Salvatore Bentivegna

Ma non solo delle Porte. I nostri monumenti diventano una specie di Città in miniatura all’interno della Torre Campanaria di San Michele, da qualche settimana riaperta al pubblico dal Museo Diffuso dei 5 Sensi. E’ lì che lo incontriamo. Una persona discreta e timida che a forza riusciamo a coinvolgere nel gioco della comunicazione.

Da anni coltiva con passione il suo hobby di modellista, predilegendo i monumenti più importanti e significativi della sua città, la nostra. I materiali che Salvatore utilizza sono vari, improntati alla più assoluta libertà del suo estro. e anche alla reperibilità degli stessi. Qui sotto la Porta San Calogero.

La Porta San Calogero è una costruzione cinquecentesca di tipo megalitico. E’ strutturata con grosse bugne radiali. A sua difesa, una torre munita di merli, feritoie, cammino doi ronda e una finestra, attualmente tompagnata. Il bugnato è simile a quello delle altre strutture cinquecentesche della cinta muraria. 

Porta San Salvatore

Prende il nome dalla vicina chiesa del Salvatore, fondata dal Conte Ruggero, della quale oggi rimangono pochi avanzi inglobati nel prospetto dell’attuale Chiesa del Carmine ed è un rifacimento del 1581. la costruzione, di chiara ispirazione rinascimentale, con il suo arco e le sue colonne sostenute da due elefanti stilofori, ha la facciata esterna riccamente ornata con gusto spagnolo-moresco di rabeschi a forma di volute, quasi delle grosse virgole, cornucopie, rosette ,teste leonine, bassorilievi che rappresentano due leoni rampanti.. In cima alla porta, tre stemmi che ornano il balcone, sostenuto da quattro robuste mensole e incastrato tra due coppie di volute prebarocche del timpano spezzato, sono, a sinistra, lo stemma della città (S. Maria Maddalena tra due leoni rampanti) quello centrale della Casa d’Austria, allora regnante, e quello a destra della famiglia Sotomajor, in quel tempo Capitano della città, che la nuova Porta fece costruire. (Da Salvatore Cantone. Sciacca Terme. Guida turistica. 1988)

Porta Palermo

Costruita nel 1335, quando furono allargate le mura della città, la Porta Palermo assunse il suo aspetto odierno intorno al 1753 al tempo di Carlo III di Borbone. La sua costruzione sottolinea una precisa funzione urbanistica, dettata dall’inserimento di nuclei ebrei nel Borgo della Cadda e dall’estendersi dei loro interessi commerciali in direzione dell’entroterra e della città di Palermo. La parte interna non presenta nulla di particolare, tranne le antiche porte lignee; ma la parte esterna, di chiare forme barocche, presenta quattro colonne bugnate che scandiscono regolarmente gli spazi. I pilastri e le volute le conferiscono un gusto barocco alquanto ricercato che culmina nell’attico con la grande aquila ad ali spiegate, simbolo dell’allora casa regnante.

Le altre due Porte della città, Porta Bagni, Porta di mare rimangono solo di nome, essendo state demolite. La prima nel 1861 (si trovava all’altezza del primo cancello della Villa comunale)

Porta Bagni, modello di S. Bentivegna

La Porta di Mare, abbattuta, come rileva I. Scaturro, per “barbara ignoranza”, intorno al 1870, era quella che dalla Marina portava in città.

Porta di Mare in un dipinto di S. Bentivegna

Una delle più belle, aveva la forma di portico merlato con la volta sorretta da due archi acuti che poggiavano sulle due costruzioni laterali che sono, da un lato la chiesetta di San Antonio Abate e dall’altro il Palazzo di Rabingallo.

In una città che purtroppo ha la memoria corta, abbiamo fatto ricorso ancora una volta , a quella “bibbia” che è la guida di Salvatore Cantone per avere notizie certe e dettagliate di questi monumenti eccezionali della nostra città. Nè i siti istituzionali, nè i vari siti web sparsi su internet, documentano oggi, con i particolari dovuti, queste eccellenze della nostra città. Per cui, ringrazio Salvatore Bentivegna per avermi stimolato a saperne qualcosa di più.

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