Il suo nome e cognome aveva fatto irruzione con dirompente forza nella campagna elettorale ai primi di aprile, quando inaspettatamente il PD lo aveva proposto come possibile candidato a sindaco: Salvatore (Totò) Mannino, 47 anni, avvocato, figlio di quel Pasquale Mannino già deputato regionale della Margherita e già presidente negli anni d’oro dell’Azienda Terme di Sciacca, nipote di quel Calogero (Lillo) Mannino che è stato esponente di primissimo piano della Democrazia Cristiana nel mondo politico e istituzionale sia regionale che di governo nazionale.
Insomma, sappiamo tutti bene che a Sciacca dire Mannino significa già di per sé evocare la politica, quella che ha contato davvero.
Salvatore tuttavia aveva sempre guardato alla politica con interesse sì ma anche con un certo distacco, forse anche per quel cognome che risultava comunque ingombrante. Non ha mai avuto tessere di partito in tasca e non aveva mai fatto politica attiva nei partiti e nelle istituzioni, soltanto politica nel senso più civico del termine, impegnandosi per quindici anni nel volontariato educativo scout dell’AGESCI e poi più recentemente scaldando un po’ i motori nel Movimento delle Sardine.
Quindi, dopo tanto straparlare inutilmente di civismo da parte del mondo politico locale, la sua improvvisa “discesa in campo” nell’agone politico poteva ben definirsi autenticamente civica per quanto riguarda la sua persona, pur come espressione di un orientamento emerso all’interno di uno schieramento politico ben preciso, quello del Partito Democratico.
Nel corso delle serrate trattative avviate con la componente Mizzica per la costituzione della coalizione, Salvatore Mannino ha fatto poi il cosiddetto “passo indietro” per non ostacolare la definitiva designazione di Fabio Termine a candidato sindaco come espressione della nascente coalizione MIZZICA/PD. Tutto sembrava finito lì, invece il futuro sindaco designato, a quanto pare senza accordi preventivi, una volta approdato al ballottaggio lo ha chiamato a far parte della nuova squadra assessoriale che con il successo conseguito da Termine guiderà la città.
Conosciamole meglio quindi le caratteristiche di questo quarantasettenne assessore, espressione di quel ricambio, anche generazionale, della classe politica e amministrativa cittadina auspicato da tanti.
Salvatore Mannino ha un carattere intraprendente, empatico e aggregante; è ben conosciuto per la sua lunga e significativa esperienza nel volontariato educativo scout, per la sua frequentazione professionale nelle aule del tribunale e poi, in tempi più recenti, anche per aver fatto l’istruttore in scuole di calcio giovanile.
Ha quello spirito prettamente scout di chi ama l’avventura e di chi vuol raggiungere sempre la meta, con la caparbietà propria del voler dare un calcio alla “im” di im-possibile; nelle sue prime esperienze politiche in fatto di comizio ha già manifestato le sue peculiarità di trascinatore; ama il calcio e tifa Juventus; in ultimo, ma non per ultimo, è un Mannino, e questo a Sciacca è una cosa pur sempre importante.
Insomma, sembrano esserci tutti gli elementi per poter ritenere che la sua entrata in campo non sarà di quelle che passano inosservate, nonostante sia all’esordio assoluto su un campo di gioco ben più difficile di quello calcistico.
Il difficile per lui sicuramente inizia proprio adesso, dovrà costruirsi in breve tempo una competenza politica e amministrativa che non possiede ancora, ma sembra in possesso di quei “talenti” personali che possono facilitargli l’impresa: ha educato centinaia di ragazzi a realizzare “imprese” per prepararli ad affrontare la vita con tutte le sue difficoltà, adesso tocca a lui realizzare un’impresa per il bene comune della nostra città e per questo non possiamo che utilizzare il gergo scout per dirgli: Buona Strada, Totò!