Camminando a piedi per le strade della mia città, in pieno centro storico come nei quartieri di periferia, mi capita troppo spesso di chiedermi il perché noi sciacchitani dobbiamo ritrovarci nelle condizioni di dover essere considerati come cittadini di quarta serie, incapaci di quel minimo di educazione civica che imporrebbe di tener pulito il pavimento delle nostre vie, piazze, scalinate e cortili così come teniamo pulito il pavimento delle nostre case.
E’ ormai l’argomento più trito e ritrito del nostro piccolo mondo sciacchitano, ma anche quello basilare per avviare un percorso di rinascita della nostra città.
Come imparare a leggere e scrivere per un bambino della scuola elementare.
Le foto sono state fatte ieri sulla scalinata della centralissima Salita Consiglio, ma si trova qualcosa di simile o anche peggio un po’ dovunque andando un po’ in giro.
Sul perché a Sciacca si sia di anno in anno aggravata questa situazione è possibile argomentare in modo diversificato, dalla perdita di ogni senso civico in larga parte della comunità fini alle carenze amministrative del servizio pubblico di pulizia urbana e di scerbatura.
Sicuramente degrado chiama degrado, nel senso che ogni situazione negativa diventa un moltiplicatore di mancanza di senso civico per il cittadino.
Fatto sta che gli stessi “cittadini incivili” di casa nostra diventano poi “cittadini virtuosi” appena scendono dall’aereo che li trasporta nelle pulitissime città del nord Italia.
Quindi bisogna partire dall’alto, perché l’approccio dal basso del cambio culturale in termini di educazione civica richiederebbe tempi troppi lunghi.
Il decoro urbano, in primis sotto forma di pulizia di quella nostra casa comune che dovrebbe essere la propria città è quindi una delle prime emergenze che la nuova amministrazione dovrà affrontare per far ritornare Sciacca ad essere non solo una città bella in sé ma anche bella e accogliente per come viene rispettata e curata dai suoi stessi abitanti come cittadini di serie A, in una parola una città davvero vivibile e turistica per chi ci arrivada fuori.