Il Maggio che sta per aprirsi sarà un mese piuttosto caldo per Sciacca e la ragione è abbastanza chiara a tutti. Le elezioni amministrative sono un momento particolarmente sentito in ciascuna comunità e la nostra non fa eccezione. Oramai, gli schieramenti politici in corsa hanno assunto la loro fisionomia e i candidati a Sindaco si sono mostrati alla città: non resta altro che ascoltare cosa avranno da proporci in attesa del fatidico 12 Giugno, domenica di inizio estate in cui decideremo il destino del nostro amato Comune per i prossimi cinque anni. La forza politica che ne uscirà vittoriosa sarà chiamata a prendere decisioni importanti, coraggiose, in certi casi persino urgenti. Dalla mia prospettiva, ossia da quella di un giovane saccense che si affaccia alla vita politica latusensu di questa città, è questione urgente e delicata quella che riguarda il nostro tessuto giovanile. Mentre scrivo queste parole e mentre ognuno di noi conduce la sua vita facendosi trasportare dalla propria quotidianità, le figlie e i figli del nostro paese maturano (se non lo hanno già fatto) la decisione di tagliare il primo possibile le radici con il proprio territorio per il disinteresse che la classe politica ha manifestato in tutti questi anni; un disinteresse palpabile e che si è concretizzato nell’impossibilità materiale di consegnare ai più piccoli una realtà diversa, migliore. La questione del sociale (che assorbe quella giovanile) presenta problemi strutturali che vanno affrontati in modo strutturale. Come si consiglia di intervenire? Come agire per risvegliare l’attenzione e l’interesse dei più giovani verso il proprio territorio?
E’ necessario che la nuova amministrazione predisponga un piano d’azione diversificato che alterni interventi di breve termine ad interventi di medio-lungo termine e che prendano atto delle differenti esigenze dei singoli gruppi che compongono l’ampia categoria dei “giovani” (bimbi, adolescenti, giovani adulti). In fase di progettazione, occorrerà dar vita a un momento di profondo ascolto che coinvolga le fasce della popolazione interessate, i professionisti e gli enti che stanno continuamente a contatto con questo mondo. Da un punto di vista tematico, l’azione amministrativa non dovràtrascurare niente di tutto ciò che appartiene al mondo della scuola, dello sport, della musica, della cultura, della movida.
E allora, nell’ottica di un’azione efficiente, il nuovo governo locale non potrà prescindere dalla collaborazione con il privato e delle altre istituzioni pubbliche presenti sul nostro territorio (in primis le istituzioni scolastiche) al fine di tessere una tela, uncircuito di spazi (fisici e non) in cui si favorisca lo sviluppo umano e sociale del giovane cittadino il quale, consapevole della nuova dimensione in cui è immerso, possa restituire in futuro alla città quanto ha ricevuto sotto forma di una partecipazione attiva allo svolgimento della vita cittadina. I pochi spunti che sono affiorati nella stesura di quest’articolo sono pieni di riflessi meritevoli di approfondimento e rappresentano solo la base di molte idee che possono prendere vita dagli stessi. L’obiettivo che si vorrebbe raggiungere con queste parole è quello di stimolare le parti politiche scese in campo ad avviare unimportante momento di riflessione sul tema che ho sollevato. Con molta probabilità, questo mio invito è più incalzante se pongo a voi tutti una domanda:come si fa ad amministrare un paese che anno dopo anno continua a perdere i suoi figli senza pensare a preparare il terreno per le prossime generazioni? Ai posteri l’ardua sentenza.
Daniele Bono