Oggi è stato il giorno della cerimonia del passaggio della campanella.
Simbolica, intensa, emozionante.
Arriva lei.
Sale le scale e in cima la attende Draghi.
La accoglie con un sorriso quasi paterno.
Lei mormora qualche frase a proposito di impatto emotivo e si piglia quella lieve carezza.
Se la piglia con gratitudine, ne sono certa.
Insieme si avviano verso una sala nascosta agli occhi delle telecamere.
Cammina spedita Giorgia.
Senza inciampi, con passo fermo.
Osservo meglio e mi accorgo che calza un paio di comodissime scarpe basse.
Un misto tra uno scarponcino da trekking e lo sneakers modaiolo.
Escono dalla sala e si avviano al tavolinetto dove sta la campanella.
Osservo di nuovo e lo scarponcino è sparito.
Al suo posto la décolleté a mezzo tacco.
Più adatta alla circostanza.
Ma quanto mi piace questa cosa!
Per la camminata e il picchetto d’onore indossa la scarpa comoda.
Per la foto e il passaggio ufficiale la décolleté.
E alzi la mano chi di noi non l’ha mai fatto!
In qualunque cerimonia.
In chiesa con il tacco, alla proclamazione della laurea con il tacco, al matrimonio con il tacco.
Ma poi…via il tacco!
Bisogna goderseli i momenti, senza inutili sofferenze.
Che quelle che ci toccano sono già tante…
E così Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri, torna donna.
E lui, il Mario nazionale, sembra un papà.
Dolce, protettivo.
E anche un po’ emozionato.
Come lei, come noi.
Che in questa Italia vogliamo credere.
E la vogliamo veder correre.
Comoda, spedita.
Con un bel paio di scarponcini ai piedi.
Che per i tacchi c’è sempre tempo.
E vai Italia, vai Giorgia
Antonella Pavasili
GIORGIA AL COLLE…
Ho una gran voglia di fare polemica oggi, forse per colpa del Covid.
O semplicemente perché non tollero più ipocrisia e arroganza.
O forse perché sto diventando vecchia e non mi importa più di misurare le parole.
Oggi è il giorno della storia.
Per la prima volta nella storia della Repubblica una donna viene incaricata per la formazione di un governo.
E non sta dalla parte dei fautori e tutori del progresso.
Al contrario.
Giorgia Meloni sta, ed è sempre stata, dalla parte scomoda, quella reietta, quella dei “beceri, ignoranti e reazionari” di destra.
I poveracci che non conoscono la storia.
Quelli che non usano paroloni ma si limitano a parlare.
Giorgia non si trova lì perché è una quota rosa.
Semmai sono gli altri, gli infagottati e ingessati accanto a lei, ad essere quota azzurra.
Giorgia era emozionata oggi.
Come una donna, ne più ne meno.
Ed è vero, a volte ha ecceduto nell’eloquio.
È verissimo, non vanta cattedre universitarie da dove pontificare.
E non ha mai rimestato nella fame della gente promettendo un tozzo di pane.
A volte non mi è piaciuta e l’ho anche ferocemente criticata.
Però signori miei…tanto di cappello alla borgatara!
Li ha messi tutti in fila, a cominciare dai bellimbusti al suo fianco.
Ha dettato i tempi, si è fatta rispettare.
E merita rispetto.
Il rispetto di un’Italia che, finalmente, non è la Cenerentola del mondo nella politica al femminile.
Il rispetto di un’Italia che l’ha votata, senza se e senza ma.
Un’Italia che da lei si aspetta il massimo.
Da lei, Giorgia.
Una donna, la prima nella nostra storia.
In bocca al lupo Giorgia
Antonella Pavasili