Sono sempre più agitate e confuse le acque della scena politica cittadina, ormai in pieno clima pre-elettorale.
Il cosiddetto centro-destra sembra in preda ad un autentico caos, che si manifesta nella incapacità, a tutt’oggi, di esprimere un proprio candidato sindaco. Sembrerebbe che Fabrizio Di Paola ci abbia alla fine ripensato: non è più disponibile a candidarsi. Ci troveremmo così di fronte ad una sorta di andata e ritorno del tutto immaginifica, nel senso che l’ex sindaco non ha mai reso pubblica quella che il mondo intero ha raccontato come una sua fortissima voglia di riproporsi per la carica di primo cittadino e adesso poi non c’è nulla di pubblicamente dichiarato in questo suo improvviso ripensamento, comunque anch’esso sventilato da tutti ai quattro venti. Ma tant’è, la politica è fatta così e a questo punto la spiegazione più plausibile è che Di Paola si sia infine reso conto delle insufficienti garanzie assicurate da una coalizione politica che non riesce a convergere unanime sul suo nome e nella quale ognuno sembra non fidarsi dell’altro. In questo guazzabuglio del centro-destra l’unica certezza, si fa per dire, è arrivato da uno scarno comunicato di Mario Turturici, che nella sua qualità di coordinatore cittadino di Forza Italia ha esplicitato che. “ il venir meno delle condizioni di agibilità unitaria del centro/ destra impegnerebbe FI alla esplorazione di altre soluzioni sempre di più rispondenti alle aspettative della città”.
Ma veniamo al cosiddetto centro-sinistra, dove siamo stati o siamo vicini ad una notizia che potrebbe davvero essere una significativa novità, ossia la candidatura a sindaco dell’avv. Salvatore Mannino. Ma qui la notizia davvero certa è un’altra, ossia l’entrata in scena come protagonista di un attore inaspettato, ovvero un organo di stampa che ha fatto partire un qualcosa che assomiglia a un fuoco di sbarramento contro la possibile candidatura di Salvatore Mannino, con tutta una serie di argomentazioni che nella forma mettono sotto accusa il Partito Democratico per una candidatura che nella lettura di quel giornale solleva la suggestiva visione delle “giovani reclute russe inviate in Ucrania e alle quali è stato detto di essere protagonisti di una nobile missione, ma che nella realtà sono state vittime dell’ingordigia di una visione folle di riesumazione storica di un tempo imperiale che fu”. Un intervento, calcisticamente parlando, a gamba tesa nei confronti di una candidatura non ancora maturata che ci stimola ad una possibile visione di segno contrario e speriamo super partes. Salvatore Mannino non ha mai avuto in tasca tessere di partito, non ha finora mai fatto politica attiva nei partiti e nelle istituzioni, tranne che nel Movimento delle Sardine e nel volontariato educativo scout. Se si concretizzasse, questa candidatura di Salvatore Mannino potrebbe consentire al Partito Democratico di uscire dall’angolo in cui sembrava essere relegato, spiazzando un po’ tutti, perché i primi immediati commenti raccolti subito dopo l’annuncio di questa possibile discesa in campo sembrano abbastanza concordi nel considerare il profilo di Salvatore Mannino, per le sue personali caratteristiche, capace di sparigliare le carte sul tavolo di gioco della competizione elettorale e magari anche dei risultati finali. Vediamole quindi queste caratteristiche, visto che tutti ne hanno già voluto parlare, e lo facciamo raccogliendo quel che ci ha detto la gente nel momento in cui questa possibile candidatura è diventata di dominio pubblico. E’ sufficientemente giovane, ha 46 anni, quindi assicura quel ricambio generazionale che in molti apprezzano; non ha mai fatto politica nei partiti; ha un carattere, o personalità che dir si voglia, empatica e aggregante; è molto ben conosciuto, anche per la sua lunga e significativa esperienza nel volontariato educativo dello scautismo e poi, più recentemente, per aver fatto l’istruttore in scuole di calcio giovanile; ha quello spirito propriamente scout di chi ama l’avventura e vuole con caparbietà dare sempre un calcio alla “im” di im-possibile; è uno stimato professionista (avvocato); e in ultimo, ma non per ultimo, è un Mannino, e questo a Sciacca è una cosa pur sempre importante. Insomma, ci sarebbero tutti gli elementi anche per poter dire che la sua entrata in campo non sarebbe affatto di quelle che passano inosservate, e forse il fuoco di sbarramento già lo conferma, nonostante sia all’esordio assoluto su un campo di gioco sicuramente più difficile di quello a lui più familiare del calcio, e che potrebbe mettere in discussione equilibri che sembravano fissati, anche perché in tanti non mancano di attribuirgli una potenziale capacità “attrattiva” molto trasversale. E per finire, dopo tanto parlare e straparlare di civismo, il colpo di scena potrebbe essere quello di una candidatura che davvero civica almeno per quanto riguarda la persona, risultando evidente che l’attenzione su questa persona si è accesa all’interno di uno schieramento politico ben preciso, quello che ha nel Partito Democratico il riferimento principale. Lasciamo quindi all’avv. Salvatore Mannino il tempo di maturare quella che lui riterrà sia la scelta giusta, personale e definitiva se candidarsi o meno, tanto più che personaggi assai più navigati di lui nel mare della politica continuano a sfogliare la margherita da molto più tempo. Uno di questi potrebbe essere quel Fabio Termine di Mizzica che abbiamo sempre considerato già sceso in campo come candidato, avendolo egli stesso confermato ai nostri microfoni, ma che altri commentatori continuano a invece definire come un candidato “quasi certo” in quanto non ancora ufficiale, in mancanza di una sua pubblica dichiarazione chiaramente esplicativa in tal senso. Anche qui stranezze della politica, che confermano quanto siano agitate le acque in questa particolare fase che vede ancora in campo, stante le incertezze si Fabio Termine, un solo “candidato ufficiale”, il lanciatissimo Ignazio Messina.
Altra e ultima novità sono state oggi le dimissioni dell’assessore Nino Venezia, che con uno scarno comunicato stampa ha detto di averlo fatto per correttezza istituzionale nei confronti di Francesca Valenti immediatamente dopo che la stessa ha annunciato il proprio disimpegno dalla corsa per la prossima consiliatura, considerato che il gruppo politico a cui appartiene lo stesso Venezia (quello che fa riferimento all’on.le Totò Cascio) è stato legato esclusivamente al progetto politico impersonato da Francesca Valenti. Con queste dimissioni evidentemente il gruppo politico in questione intende temersi le mani libere nelle trattative in corso per le alleanze elettorali: alcuni hanno letto subito questa iniziativa come un avvicinamento a Ignazio Messina, non manca tuttavia anche qualche segnale in direzione diversa, vedremo nei prossimi giorni.