Sul palcoscenico della politica cittadina, nella quale già fervono i preparativi per la preparazione delle liste in vista delle prossime elezioni amministrative, il fatto nuovo più rilevante è stato l’ingresso in scena del nuovo corso di Forza Italia con Mario Turturici, ex sindaco di Sciacca, nelle vesti di coordinatore cittadino. Il “parterre de rois” (traduco: “la presenza, a uno spettacolo, di un pubblico di eccezione”) nella riunione semipubblica che ieri ha celebrato l’avvio di questo “nuovo corso forzista sciacchitano” era comunque tale da rubare un pò la scena alla prima uscita pubblica di Mario Turturici alla guida del partito: seduti in prima fila c’erano infatti l’assessore regionale Marco Zambuto, il deputato nazionale Riccardo Gallo, la coordinatrice regionale di Azzurro Donna e nostra concittadina Maria Antonietta Testone, la coordinatrice provinciale del partito Margherita La Rocca Ruvolo (che in molti tra l’opinione pubblica vedrebbero vincente a Sciacca se si volesse candidare a sindaco) e poi c’era soprattutto Lui, il sempreverde e redivivo on.le Nuccio Cusumano, che avrebbe in questo tal modo certificato il proprio ingresso in Forza Italia.
Avrà già la tessera tricolore in tasca? Poco importa, Lui non è più il segretario politico del comitato cittadino della Democrazia Cristina e neanche l’esponente di tutti gli altri successivi partiti in cui è transitato (nell’ordine Partito Popolare, CDU, Popolo delle Libertà, Udeur, La Margherita, API, Partito Democratico, Italia Viva, ma forse qualcosa potrebbe essere sfuggita), Lui a Sciacca è solo Nuccio Cusumano e questo deve bastarci, Lui non ha bisogno di etichette politiche e anche i suoi comizi vanno bene per qualsiasi sigla, Lui è un politico di stampo antico che di volta in volta trasborda il suo pacchetto di voti da una parte e dall’altra.
Ma quanto pesano davvero oggi questi voti? Qui le opinioni divergono, anche se un po’ tutti sembrano poi concordare sul fatto che pesano meno di cinque anni fa.
Comunque il buon Nuccio Cusumano era lì, chissà quanto ospite davvero gradito, a ratificare il suo accordo con Forza Italia e con Mario Turturici, che alcuni già individuano come possibile candidato a sindaco di una coalizione di centro- destra, nella quale Tirturici dovrebbe però confrontarsi con le ambizioni politiche di chi il sindaco lo voleva fare cinque anni addietro, ossia quel Calogero Bono che ha adesso il suo riferimento nell’ex senatore, anch’esso già di Forza Italia, on.le Giuseppe Marinello (oggi arruolatosi sotto le insegne di Fratelli d’Italia).
Ma la “convention” cittadina di Forza Italia ha avuto anche il merito di sdoganare ufficialmente il divorzio dal partito di Berlusconi/Miccichè dell’ex sindaco Fabrizio Di Paola. Da mesi ormai si parla della volontà, o desidero che dir si voglia, dell’avv. Di Paola di ricandidarsi alla carica di sindaco, da lui già ricoperta prima di Francesca Valenti.
L’interessato non ha mai smentito, quindi data per certa questa suggestione è altrettanto certo che Fabrizio di Paola stia già lavorando alla preparazione di una propria lista “civica”, che per comodità di comprensione chiameremo “lista Di Paola”.
Ma non è il solo. Ormai da alcuni mesi, ma di giorno in giorno sempre più intensamente, quella della preparazione delle liste è l’attività assolutamente prevalente nel panorama politico cittadino. Più ancora degli incontri tra le diverse forze politiche, in quanto al momento ci si guarda intorno con molta circospezione, forse anche in attesa che i giochi politici regionali per l‘elezione del sindaco di Palermo e poi a seguire per le elezioni Regionali possano aprire nuovi orizzonti per intese e coalizioni.
Un’entrata in scena ufficiale di Fabrizio Di Paola potrebbe anche far da coagulo di tutte o di tante liste che i maggiorenti politicicittadini stanno preparando sotto le sembianze di “liste civiche”, dove la parola “civico” fa riferimento al fatto che quella lista non sia la diretta espressione di un ben definito partito politico (che a Sciacca dovrebbe riguardare soltantoil PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia).
Così ad esempio il gruppo “Venti-Ventidue” del trio Bellanca-Mandracchia-Settecasi ha già dichiarato che non parteciperà a colazioni nelle quali siano presenti liste con simboli di partito.
Altre liste in preparazione, stando alle consuete voci di corridoio, sono quella di “Onda” con riferimento all’avv. Carmela Santangelo e all’on.le Pullara e quella (si chiamerà ORABASTA!?) il cui riferimento politico è rappresentato dall’ ex sindaco Ignazio Messina, il quale al momento non sembrerebbe orientato a scendere in campo come candidato a sindaco
Altra preoccupazione del momento da parte dei diversi esponenti politici sembra essere quella di approfondire l’analisi finanziaria delle condizioni del Comune di Sciacca e di una programmazione (più definita del passato) delle cose importanti da fare e delle possibili fonti di finanziamento a cui ricorrere, considerato che la città è stata definitivamente messa in ginocchio dalle conseguenze del nubifragio e risollevarla sarà impresa non da poco, che richiederebbe innanzitutto nuove modalità di governo della cosa pubblica.
In questo copione di sceneggiatura ancora assai ben poco definitosi muovono, in cerca di una identità da protagonisti, Fabio Termine e il suo movimento Mizzica, che di progettualità e programmazione hanno sempre fatto una parola d’ordine.
Il monologo social di Fabio Termine contro il sistema politico cittadino, che in prima battuta avevo intitolato come “un bel gol” sembrerebbe però essersi rivelato un “autogol” che ha rinchiuso il leader di Mizzica in una sorta di temporaneo isolamento.
Sicuramente Fabio Termine ha fiutato la delicatezza del momento, tant’è che ha cercato immediatamente di stabilire un rapporto diretto che potesse fungere da chiarimento con alcuni esponenti della stampa locale e poi con alcuni esponenti del mondo del sindacato.
A giorni dovrebbe anche svolgersi un incontro di Mizzica con Sciacca Terme Rinasce di Michele Ferrara &C., che potrebbe anche portarci delle novità.
Certamente Fabio Termine ha di fronte a sé un bivio: proseguire nella strategia di attacco contro il “sistema politico cittadino” da solo contro tutti, con il dichiarato tentativo di far presa sull’elettorato di opinione di un pò tutti i partiti e movimenti, quello che lui definisce come voto libero; oppure, in alternativa, aprirsi a qualche significativa alleanza e coalizione, considerato che in politica le parole spesso volano ma poi si dimenticano, perché quello che contano sono i fatti e i voti.
Il Partito Democratico sembra infine impegnato al momento in una seduta di Yoga, che sembra fatta più di immobilismo che di riflessione.
In casa PD gli interrogativi sono tre, dando per scontato che Francesca Valenti non si ricandiderà: alle prossime elezioni amministrative ci sarà una lista con il simbolo del PD? La nuova segreteria di Gianluca Fisco riuscirà ad assumere un ruolo significativo e autonomo nelle scelte? Oppure un’eventuale lista più o meno targata come Partito Democratico sarà principalmente espressione delle scelte fatte dall’on.le Michele Catanzaro?