Si chiama via Isola Ferdinandea, collega la via Bivituredda (che scende verso lo Stazzone) alla via al Lido, il suo tracciato scorre parallelo al di sotto della via al Lido tra di essa e le case dello Stazzone, fiancheggiando la vecchia ferrovia.

Via Isola Ferdinandea è a tutti gli effetti una strada di proprietà comunale, ma chiamarla strada risulta quasi offensivo.

Sarebbe meglio dire un sentiero, forse neanche degno di uno status di “regia trazzera”.

Nasce a cavallo tra gli anni ottanta e novanta in funzione di due piani di lottizzazione della via al Lido convenzionati con il Comune: il piano Li Bassi e il piano Landori. Analogamente ad ogni piano di lottizzazione approvato dal consiglio comunale il rilascio delle concessioni edilizie venne accompagnato dalla cessione da parte dei privati, beneficiari delle concessioni, al Comune di porzioni di terreno per la realizzazione di strade, servizi e attrezzature.

In conseguenza di ciò venne tracciato il percorso che oggi si chiama via Isola Ferdinandea, vennero realizzati alcuni accessi al mare, ci sono aree residue in disponibilità del Comune e mai utilizzate, ci sono state passate le condutture fognaria, di luce, di gas e di acqua.

L’onere di manutenzione ordinaria e straordinaria di via Isola Ferdinandea spetta quindi al Comune, che di fatto non vi ha mai provveduto, facendola diventare una sorta di pista per rally automobilistico.

Perché il Comune di Sciacca non ci ha mai messo mano? Mistero assoluto, considerato che lo stesso Comune provvede invece alla manutenzione, più o meno regolare, di altre arterie che sono di proprietà privata e che rivestono comunque una certa importanza, come la discesa a mare a San Marco.

La via Isola Ferdinandea è rimasta confinata nel suo misterioso oblio per tanti anni, solo recentemente è tornata di attualità a seguito della costituzione del comitato di quartiere denominato “Via al Lido e Via Isola Ferdinandea” che, guidato dall’ing. Mario Di Giovanna, ha riportato agli onori della cronaca non solo le gravissime problematiche della via al Lido ma anche il disastroso abbandono della via Isola Ferdinandea, sulla quale nessuno si è mai degnato di effettuare un intervento anche minimo di manutenzione con la posa di un indispensabile stabilizzato, prima ancora di una dignitosa asfaltatura.

Ancor più la sistemazione della via Isola Ferdinandea è diventata di attualità quando, in conseguenza della frana che a novembre ha bloccato la percorribilità della via al Lido, il comitato di quartiere l’ha prospettata come una soluzione di transito alternativo migliore di quella ipotizzata dal Comune (bypass direttamente sulla via al Lido attraverso terreni di proprietà privata).

Sull’argomento Via Isola Ferdinandea, all’interno del comitato di quartiere, così si era espresso l’ing. Peppino Di Giovanna, già dirigente capo dell’ufficio tecnico comunale:

“La via Isola Ferdinandea da circa trenta anni è una strada di proprietà comunale aperta al traffico nei due sensi di circolazione. Il suo tracciato (larghezza della sede stradale, raggi di curvatura, pendenze etc.) è conforme al progetto dei Piani di Lottizzazione a suo tempo approvati dal Comune (non è una strada abusiva né privata né, tanto meno, chiusa al traffico). La sistemazione della sede carrabile, pericolosamente peggiorata con gli eventi dello scorso autunno, è quindi un preciso obbligo del Comune e non implica in nessun modo una variazione di regime o di utilizzo rispetto allo stato conclamato da 30 anni (e quindi neanche una assunzione di responsabilità, bensì una riduzione delle stesse, attualmente gravissime per lo stato di abbandono). I guardrail sono propri delle strade extraurbane e la illuminazione non costituisce affatto un requisito per la percorribilità. In ogni caso, come per qualunque altra strada, nel caso in cui si ravvisino criticità, basta imporre limiti di velocità. In questo caso sarebbe auspicabile un limite di 30 km/h.”.

In conclusione ci si chiede: è umanamente e amministrativamente ammissibile che un’arteria urbana, all’interno del centro abitato e “strategica” per la particolarissima e critica situazione dell’intera area circostante, continui ad essere lasciata nelle attuali condizioni?

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