Mi è dispiaciuto assistere alla chiusura di tante edicole, prima punto di riferimento di quelli della mia età (gli ultraottantenni),che, pur essendoci da tempo abituati ad internet e alla lettura dei giornali online, non abbiamo rinunziato al cosiddetto giornale cartaceo.
Non ne posso fare a meno, voglio toccarlo e sfogliarlo. Lo faccio a Monza, dove abito stabilmente e lo faccio in Sicilia, quando rientro per le vacanze o per respirare aria di… mare.
Giorni addietro ha attirato la mia attenzione una lettera a firma di Fabrizio Ruggero, pubblicata da Repubblica di fine luglio, nella quale il predetto, in vacanza a Perugia, faceva presente le difficoltà a trovare nel capoluogo umbro, di domenica, una edicola aperta, con un titolo assai significativo: “Alla Ricerca dell’Edicola Perduta”.
Questo fenomeno è diffuso ed è destinato ad aggravarsi. Molti edicolanti puri, quelli che non si sono adeguati al mondo che è cambiato e continua a cambiare, a causa delle poche copie di quotidiani venduti, e tenuto conto che molti settimanali e periodici non sono più in edicola, superati dalle TV e dai giornali già ricchi di commenti, hanno abbassato le saracinesche, tentando di cedere ad altri l’attività.
Si tratta di quelli che non sono stati capaci di integrare l’attività tradizionale con altre più redditizie, come ricariche telefoniche, gratta e vinci, ricezione e spedizione di pacchi, ecc.ecc.
I governi, nessun escluso, non si sono occupati di tale fenomeno sociale, non operando alcun approfondimento e analisi seria sulle cause della chiusura di migliaia di edicole e conseguenti perdite di posti di lavoro.
Soltanto qualche Comune del Nord, preoccupato e allertato da cittadini e osservatori attenti, è venuto in soccorso degli edicolanti con misure ad hoc.
Sarebbe opportuno che il Parlamento, e in prima fila quei deputati che sono anche giornalisti/pubblicisti, avvalendosi delle commissioni alle quali fa capo questa competenza, si mettesse al lavoro per evitare altre chiusure e mettendo anche ordine nel settore della distribuzione,che fa capo a soggetti diversi.
Io, da lettore affezionato al cartaceo, ho alcune idee, pronto a confrontarmi per evitare che la mia generazione sia criticata dalle generazioni appartenenti alla cosiddetta “generazione Covid “, per essere stata responsabile della scomparsa delle edicole nelle città, nelle stazioni ferroviarie, e nei piccoli centri, nei quali la domenica e nei giorni festivi comprare un quotidiano regionale o nazionale è diventato un’impresa a volte impossibile.
Ci sarà qualche parlamentare ,attento a quello che avviene nei territori ,disposto a raccogliere questo S.O.S. ?
Spero di sì.
Lillo Craparo