Sono anni che se ne discute, ma mai alcuna amministrazione o associazione o gruppo politico ne ha fatto oggetto di una vera battaglia politica, civile o culturale: sto riferendomi al recupero di uno dei beni monumentali più in vista del centro storico di Sciacca, quel Convento di San Domenico che si affaccia sulla piazza Mariano Rossi, oggi adibita a parcheggio, che non ha mai visto convergere un interesse pubblico e politico, ma neanche privato, per il suo recupero.
La proprietà congiunta fra Comune, ex Provincia e alcuni privati, ha di fatto reso problematico da sempre un raccordo fra questi enti per presentare un qualche progetto di recupero supportato da una idea di utilizzo.
Una piccola porzione dello stesso è oggi usata per alloggiarvi alcuni uffici comunali, mentre in passato è stato sede della scuola media ad indirizzo artistico, ma purtroppo da allora è stata abbandonata.
Oggi in tante discussioni da bar si immaginano diverse finalità per questo bene , e sollecitiamo le Ammministrazioni di approfittare delle diverse tipologie di risorse disponibili per presentare un progetto esecutivo.
Alcuni anni fa la Lega Navale , nella persona del suo presidente di allora Gaspare Falautano aveva presentato un progetto, che potrebbe anche essere ripreso. Fra le innumerevoli idee di utilizzo, il luogo si presta sicuramente ad essere adibito a la CASA DELLA CULTURA:un luogo dove si potrebbero dare in uso stanze attrezzate per corsi di pittura, ceramica, oppure uno studio musicale attrezzato dove i nostri giovani musicisti potrebbero registrare, ma anche sale espositive di arte fotografica e pittorica, ecc. oppure ancora dove possano anche esserci uffici pubblici e privati che si occupino di turismo.
Manca il senso pratico nel pubblico….vedi terme,stufe,hotel monte kronio etc….tante chiacchiere senza fatti
La migliore destinazione d’uso per un immobile sito in pieno centro storico, sarebbe quella di ristrutturarlo per adibirlo a teatro. Lo scopo del suo migliore utilizzo in esercizio, potrebbe essere quello di affidarlo stabilmente al teatro amatoriale, le cui compagnie non si fanno certo desiderare, pensando,ovviamente ad una gestione amministrativa ordinata da apposito protocollo fra Comune e le stesse compagnie teatrali. L’immobile in questione, se la memoria non mi fa difetto, disporrebbe di un area chiostrale, adatta alla creazione di una platea di trecento posti. Un’ idea apparentemente banale, che potrebbe soddisfare la fame di spettacoli dei saccensi e dell‘ intero circondario territoriale, con costi sicuramente più modesti del Samona’ , che non ha mai visto la luce, semmai quella della ribalta in negativo. Un caro saluto alla redazione del “giornale civico“.