Quando si parlava di “Stazzone” negli anni 50, si intendeva il borgo marinaro situato a sud dell’abitato di Sciacca, dove operavano le attività legate alle antiche fornaci che producevano mattoni e tegole di creta. “Stazzonari” erano gli operai che lavoravano a due passi dal mare, producendo tali manufatti. Il termine potrebbe fare riferimento al latino “stationem” in riferimento a un posto dove si effettuava una sosta oppure ai “cretai” o figuli come sono denominati i produttori o venditori di ceramica in un atto notarile dl 1650 redatto da un notaio di Nardò (Lecce).

C’erano una fila di casupole, magazzini per la maggior parte, costruiti l’uno accanto all’altro e limitati, sul davanti, dal mare e dietro dalla linea ferrata su cui transitavano treni a scartamento ridotto e “littorine” con i loro vagoni color ruggine che collegavano la piccola stazione ferroviaria di Sciacca con quella di Castelvetrano.

Molti dei magazzini dello Stazzone servivano ai figuli per conservare manufatti e forni e ai marinai per conservare le reti da pesca che spesso stendevano sul quel tratto di spiaggia per rammendarle. Negli anni 60 inizia una svolta nella zona: molti dei magazzini vengono acquistati e ristrutturati, mantenendo la fisionomia architettonica tradizionale. Palazzine con pianterreno e primo piano, tutte allineate. I saccensi scoprono lo Stazzone come posto ideale per la villeggiatura. La spiaggia è accogliente e cominciano a svilupparsi locali e stabilimenti balneari: Il Porticello, Il corsaro, Da Giacomino, Il chiosco azzurro e il Lido . Interi nuclei familiari fanno le loro vacanze nel contesto di un quartiere che sa di familiare e alimenta amicizie e sogni.

Si riconoscono in questa foto le sorelle Rita e Nella Rosa, Enrico Muratori, Francesca Scaturro Playa, Vincenzo Bongiovì (Failla), le famiglie Augello, Bentivegna, Marino, Vitale.

La mattina al mare, il pomeriggio sul marciapiedi a giocare a ramino, la sera i ragazzi e le ragazze ballano con i loro amici che scendono dal paese. Schiticchi dalla mattina alla sera. Lo Stazzone diventa il luogo del cuore per tanti che in estate scendono in Sicilia a riscoprire le proprie origini.

Giuseppa Cascio Saint Martin dipinge il banano dello Stazzone.

Negli anni 80, ancora un balzo avanti con la presenza imponente e trascinante di Salvatore Turiddu Marinello, che apriva il suo negozio di articoli nautici e, da appassionato residente dello Stazzone si fa animatore di giochi per i ragazzi e adulti. Anche chi non risiedeva, scendeva a partecipare alle iniziative.

Nella foto: Salvatore Marinello, Sino Mazza e Pino Mucaria. Di fianco: Enzo Bongiovì e Leonardo Maniscalco.

Nasce la mitica “padella”, all’interno della quale Marinello e collaboratori preparavano, una volta l’anno, in Settembre di solito, un favoloso minestrone con tutti gli ortaggi di stagione, facendolo assaggiare a tutti i frequentatori del Borgo. Le spese venivano coperte con una raccolta spontanea tra i residenti e gli ospiti. Turiddu si inventa poi “La festa dello Stazzone” con tanto di messa, processione, giochi per ragazzi e gara di ballo liscio per gli adulti.

Tutti i giochi “da strada” tradizionali, dalla padella annerita con la cenere, alla pignata da colpire con il bastone, alla corsa con i sacchi. Era un tripudio di gioia e di festa soprattutto per i bambini e i ragazzi che si davano appuntamento, ogni estate, allo Stazzone. C’erano i miei figli, ma anche i Vaiana, i Mobilia, i Di Giovanna , i Curreri, gli Sclafani,i Friscia, i Marciante, i Geraldi, i Carruba, i Rosa , gli Ambrosetti, gli Alberti , i Dulcimascolo i Maniscalco, i Carlino i Marinello e quanti altri? Erano loro i protagonisti assoluti. E poi si sono aggiunti la “maccheronata” e la mangiata delle fette di anguria.

Nino Bongiovì, Nino Maniscalco, Angelo Pumilia, Giuseppe Geraldi.
Salvino Marciante, Lina Guadagna, Adriana Nicolosi, Angelo Pumilia. al centro, la piccola Alessandra Nuzzo.

Ma il clou della festa dello Stazzone era la gara di ballo liscio che Turiddu Marinello amava tantissimo, Una specie di “ballando con le stelle” ante litteram! Vi partecipavano molte coppie che venivano giudicate da un’apposita giuria con le palette, C’era l’orchestra dal vivo. Suonava anche mio padre. Ricordo che la prima edizione la facemmo nello slargo davanti casa mia, accanto al Porticello. Delle travi con le bandierine di carta colorata delimitavano l’area della pista (che poi era praticamente a terra). La giuria, di cui facevano parte alcuni stazzonari competenti in materia( si fa per dire), era seduta di fianco. Vinceva la coppia che prendeva più punti. Mi ricordo dei campioni di allora come la coppia Nuzzo Buonocore, fantastici sia nel ballo che nella vita, eleganti, pieni di charme.

La premiazione di una gara di liscio. Si riconoscono Pietrino Carruba, Nuccia Santangelo, Salvino Marciante, Flavia Verde, Alfredo Ambrosetti, Daniela Capurro

Si aggiunse poi la gara di cucina, riservata alle signore. Anche qui una specie di “Masterchef” de noantri! Che spasso! Partecipavamo, a coppie, noi mamme dello Stazzone, ma anche qualche ospite “di fuori”. C’era anche qui una giuria, di solito formata da villeggianti stagionali. Con Antonella Dimino, Marisa Belfiore, Anna Alberti, Anna Friscia, Chiara Vullo Vaiana partecipai proprio quella volta che ci diedero da preparare un piatto con le triglie. Ci classificammo ultime! Vinse una nostra amica di Napoli con delle frittelle a base di alghe. ma eravamo tutte contente che a vincere fosse una che veniva a villeggiare da noi.

Gara di cucina alla festa dello Stazzone. Presentatore: Salvatore Mandracchia

Erano gli anni del Boom economico e della crescita anche della nostra piccola comunità e del nostro amato Stazzone. Tanti ragazzi sono cresciuti lì, alimentandosi di gioia e sano divertimento. Competere era bello e collaborare tutti insieme un imperativo etico. La nostra spiaggia era pulita e il nostro mare trasparente e cristallino. Tutto l’ambiente era sano. E noi eravamo felici.

FLAVIA VERDE

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