Il tipo di comunicazione quotidiana sul Covid che spadroneggia sui mezzi di informazione è diventata ormai insopportabile?
Questa opinione ormai la condividono qualificatissimi esponenti del mondo scientifico, medico e giornalistico.
Si ci riferisce in particolare alle classifiche giornaliere dei contagi con annessi e connessi, quasi che il Covid sia diventato un appassionante campionato di calcio, con la non trascurabile differenza che in questo caso la classifica fonte di stress è giornaliera.
Oggi abbiamo così appreso che “anche Sciacca ha fatto il suo ingresso nell’elenco dei Comuni della provincia di Agrigento che hanno superato quota mille contagi, occupando la quinta posizione, e che nel report diffuso oggi dall’Asp di Agrigento i casi di Covid a Sciacca sono 1011, 74 in più rispetto al precedente rilevamento”.
Accendi la TV e si parla di Covid con relative statistiche e classifiche, apri un quotidiano cartaceo oppure on line e tutte le pagine iniziali sono dedicate unicamente al Covid con relative statistiche e classifiche, ti arriva il link di un giornale on line e uno su due riguarda i contagi Covid: quasi quasi ci rimani male se la tua città è in coda alla classifica, prima di accorgerti che qui funziona alla rovescia, in un modo molto cristiano, qui è primo chi è ultimo!
Il servizio fornito dai diversi mezzi di informazione, in particolare dal servizio pubblico, è sicuramente preziosissimo, in particolare lì dove evidenzia con la forza degli argomenti l’importanza della vaccinazione per evitare al massimo il rischio di complicanze polmonari fino alla rianimazione, ma il troppo comunque storpia e sicuramente sismo sommersi da una overdose di parole e di classifiche, il cui unico effetto è quello di creare eccessivo timore e ansia sociale.
In mezzo a tanto clamore mediatico, la buona notizia qui a Sciacca è che domani bambini e ragazzi tornano sui banchi di scuola in presenza.
Una generazione a cui è stata rapinata l’infanzia e con essa l’esperienza più importante, la scuola.
Non è dato sapere per quanto tempo ci ritorneranno davvero su quei banchi, se si passa in zona arancione la sindaca sarà prontissima ad ordinare la didattica a distanza, oppure basteranno due contagi in una stessa classe per ritornare a far scuola da casa.
Pur rispettando chi la pensa in modo diverso, vogliamo pensare che sia questa la strada giusta, non tanto perché ce lo hanno detto i tribunali amministrativi regionali, quanto piuttosto per riconsegnare alle giovani generazioni il diritto fondamentale all’istruzione nel suo più autentico significato.