Habemus Papam, si potrebbe anche esclamare sorridendo, sul fronte del cosiddetto centro- sinistra sciacchitano. Ed era ora, ma il tempo perso andrà adesso recuperato.
La fumata bianca è stata sul nome di Fabio Termine, leader di Mizzica, un premio alla sua granitica volontà di ricandidarsi per la seconda volta consecutiva a sindaco di Sciacca. Per la verità Fabio Termine candidato di fatto lo era già sin dalle sue dichiarazioni pubbliche del 6 marzo scorso, ma aveva poi deciso di tenere la cosa in uno stato di sospensione perché alla ricerca di possibili alleati.
Non pochi dei suoi stessi simpatizzanti gli avevano per la verità già suggerito, sin dagli albori della campagna elettorale, di scegliere una strada intermedia, ovvero quella di un consolidamento della sua forza politica attraverso un patto elettorale di ferro con qualche altra forza politica affine, ad esempio con lo stesso Ignazio Messina che poi in mancanza ha preso a bordo altre forze, anche a costo di dover sacrificare la sua candidatura in queste amministrative.
Ma Fabio Termine ha ritenuto giusto tirare avanti per la sua strada, nel nome di un auspicato cambiamento nel modo di amministrare la città, e alcuni osservatori rimangono anche convinti che la possibile candidatura di Carmelo Burgio avrebbe potuto maturare in assenza delle intransigenti posizioni di Mizzica.
Ad un certo punto tuttavia Fabio Termine si deve esser convinto che Mizzica da sola non poteva vincere la campagna elettorale, considerata anche la tambureggiante e variegata offensiva delle truppe di Ignazio Messina, ragion per cui ha deciso di intraprendere la strada della ricerca di un’alleanza, e dopo aver sfogliato una margherita composta da tre petali ha scelto la soluzione più naturale e fisiologica sotto il profilo politico, ovvero quel Partito Democratico che in molti danno per bollito dopo l’amministrazione Valenti, ma che dovrebbe pur sempre contare su un elettorato abbastanza affine ai “rinnovatori” di Mizzica e che potrebbe anche ricevere un rinnovato slancio dall’incontro con la tanto dichiarata “progettualità” di Mizzica.
Alcuni si sono già affrettati a criticare lo sposalizio con quella parte politica che Fabio Termine dai banchi dell’opposizione ha sempre, o spesso, contestato in consiglio comunale, ma la politica deve anche avere una sua logica di fondo e tale alleanza appariva a questo punto la più naturale e coerente, poi saranno le urne a dire quanto davvero forte. Non si poteva far prima? Certamente, e quindi ci sarà ancora più terreno da recuperare sul “Patto per Sciacca” messo su a tempo record da Ignazio Messina. I tempi sono quindi maturi perché Mizzica tiri fuori dal cassetto quel patrimonio di visione della città, di idee e di progetti di cui si è professata sempre portatrice, con il contributo positivo che potrà arrivare dal PD.
Il Partito Democratico da parte sua ha dovuto rinunciare alla sua proposta di candidare a sindaco il civico Avv. Salvatore Mannino, ma il partito dell’amministrazione uscente non aveva molte frecce al suo arco, le ha messe tutte sul tavolo ma hanno evidentemente prevalso quelle di Mizzica, e a questo punto i Dem non hanno avuto altra scelta che fare di necessità virtù.
Con questa definizione di tre candidati in corsa (Mangiacavallo, Messina e Termine) per la poltrona di sindaco, rimane oggi senza alleati il solo gruppo dipaoliano di “Sciacca al Centro”, al quale la neonata alleanza Mizzica/PD aveva offerto di fare da “gamba centrale e civica” nella nuova coalizione che guarda a sinistra, ma l’ex sindaco Di Paola al momento non ha ritenuto di aderire a questa possibilità.
I prossimi giorni ci daranno una risposta definitiva sulla partecipazione o meno alla competizione elettorale, e con chi, della lista Sciacca al Centro: a questo punto ogni previsione a tal proposito sarebbe fatta solo per essere subito dopo smentita.
Abbiamo atteso finora l’uscita di un comunicato ufficiale congiunto che ci consentisse di “leggere” meglio i contenuti dell’accordo politico di centro-sinistra, ma evidentemente la sua elaborazione sta richiedendo più tempo del previsto, ragion per cui torneremo in argomento.