La Scuola Media A. Inveges ha ripreso stamattina i momenti formativi con gli alunni riuniti per la prima volta insieme nella palestra, dopo il lungo periodo di distanziamento obbligato imposto dalla pandemia. Lo ha fatto con i ragazzi delle terze classi e, trattandosi di un momento davvero importante per questo ritrovarsi insieme, lo ha fatto anche trattando una problematica di primaria rilevanza per la cosiddetta generazione Z.

Generazione Z, come ha ricordato la dirigente scolastica Maria Angela Croce nel suo intervento introduttivo, è quella fascia generazionale nata a partire dal 1997 e la cui vita scorre inevitabilmente immersa nel mondo tecnologico della rete, nel pianeta del web.

Questa tecnologia, che ormai è intrecciata con la nostra vita e della quale non possiamo e non dobbiamo fare a meno, nasconde tuttavia tutta una “rete” di insidie per i bambini e i ragazzi, che possono così ritrovarsi sperduti e da soli in quello che la stessa Mariangela Croce e la docente referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, prof.ssa Mariella Lo Voi, hanno definito come “il bosco informatico”, un bosco nel quale il ragazzo può trovarsi costretto ad affrontare i pericoli della rete e a rimanerne vittima, spesso nella distrazione o assenza della famiglia. Pericoli che spesso provengono dai propri stessi coetanei.

All’incontro formativo di oggi hanno dato il proprio qualificato contributo la dirigente scolastica Mariangela Croce come moderatrice, la prof.ssa Lo Voi, la psicologa e psicoterapeuta d.ssa Maria Grazia Bonsignore e il Vive Questore dr. Salvatore Siragusa per il Commissariato della Polizia di Stato

Prima di intervistare i due ospiti “esperti, abbiamo chiesto alla professoressa Lo Voi come si è arrivati all’evento odierno : “ Gli incontri di questa iniziativa formativa – ci ha detto dice Mariella Lo Voi – si inseriscono in un percorso didattico che ha avuto già diverse tappe durante l’anno, dopo che era stato costituito un team anti – bullismo di cui oltre a me fanno parte il prof. Mario Testoni, la prof.sse Marzia Curreri e il prof. Dorenzo Navarra. Come insegnanti abbiamo toccato con mano la situazione di sostanziale solitudine esistenziale in cui si sono ritrovati a vivere i nostri ragazzi a causa della pandemia, nonostante fossero apparentemente interconnessi con il mondo intero, e spesso purtroppo si trattava di una solitudine caratterizzata da un ambiente familiare distratto o di fatto assente”. “ Non appena la normativa anti – Covid ce ne ha dato la possibilità – continua Lo Voi – abbiamo voluto offrire, almeno ai ragazzi delle terze, la possibilità di approfondire in presenza la consapevolezza delle problematiche e dei pericoli che sono nascosti nella rete, e che non sono solo rappresentati del cyberbullismo, perché ce sono anche altri ed è quindi importante far conoscere ai ragazzi gli strumenti per riconoscerli e difendersi. Per questo, nella nostra tre giorni di formazione, abbiamo invitato persone che hanno competenze specifiche, di cui noi docenti non disponiamo”.

La d.ssa Mara Grazia Bonsignore ha fatto un intervento molto apprezzato, interagendo direttamente con i ragazzi, partendo anche dalla loro quotidianità e prendendo spunto dai contributi dei ragazzi stessi per arrivare a concetti e conclusioni importanti. Le abbiamo tra l’altro chiesto quali sono oggi i più frequenti pericoli che nella rete possono coinvolgere i ragazzi:

Il dr. Salvatore Siragusa, a conclusione dell’incontro, così ci ha illustrato il valore del contributo della Polizia di Stato in questi momenti scolastici ad alto contenuto educativo e formativo:

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