Dopo la discesa in campo di Matteo Mangiacavallo, che con un profilo politico trasversale si è posto alla guida di una coalizione di centro-destra forte di 6 liste, che potrebbero diventare 7 se “Sciacca al Centro” scioglierà i suoi nodi interni e le sue perduranti perplessità sulla coalizione, l’attesa si concentra tutta sul confronto Mizzica – Partito Democratico per trovare l’accordo su un candidato unico.
Su questo tavolo di lavoro le difficoltà sono una generale di carattere politico e l’altra più specifica sulla scelta della persona da candidare.
La prima è più che altro una difficoltà che avverte il gruppo politico di Mizzica che fa capo a Fabio Termine e consiste nell’ accettare e nel fare accettare ai propri simpatizzanti un’alleanza con quel Partito Democratico che nel suo impegno amministrativo come giunta Valenti è stato anche severamente messo sotto accusa da Fabio Termine. Tale difficoltà è probabilmente superabile ricorrendo ad un patto di ferro sul piano programmatico e sulla scelta degli assessori. Quella più grossa è invece la difficoltà di scelta del candidato sindaco, nell’alternativa tra quel Fabio Termine che non ha mai fatto mistero di considerare proprio il ruolo di primo cittadino come quello che può offrire maggiori garanzie di discontinuità rispetto alla politica locale dell’ultimo decennio e quel Salvatore Mannino, nuovo alla politica, che con la sua immagine sia civica che giovanile incontra in pieno i desiderata del gruppo dirigente Dem.
E’ un’alternativa che, oggettivamente, può presentare punti a favore sia in un senso che nell’altro, ma al di là delle variabili valutazioni pro e contro ciascuna delle due ipotesi quel che sembra certo è che nessuna delle due parti sembra al momento voler prendere in considerazione l’idea del passo indietro. Altrettanto certo sembra certo che né Mizzica né PD possono a questo punto alzarsi definitivamente da quel tavolo con un nulla di fatto e partecipare alle amministrative correndo da soli: con molta probabilità la mancanza di un candidato unitario del centro-sinistra li indebolirebbe a tal punto da ridurre le eventuali candidature a sindaco come disponibilità politica di bandiera.
A questo punto, se nessuna delle forze in campo del centro-sinistra riuscisse a prevalere, una ultima soluzione in extremis potrebbe essere quella di un candidato terzo, dotato di requisiti di credibilità personale e politica che possano farlo considerare super-partes e garante dell’alleanza “Mizzica- PD- Termine- Mannino+ eventuali altri” in una coalizione di centro-sinistra.