Veniva a Sciacca ogni giorno da Partanna, dove abitava, con l’autobus di linea scolastica.
Solo che, una mattina, invece di dirigersi verso la scuola, bussò alla porta della stazione dei Carabinieri…
Iniziava in quel momento la parte più drammatica della vita di Rita Adria, di cui si celebra oggi il trentennale della tragica conclusione.
“La madre mafiosa la ripudiò a tal punto che dopo la morte, al cimitero, ne distrusse la lapide a martellate. Alle sue esequie non partecipò nessuno del paese. Addirittura i mafiosi nel carcere di Trapani, alla notizia della sua fine, esplosero in un applauso.
Eppure Rita Atria, quando si tolse la vita, non aveva nemmeno 18 anni, odiatissima dai mafiosi perché aveva osato spezzare il codice secolare dell’omertà. Giovanissima testimone di giustizia, con le sue rivelazioni aveva dato un contributo fondamentale nella lotta alle cosche, trovando nel giudice Borsellino la fiducia e il conforto di un secondo padre.
Esattamente una settimana dopo l’uccisione del magistrato e della sua scorta, il 26 di luglio, Rita, sentendosi sola e disperata in una città che non era la sua, in un momento di sconforto si lanciò dal palazzo della residenza segreta in cui viveva, a Roma.
Restano le toccanti pagine del suo diario: ‘Forse un mondo onesto non esisterà mai. Ma chi ci impedisce di sognare? Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo’.
Resta il suo ostinato coraggio, il suo orgoglio, la curiosità e il sorriso con cui ha cercato di cambiare il mondo.”
Questo è il ricordo commosso che David Sassoli ha fatto di Rita Atria, una ragazzina che veniva ogni giorno a scuola nella nostra città e che nel cuore portava con sé quel sogno con il quale provò a vincere la cupa disperazione che attanagliava la sua giovane vita… e queste parole del compianto David Sassoli ci sono sembrate il modo migliore per ricordare, a 30 anni dalla sua morte, Rita Atria, una grande italiana.
Commuove sempre – ma fa anche rabbia – la storia, e la tragica fine, di questa giovanissima e coraggiosa “eroina” siciliana ….la “settima vittima della strage di via d’Amelio” come poi si disse. Onore alla memoria nel trentennale della sua morte !