Lo avevamo detto, potremmo anche dire. Tra i fattori determinanti per l’elezione del nuovo sindaco avevamo indicato la qualità della compagine assessoriale e con essa la percezione del livello di autonomia del candidato sindaco, nello scegliere i futuri assessori, rispetto alle forze politiche della coalizione.

Lo avevamo indicato come indicatore importante nei fattori di scelta da parte all’elettore libero da condizionamenti al momento di segnare il nome sulla scheda, invece l’argomento si è confermato determinante prima e di più.

Mettetela come volete sui motivi che hanno indotto Matteo Mangiacavallo a silurare Forza Italia, estromettendola dalla coalizione che lo sostiene, argomento che non intendiamo approfondire più di tanto perché ogni interpretazione rimane solo un’opinione. Il dato di fatto, almeno nelle parole che ha utilizzato Mangiacavallo, è che il corto circuito tra lui e il partito azzurro si è verificato non appena si è iniziato ad affrontare l’argomento delle deleghe assessoriali.

Più che i commenti sulle motivazioni che hanno spinto Matteo Mangiacavallo a sparigliare il gioco, ci interessa quindi riproporre l’accento sull’importanza che potrebbe avere, sul voto dell’elettorato a giugno, la qualità della squadra di assessori che i candidati a sindaco andranno a proporre, qualità intesa in termini di competenze, anche manageriali. Sono nomi che molti elettori attendono per poter pesare la potenziale qualità amministrativa della futura squadra di governo della città e per capire quanto conti davvero il candidato sindaco nell’ambito della propria coalizione, per poi votare anche sulla base di tali valutazioni.

Chi spera in una città migliore confida insomma di poter unificare nella propria scelta elettorale il voto per il miglior sindaco possibile, per la migliore squadra assessoriale e per il miglior programma, fatto di cose chiare e concrete, che tutti i cittadini possano conoscere, condividere e far proprie, a prescindere da sigle e colori politici.