L’appuntamento di SciaccaLab dedicato al turismo nella campagna elettorale di Ignazio Messina è stato contrassegnato dall’immagine sicuramente significativa di vedere riuniti insieme i due imprenditori privati di grande rilevanza che operano nel nostro territorio, quel Sir Rocco Forte (cittadino onorario di Sciacca ) e quel Marcello Mangia che, rispettivamente con i propri Verdura Resort e quattro alberghi di Sciaccamare, rappresentano il meglio dell’industria alberghiera. Forse non a caso li ha fatti sedere allo stesso tavolo quell’Ignazio Messina a cui va oggettivamente riconosciuto di aver per primo proclamato a chiare lettere che la visione del futuro di Sciacca deve essere quella di una autentica città turistica e termale, sostenuta da settori economici forti come l’artigianato, l’agricoltura e la pesca. Sembra un’ovvietà, e lo è, ma è ancora vivo nella mia memoria il ricordo di chi cinque anni addietro concluse la campagna elettorale amministrativa riuscendo nella difficile impresa di non pronunziare una sola volta la parola turismo nel suo comizio finale in piazza.
Ma c’è stato un altro “privato” che ha detto qualcosa di importante in questo evento elettorale messiniano sulla tematica del turismo: è stata Viviana Rizzuto, presidente della Cooperativa di Comunità che promuove l’attività e le iniziative del Museo Diffuso dei 5 Sensi, che nel corso dei lavori ha effettuato l’intervento che riportiamo in video e che suggerisco al lettore di visualizzare perché contiene spunti davvero interessanti che prendo come riferimento di questo mio successivo dire.
In buona sostanza Viviana Rizzuto non ha voluto lasciare passare il messaggio che Sciacca è un disastro, che non esiste visione, che non esiste un progetto di sviluppo turistico locale, che nulla ad oggi è stato fatto e che è tutto da fare.
Proprio perché si stava parlando di fronte ai due grandi imprenditori alberghieri del territorio – che più di tutti hanno la capacità di portare turisti nel nostro centro storico ma devono certamente capire perché farlo (loro fanno imprenditoria, non politica) -, la presidente del Museo dei 5 Sensi non ha voluto che passasse soltanto quel messaggio soltanto negativo. Ecco perché, con la brillantezza verbale che la contraddistingue, ha fatto questo intervento mirato, come lei stessa ci ha detto, esclusivamente sul punto di vista tecnico – l’unico che compete all’Ecomuseo dei 5 Sensi – e a tutela di Sciacca e dell’immenso lavoro portato avanti dai privati e associazioni in questi anni.
I contenuti dell’intervento di Viviana Rizzuto, sicuramente condivisibili in particolare modo con l’ottica del lavoro compiuto dagli associati al Museo dei 5 Sensi, stimolano tuttavia una ancor più approfondita riflessione.
È sotto gli occhi di tutti il totale fallimento della parte pubblica (la politica intesa nella sua accezione istituzionale) nel fare della nostra città una località veramente turistica, nonostante le sue grandi risorse di bellezza ed altro.
Altrettanto evidente agli occhi più attenti è il gran lavoro compiuto dal Museo dei 5 Sensi per valorizzare finalmente Sciacca come un autentico prodotto di business turistico, e Viviana fa benissimo ad evidenziarlo e rivendicarlo, ma questo cambiamento purtroppo non riguarda ancora la maggior parte della comunità cittadina (e questa è una verità incontrovertibile) e sopratutto viene poi reso quasi del tutto invisibile dal degrado generale è indiscutibile in cui versa la città (per colpa del pubblico e di gran parte del privato).
Pochi giorni addietro è ritornato a Sciacca da turista un professore universitario, ordinario di architettura a Pescara, che aveva già più volte in passato soggiornato nella nostra città ed imparato ad amarla. Questa volta c’è venuto anche sulla scia dell’interesse suscitato in lui dalla bella risonanza mediatica suscitata dal programma su Rai3 di Emilio Casalini dedicato a Sciacca e all’azione svolta sulla città dalle iniziative del nostro Museo dei 5 Sensi. Quando è andato via il professore architetto mi ha detto, con non poco rammarico e delusione, di aver trovato Sciacca assai imbruttita e degradata rispetto a dieci anni or sono e sopratutto di non aver trovato quella condizione generalizzata di “identità” ben definita e consapevole che il servizio televisivo gli aveva trasmesso.
È qui il punto. Una parte di privato si è messa finalmente in moto anche in termini progettuali di business , e Viviana Rizzuto con la sua cooperativa di comunità ne è la più bella espressione, ma fino a quando in termini turistici non decollerà seriamente la parte pubblica (Comune, Regione, ecc.) portando a traino con sé tutto il resto della comunità cittadina, tuttora priva di una cultura e mentalità turistica ben definita, allora tutto il buon lavoro e il bene prodotto da una realtà privata come quella del Museo dei 5 Sensi rischiano di rimanere confinati nei limiti del proprio progetto di business, anche se di grande successo sul piano mediatico come nel caso specifico. È la realtà complessiva, quello zoccolo duro dell’immagine più autentica della città e dei suoi servizi turistici d’insieme, che non si riesce a cambiare.
E allora diventa indispensabile riuscire a trovare una sintesi positiva di fruttuosa collaborazione, una sorta di punto di incontro e di sintesi, tra una parte pubblica che finalmente cominci a funzionare davvero sotto il profilo della progettualità e della gestione amministrativa e una parte privata dotata di adeguata cultura turistica e imprenditoriale (e il Museo dei 5 Sensi lo è sicuramente): solo questa alleanza sinergica di idee e di azioni potrà riuscire a “contagiare”, pian piano, l’intera comunità cittadina per modificarne abitudini, atteggiamenti e comportamenti, trasformandoli in sintonia con una città vivibile, sostenibile e autenticamente turistica.
L’esempio delle grotte vaporose del Monte Kronio mi sembra illuminante in tal senso: laddove la capacità del privato (Museo dei 5 Sensi) ha incrociato là disponibilità del pubblico ( stranamente… proprio la Regione) è stato realizzato quel qualcosa di buono, anzi di ottimo, che oggi rappresenta a mio avviso l’unico elemento di rilevante novità, realmente visibile e significativo, che può essere apprezzata dal turista che arriva a Sciacca per visitarla e soggiornarci.