Una nota fortemente caratterizzante della campagna elettorale per le amministrative in corso aSciacca, che ha visto Ignazio Messina bruciare i tempi con la sua discesa in campo, è stato finora il silenzio assoluto, talmente forte che potremmo definirlo “assordante”, che ha contraddistinto quel Partito Democratico di cui, è tra l’altro, espressione la sindaca uscente Francesca Valenti. Mizzica e Fabio Termine si sono proposti con la piattaforma NEXT e due uscite pubbliche; Ignazio Messina è in piena campagna elettorale, ha lanciato piattaforma SCIACCA LAB e a lui si sono aggiunti i gruppi più o meno civici di Sciacca Terme Rinasce, Venti Ventidue e Onda; il centro-destra occupa giornalmente lo spazio di cronaca con i suoi veti incrociati, che l’hanno fatto diventare una sorta di “tela di Penelope”.
Dal PD invece nulla, solo silenzio. Per la verità dei Dem si è un po’ parlato a proposito della possibile candidatura di Carmelo Burgio, che sarebbe stata assai gradita sul versante DEM, ma anche in quell’occasione la riservatezza l’ha fatta da padrone.
A un certo punto ci siamo chiesti se possa trattarsi di una strategia, più o meno efficace, o se quel che resta del Partito Democratico sia ormai talmente isolato da non sapere più cosa dire e chi proporre come candidato, magari di bandiera.
Abbiamo allora rivolto la domanda che fa da titolo a questo articolo direttamente al segretario del Circolo cittadino, Gianluca Fisco, e al segretario provinciale e nostro concittadino Simone Di Paola.
Queste le loro risposte.
Gianluca Fisco: “Stiamo cercando di fare del nostro meglio, giornalmente incontriamo tante persone e quasi quotidianamente ne parliamo, con tutti i dirigenti del partito e con la mia segreteria. Non è questo il momento delle conferenze stampa o dei comunicati. È il momento di costruire una coalizione più forte e competente possibile per garantire alla città la migliore guida”.
Simone Di Paola: “La qualità dell’azione e del radicamento di una forza politica su un territorio, non si misurano dalla quantità dei comunicati stampa e delle dichiarazioni social, il più delle volte vuote di senso e di contenuto, che servono solo ad alimentare le passerelle ed il circo mediatico preelettorale. Il Partito Democratico, a Sciacca come in tutti gli altri comuni che andranno al voto, sta lavorando in silenzio e lontano dalle luci dei riflettori, ma con grande forza e serietà e sarà certamente protagonista della prossima competizione elettorale e, soprattutto, della prossima stagione politica e amministrativa della città di Sciacca”.
Queste quindi le risposte “ufficiali” al nostro interrogativo. Il PD starebbe lavorando sotto traccia. E il risultato, ci è stato sussurrato, dovrebbe vedersi a breve.
Sicuramente, ed è la nostra opinione, sta lavorando tra difficoltà non indifferenti. Difficoltà che partano da lontano, e riguardano innanzitutto la modalità di gestione del partito negli ultimi anni, molto accentrata e poco aperta al confronto con la base, con il mondo civico, con il fermento sociale più vivo e autentico. Il rinnovo del direttivo, con tutta una serie di incarichi settoriali, è probabilmente troppo recente per aver determinato significativi cambiamenti di rotta. Il fatto che il termometro di popolarità dell’amministrazione Valenti segni da tempo temperature al ribasso è un’altra condizione oggettiva di difficoltà, perché essendo l’attuale giunta una sorta di monocolore Dem il partito ha inevitabilmente finito con l’appiattire la propria immagine su quella dell’amministrazione in carica, a maggior ragione per i legami politicamente assai stretti tra Michele Catanzaro e Francesca Valenti. C’è infine una sorta di effettivo isolamento in cui di fatto il PD è costretto a ritrovarsi. Da Mizzica si è visto subito chiudere le porte, a torto o a ragione. Con la componente di sinistra-centro- destra di Nuccio Cusumano è da tempo guerra aperta, Forza Italia a Sciacca senza Nuccio Cusumano non si sa quanto possa davvero pesare, con le altre forze del cosiddetto centro-destra ogni alleanza è per definizione da escludersi. Con chi dovrebbe allearsi quindi il PD, che dovrebbe tirar fuori dalle proprie fila una personalità di elevato spessore politico e sufficientemente “trasversale”, essendo tra l’altro gravato del peso di un’amministrazione uscente non particolarmente popolare? Resta allora il silenzio, magari più dignitoso delle inutili chiacchiere ad uso social su altri fronti, preludio o meno di un annuncio a sorpresa.