Sul fronte della gestione pubblica della rete idrica integrata si è registrata la novità, ed era ora, dei primi interventi di manutenzione, all’interno del centro abitato, effettuati da squadre di A.I.C.A. che sono entrate in azione nella piazza Marconi e nella via Gaie di Garaffe, per riparare guasti della rete fognaria che avevano causato il dissesto del manto stradale.
A sette mesi dalla nascita di A.I.C.A. e dall’inizio della sua gestione, la situazione è tuttavia molto critica, sotto diversi aspetti di malfunzionamento del servizio, e sul nuovo gestore pubblico continuano a riversarsi polemiche e accuse da molte parti.
È tra l’altro ormai prossima la scadenza dell’affitto del ramo di azienda di Girgenti Acque, contratto che ha finora permesso all’AICA di beneficiare di tutto il personale, dei mezzi, degli impianti e delle strutture che facevano capo alla fallimentare gestione privatistica di Girgenti Acque.
La dichiarazione di fallimento della società privata che ha gestito il sistema idrico integrato ha come noto determinato l’intervento della curatela fallimentare del Tribunale civile di Palermo, con la quale a fine mese il consiglio di amministrazione di AICA dovrà ridiscutere il tutto, tra cui anche la delicata questione del futuro dei lavoratori. Il numero degli occupati è infatti superiore alle previsioni del Piano d’ambito e delle stesse attuali possibilità finanziarie di AICA, se si considera che l’altra grande criticità dell’AICA, è appunto quella finanziaria, per la sua perdurante mancata capitalizzazione.
Abbiamo sentito sull’argomento Franco Zammuto, segretario della Camera del Lavoro di Sciacca e da sempre tra i più attivi promotori della gestione pubblica dell’acqua, concretizzatasi poi con la nascita di AICA, e impegnato frequentemente a ribattere le argomentazioni di quanti invece, alla luce della disastrosa situazione attuale, ritengono che occorra “porre fine ad una agonia che sempre più ha già segnato il destino della consortile”.
Zammuto ci dice di non condividere l’argomentazione di chi afferma contesta il fatto di chi argomenta che la gestione idrica affidata ad AICA non è migliorata rispetto alla gestione commissariale che l’ha immediatamente preceduta:
“ Sarebbe più giusto fare riferimento, per un raffronto corretto, con la gestione privatistica di Girgenti Acque” affetma Zammuto, il quale comunque riconosce come assolutamente legittimo che i cittadini protestino per un servizio “da terzo mondo”.
Criticare la scelta dell’azienda pubblica, cioè AICA, come se fosse la causa del mancato funzionamento della gestione, è per Franco Zammuto assolutamente fuori luogo.
“Chi può dire – si chiede il sindacalista – che una società privata non sarebbe stata un’altra “Girgenti Acque (fallita con oltre cento milioni di debito)? “.
“Ci sarebbe stato un altro gestore privato interessato o, come si è “sussurrato” avremmo finito con il doverci affidare a Sicilia Acque che, bontà loro, praticano la tariffa più alta, addirittura oltre il doppio, di tutte le tariffe d’Italia?” si chiede Franco Zammuto.
“La verità è quella che nessun vuol dire, ossia che i 41 Sindaci della provincia non decidono a schierarsi in modo autenticamente convinto a favore della gestione pubblica del bene comune acqua, in assoluto il più “comune” che possa esistere, che non può essere gestito con il tipico metodo politico del nostro Meridione, fatto di indifferenza, incapacità, ignoranza, interessi” afferma senza mezzi termini Zammuto: “AICA è stata costituita in fretta e furia, catapultata nella gestione idrica a causa della drammatica situazione che si era creata con il fallimento di Girgenti Acque, addirittura un conflitto tra la gestione commissariale prefettizia e l’intervento del giudice fallimentare”.
“Quando si decise e si scelse di affidare la gestione ad AICA tutti i sindaci sapevano che AICA non era ancora dotata dell’indispensabile capitale sociale, quindi era già evidente ch dovessero farsi carico di finanziare AICA, pro quota”.
“ Erano consapevoli o non avevano capito? E che dire del goffo intervento della Regione relativamente al prestito di 10 milioni di euro?”.
“E anche dopo che la Regione è riuscita a metterci una pezza – conclude Zammuto – quanti sindaci hanno provveduto al versamento di loro pertinenza?”
“ Ma quello che ritengo più di tutto inaccettabile è la certificazione di fallimento che alcuni fanno della scelta di conferire la gestione all’Azienda Speciale Consortile invece che ai privati. AICA di fatto non è mai partita perché molti sindaci non la volevano e continuano non volerla”.
E anche sulla questione del paventato pericoli riguardo al personale Zammuto, a conclusione dell’intervista, la manda a dire:
“ E’ vero che il Piano d’ambito prevede una sostanziale riduzione del personale, dice il sindacalista, ma questo potrà avvenire solo a regime, quando saranno superate e sistemate tutte le attuali problematiche che affliggono la rete idrica integrata e con essa i nostri concittadini”.