Da questa tornata elettorale emergono fin d’ora tre considerazioni di carattere generale.

La prima è l’assurdità della soglia del 40% per la vittoria al primo turno, che esiste solo nella regione Sicilia. Basti pensare che a Palermo Lagalla, candidato di centrodestra, vince con il 47,6% le elezioni ma che il candidato di centrosinistra, in un eventuale ballottaggio alla tregua della legge nazionale, avrebbe anche potuto ribaltare il risultato pescando i voti, sempre nell’aerea di centrosinistra, di altri candidati presenti al primo turno, fra i quali spicca il 14,6 % di Ferrandelli.

La seconda considerazione riguarda la necessità di abolire il c.d. apparentamento al secondo turno, che porta a “raggruppamenti di comodo” che si formano solo per raccattare qualche seggio in più in consiglio comunale e bloccare la maggioranza consiliare all’ avversario, dando vita di converso a maggioranze artificiali fra gruppi prima decisamente contrapposti, destinate ad implodere subito dopo.

Infine l’inadeguatezza di molti presidenti di seggio elettorale.
Confusione e caos, si sono verificati a Sciacca e in maggior misura a Messina, intesa ovviamente come città sullo stretto, riguardo agli scrutini e ai seggi elettorali. In queste città si sono riscontrati, in qualche sezione, “errori di scritturazione”, come è stato pubblicamente affermato con espressione un po’ desueta ma efficace.
Allora sorge spontanea questa considerazione. In un’Italia dove proliferano i corsi di formazione per tutto e per tutti, perché non prevedere di tanto in tanto, in vista di appuntamenti elettorali, corsi di formazione, anche on-line, che preparino presidenti, segretari e scrutatori a svolgere le loro non facili mansioni? Potrebbero essere considerato questo un requisito necessario e indispensabile per ottenere l’agognata nomina. Ne guadagnerebbe la serenità, la correttezza e la trasparenza delle operazioni di spoglio.

RENATO MODICA

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