Potrebbe essere di gravità inaudita ciò che sta accadendo in queste ore all’assemblea regionale siciliana in materia di termalismo. All’ordine del giorno della seduta in programma oggi pomeriggio c’è l’esame del DDL n. 235-945-962 Stralcio I-IV COM/A recante “Norme in materia di acque termali”. Si tratta in sostanza dell’attesa normativa di riforma in Sicilia di quel settore termale ad oggi quasi totalmente chiuso e nel degrado più assoluto: il disegno di legge in questione intenderebbe “introdurre nella legislazione regionale un moderno ed attuale corpus normativo anche con l’intento di promuovere le varie componenti del settore” per farne un traino dello sviluppo turistico ed economico regionale.
Accade però che Massimo Caputi nella sua qualità di Presidente di FEDERTERME, ossia la Federazione Italiana di Confindustria che rappresenta gli imprenditori delle industrie italiane di Acque Minerali e del Benessere Termale, faccia pervenire al Presidente della Regione, agli assessori dell’Economia e della Salute, al Presidente dell’assemblea regionale e a tutti i presidenti dei gruppi politici parlamentari, una lettera (datata 11 marzo) dai toni durissimi, che esprime pesanti rilievi e considerazioni sul disegno di legge in questione. Massimo Caputi afferma tra l’altro di aver già manifestato le riserve di FEDERTERME, che subito dopo ritorna ad elencare, in occasione dell’audizione del 21 dicembre scorso in IV Commissione Ambiente e Territorio.
Per il massimo esponente di FEDERTERME l’approvazione del disegno di legge nel testo proposto “ avrebbe pesanti ricadute sul termalismo siciliano portandolo alla paralisi nel giro di poco. Sarebbe bloccata ogni possibilità di sviluppo delle Terme in Sicilia, incluse Sciacca ed Acireale, allontanando in modo definitivo qualunque investitore dal comparto”. Per questo il presidente di FEDERTERME chiede a tutti i destinatari della sua missiva di svolgere una più approfondita riflessione sugli effetti che il provvedimento legislativo avrebbe, se approvato, sulle economie di interi territori e quindi chiede che si apportino i necessari correttivi.
A questo punto delle due l’una: qualcuno sta sbagliando clamorosamente, la commissione parlamentare regionale che ha elaborato i contenuti e il testo del disegno di legge oppure il presidente FEDERTERME.
Ci sia permesso di temere che la cosa più probabile possa essere che la Regione stia commettendo l’ennesimo “delitto” in materia termale, ben conoscendo tutti i disastrosi errori che in Sicilia sono stati messi in fila dalla Regione, uno dopo l’altro, nella gestione pubblica del patrimonio termale dell’ultimo cinquantennio. Per questo ServireSciacca, senza voler entrare nel merito dei rilievi messi nero su bianco da FEDERTERME, ritiene quanto meno condivisibile la posizione assunta dal parlamentare del territorio Michele Catanzaro, di opposizione alla giunta regionale in quanto esponente del Partito Democratico, che ha immediatamente dichiarato di condividere l’esigenza di una ulteriore e approfondita valutazione del disegno di legge da parte del Parlamento regionale alla luce delle criticità individuate da FEDERTERME.
Qui di seguito riproponiamo il testo completo della lettera di FEDERTERME: