Che concerto, amici miei! Il teatro all’aperto della Valle dei Templi è gremito di gente fino all’ultimo posto. I ragazzi addetti all’accoglienza del pubblico sono pochi e dobbiamo rincorrerli per farci guidare verso quella “poltrona” che poi è una comune sedia in plastica, per capire dove ci dobbiamo sedere.
E’ un pubblico eterogeneo, di età, diciamo medio alta. Del resto, se Eros è il mio cantante preferito, il conto è presto fatto! Alle 21 in punto, il concerto ha inizio. Sul palco una band che chiamerei orchestra vera e propria, visto che sono dieci elementi con due coriste. Io sono in quarta fila e quindi molto vicina al palco. Appena attaccano a suonare, mi sento proiettata in un universo parallelo dove il sound delle chitarre, del basso e altre diavolerie tecnologiche escono da casse alte come mezza casa, unite alle proiezioni del maxischermo, con una miriade di colori, di forme, di esplosioni visive. Eros è lì, comincia a cantare i pezzi del suo ultimo album, dimenandosi alla sua maniera, anche se gli anni passano anche per lui e lo trovo un pò appesantito e con una leggera pancetta, ben dissimulata da una casacca nera. Il pubblico è seduto e ascolta con attenzione e compostezza, forse anche troppa.
Il cantante percepisce questa compostezza come freddezza e allora inizia a stimolarci con battito cadenzato della mani e richiamando “Agrigento” a gran voce. Scende in mezzo al pubblico che si è già riscaldato con i brani più conosciuti del suo vastissimo repertorio, inizia a conversare con noi, a far salire uno spettatore sul palco…insomma ci dà la giusta carica, da grande professionista quale è. I suoi musicisti sono straordinari. Ciascuno di loro si esibisce in un assolo che manda tutti noi in visibilio…sax, pianoforte, batteria, basso, chitarra…meravigliosi!
A un certo punto vede una bambina nelle prime file. Come ti chiami? Michelle! Boato della gente. Noo! Pure qui c’è una Michelle!.. Fa inquadrare la bambina dal regista e le dice “tu sei più bella”. Piccoli accorgimenti che scaldano l’attenzione il cuore della gente, come la canzone per lui composta da Morricone o quella a lui dedicata a una giovane fan scomparsa in questi giorni.
Davanti a me, una signora che si è “bendata” con il suo nome, canta a squarciagola tutte le canzoni, anche quelle che io non conosco. Con il marito accanto, ondeggia qua e là, assecondando il ritmo incalzante della band. Ormai siamo tutti nel pallone, nel senso che capite. Siamo davvero presi dalla bellissima e inconfondibile voce del nostro beniamino, che non si risparmia per niente e ci regala due ore e 15 minuti di fila di emozioni in musica. Non posso dimenticare che quindici anni fa, in un nostro viaggio nei paesi dell’Est Europa, mentre a Bucarest ci trovavamo in un taxi, la radio trasmetteva una canzone di Eros. Io, allora, dissi al conducente come mai conoscessero Eros, e lui mi fece capire che era conosciuto e amato molto anche da loro. Questo quindici anni fa…
Il concerto volge al termine senza che ce ne accorgiamo. Ogni canzone è un trionfo di applausi e grida di entusiasmo. Siamo pieni di gioia e sereni, pienamente appagati da una valanga di musica bella, la nostra adorata musica leggera, con quelle canzoni di cui ricordiamo ogni parola, e che accompagnano i nostri ricordi più belli, quelli di una vita intera. Eros Ramazzotti ha accompagnato i nostri anni più belli con la sua musica. Grazie di esistere, Eros!
E, per i lettori di ServireSciacca, direttamente dal concerto di Agrigento il video di “Certi amori”…