Oggi è domenica, giornata in cui il mondo scout è di solito in attività e desidero condividere con i lettori questa bella testimonianza di un capo scout che offre una visione a mio avviso molto chiara di quel “ponte educativo” che lo scoutismo realizza con l’impegno sociale nella vita adulta.
Lui è Niki Leonetti, ha 30 anni, è veneto, e la sua caratteristica è di avere una disabilità dalla nascita che si manifesta nel linguaggio.
Così si racconta: “ La mia disabilità non mi ha impedito di condurre una vita ordinaria come qualsiasi altra persona. Durante il mio percorso ho conosciuto il mondo dello scoutismo e la mia grande passione per la pallacanestro. Finito il percorso scolastico ho scoperto la bellezza dell’educare diventando capo scout, istruttore di minibasket e facendo un anno di servizio civile”.
Ma Niki Leonetti non è uno che si accontenta. Nel 2013 nasce il progetto culturale e didattico: “Si può fare: perché no?” che mira a sensibilizzare i giovani alla tematica della disabilità come risorsa e inclusione, come opportunità. Insomma, un progetto per trasformare la fragilità in forza e risorsa per la comunità.
Niki è uno scout, quindi ha imparato bene a dare un calcio alla im di im-possibile e così il suo progetto diventa presto realtà e con il suo team comincia a girare l’Italia: centinaia di incontri per portare ai giovani la sua testimonianza di vita. Sono incontri formativi e convegni con gruppi/classi ridotti, oppure eventi più grandi come assemblee di istituto o progetti interscolastici. Va dove lo chiamano e lì si fa subito apprezzare, come è avvenuto qui da noi alla scuola media Mariano Rossi. Lo hanno invitato per il Premio Aurora e in poco meno di un giorno la sua forza travolgente ha conquistato un po’ tutti, sulla scia di un’istintiva simpatia.
Ma la “potenza della fragilità” gli ha fatto fare ancora un’altra cosa importante a casa sua, ossia entrare nel mondo della Politica, quella vera con la P maiuscola, nella sua città di nascita e di residenza, Cavaion Veronese.
Ma sentiamolo Niki Leonetti, in un’intervista che mette in primo piano i valori dello scoutismo, che sono al centro della sua vita.