Nella nostra vita “normale” si diceva, sorridendo, che a Sciacca una festa tirava l’altra.
Così, dopo quelle natalizie, si cominciava a pensare al Voto e alla Festa della Patrona, il 1 e il 2 Febbraio. Subito dopo, San Valentino, il 12 e ancora dopo, arrivava Carnevale.
Insomma, una dopo l’altra , il calendario era sempre pieno di ricorrenze da trascorrere in famiglia e con gli amici, impegnati a preparare quegli incontri che sapevano di vita.
Ma la vita di adesso scorre monotona, sempre uguale, tutti i giorni, con il grigiore di una quotidianità che ci opprime con le sue angosce e i suoi problemi, legati principalmente allo sforzo di mantenerci in buona salute e di non incorrere nel virus o in altre sciagure ad esso collegate.
Sui nostri profili social, quasi a volercelo ricordare, scorrono con amarezza le foto degli anni passati, delle feste passate, siano esse compleanni, veglioni, schiticchi…tutto sa di passato, poco di presente, niente di futuro. La nostalgia si fa sempre più forte, soprattutto quando , come in questi giorni, ricordiamo quanto era bella, solenne e commovente la processione della Madonna del Soccorso.
Con cappotti pesanti , con pellicce per chi le aveva, ma con il cuore leggero e devoto, nessuno di noi voleva mancare all’appuntamento con Lei. Un incontro di fede e di speranza, un incontro d’amore. Le strade e i vicoli stracolmi di un popolo festante. I balconi straripanti di gente in attesa.
E poi l’abbraccio con gli amici e i conoscenti, mentre aspettavamo sul sagrato che arrivasse la vara sorretta dai marinai a piedi scalzi, che sfidando il freddo, onoravano la protettrice di tutti noi. E i palloncini colorati che , di tanto in tanto, sfuggivano dalle mani dei bambini e si alzavano in volo facendoci sollevare in alto lo sguardo. E la letizia delle campane che non si stancavano di mandare il loro suono dalla torre campanaria, e le note della banda musicale, e le peripezie del presidente di turno della cooperativa pescatori che saliva sulla vara per dare ordini gesticolando all’impazzata. E le preghiere recitate dagli altoparlanti e il grido di “W Maria!!!”.
Quanto era bello tutto questo!
E per noi che abbiamo superato una certa età, il rimpianto si fa più amaro, perchè la pandemia ci sta togliendo gli anni in cui dovevamo serenamente affrontare il giro di boa della nostra vita.
Ogni momento della storia ci richiede comportamenti consoni, ci dobbiamo adeguare