“Ci andiamo a Dattilo?”
“Di corsa!”
Basta un niente per ritrovare il sorriso. Non ero mai stato a Dattilo ma l’avevo già gustato a casa, dolce, dolce, dolce. Un amico, una decina di giorni fa, mi ha portato un vassoietto con due cannoli da guerra carichi di tanta bontà di ricotta, così tanta che quasi quasi si buttava pure fuori dalla cialda.
Lo stesso amico, venendoci a prendere in aeroporto, per riportarci a casa, a Sciacca, ha deviato dall’autostrada Trapani-Castelvetrano e ci ha fatto entrare in un rettilineo di case che all’arrivo non ti dicono niente ma che quando le lasci hanno qualcosa di speciale legato proprio al cannolo dalle dimensioni fuori norma, gigantesche, dalla farcitura di ricotta che solo loro (i dattilotirolesi? i dattilografi?) sanno preparare e dalla cialda freschissima e croccantissima, il tutto preparato all’istante come in un matrimonio che in un istante si trasforma in una festa e tu lo celebri nel tuo palato e dritto dritto nel tuo stomaco che ringrazia per tanta abbondante squisita delizia.
“Quanti cannoli?”
“Faccia lei”.
Mi metterò a organizzare Cannoli Dattilo Tour per gli amici. Camperò di gratitudine.
Raimondo Moncada