme di Acireale.
Insegna Principi di Management all’università di Catania, dove è professore ordinario di Economia e gestione delle imprese.
Sicuramente quindi un esponente della società civile, esperto e competente, oltre che attento osservatore e conoscitore della questione termale siciliana, sulla quale ha scritto su diverse testate giornalistiche esprimendosi in modo sempre libero e indipendente.
Si può dire, la migliore scelta.
Tutto bene quindi?
Potrebbe purtroppo non essere così e vi dico il perché.
Innanzitutto il velo di mistero che ormai avvolge l’intera questione termale non aiuta a comprendere se la scelta del prof. Faraci sia stata fatta con riferimento alla esigenza di predisporre la documentazione tecnica da fornire all’INAIL oppure sia in qualche modo riferibile a quello “strano” mandato conferito nello scorso mese di maggio dalla giunta di governo regionale al Dipartimento regionale delle finanze e del credito “di individuare il fabbisogno finanziario per l’esecuzione di interventi strutturali urgenti e indifferibili sui complessi termali di Sciacca e Acireale” (di cui non è dato sapere nulla).
Nel primo caso (INAIL) potremmo essere fuori tempo massimo, essendosi già superata la seconda scadenza (30 settembre) fissata dall’INAIL alla Regione dopo la prima scadenza di fine marzo andata anch’essa a vuoto.
Nel secondo caso (delibera della giunta regionale) non si capirebbe chi fa cosa: se già c’è il Dipartimento finanze e crediti al lavoro (?), perché adesso si ricorre al prof.Faraci?
Meglio tardi che mai si potrebbe anche pensare, ma se fosse soltanto un alibi da parte del Presidente Musumeci per poter sostenere in campagna elettorale che lui alla questione termale ci sta concretamente pensando?
E poi, in secondo luogo, sarebbe importante capire se al prof. Faraci sono stati resi disponibili quei supporti tecnici e anche economici che sono necessari per poter assolvere al delicato compito assegnatogli.
Domande del tutto ordinarie, che potrebbero facilmente avere una risposta chiarificatrice e trasparente, se tutto non fosse avvolto nella nebbia di una incomprensibile e sospetta riservatezza che diventa reticenza.
Lancio a questo punto un’idea, magari irrealizzabile, ma lo faccio ugualmente: potrebbe essere opportuno che i professionisti di Sciacca e Acireale, degli ordini professionali interessati, lanciassero tutti insieme un segnale di disponibilità professionale al prof. Faraci per poterlo gratuitamente assistere ed aiutare ove ce ne fosse la necessità, rendendo così un importante servizio civico ai propri territori e costruendo le basi di un recupero delle strutture per un rilancio del termalismo siciliano, attraverso un piano industriale che possa essere integrato da progetti esecutivi già pronti e disponibili per la ricerca dei finanziamenti necessari.