La nostra città ha una classe dirigente del tutto nuova, con età media decisamente giovane.
È questa la grande novità espressa da quei volti e da quei nomi a cui oggi sono state attribuite le deleghe assessoriali da quel Fabio Termine che si ritrova alla guida di questa innovativa esperienza amministrativa.
Cosa ci dicono questi nomi e questi volti? Innanzitutto che si volta pagina, nel senso che adesso la città è amministrata da persone estranee ai più tradizionali meccanismi della cosiddetta “cattiva politica”, in quanto nessuno di essi ha mai gestito il governo civico e quindi sono tutti del tutto immuni da quel virus chiamato “cattiva politica” che direttamente o per interposta persona nell’ultimo ventennio ha fatto arretrare la nostra città fino all’attuale stato di abbandono e degrado.
Vi sembra poco? A me no.
Certo, ciò comporta dei rischi, come qualsiasi operazione di sostanziale rinnovamento.
Sicuramente mancherà l’esperienza, è tutto da dimostrare che manchi anche la competenza, sicuramente non mancherà l’entusiasmo, staremo a vedere se ci sarà quella passione civica che è come il sale che condisce il cibo e che ti fa vivere l’esperienza amministrativa come un servizio a cui ti presti per il bene comune rappresentato dalla tua città.
Non sono tra quelli che ha la bacchetta magica e le certezze su ciò che sarebbe stato meglio, anche perché sono certezze solo immaginarie in mancanza della controprova: se questa squadra assessoriale è migliore di quella proposta a guida Ignazio Messina.
Saranno i fatti a dirci se questa squadra amministrativa ripagherà la fiducia che il voto le ha espresso.
So per certo che questa nuova classe dirigente strada facendo si farà anche in termini di esperienza, e di competenza se del caso. Diamole tempo e fiducia, ogni radicale rinnovamento ha il suo prezzo iniziale ma anche, alla fine, i suoi frutti copiosi se dimostra di saperci fare. L’importante non è non sbagliare, ma comprendere dagli errori che si possono anche fare e alzarsi dopo ogni possibile caduta.
L’importante è saper accettare in positivo le critiche costruttive, ossia quelle fatte con onestà mentale da chi ha il tuo stesso obiettivo, ossia il bene della città e dei suoi cittadini, ma magari la pensa in modo diverso da te. Dal confronto di idee nasce sempre qualcosa di positivo.
Questa nuova classe dirigente va aiutata non tanto perché sia fragile quanto perché la rinascita di un’intera città non può stare sulle spalle di in sindaco e di sette assessori.
Questo principio della “partecipazione civica” ,sempre evidenziato da Fabio Termine, è tanto importante quanto non facilissimo da realizzare. Finito l’entusiasmo dei primi momenti tanti supporter scompariranno e ricomparirà il rischio della “solitudine amministrativa”, quella patologia tipica di molti sindaci e assessori di sentirsi dei Don Chisciotte contro tutti, tanto da vedere in ogni critica un nemico. Per evitare che ciò accada la “partecipazione” alla co-programmazione e co-gestione della cosa amministrativa, prevista dalla normativa, va strutturata in modo adeguato, con modalità che consentano alle associazioni e alle singole persone di sentirsi davvero responsabili di qualcosa, investite di un diritto/dovere civico.
A monte poi rimane l’esigenza di ottimizzare il funzionamento degli uffici comunali e di una reale responsabilizzazione dell’intera collettività cittadina, che deve recuperare o essere costretta a recuperare i tratti basilari di un senso civico oggi perduto.