Per la politica regionale gli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera è come se non esistessero più.

Dopo l’interrogazione parlamentare del PD siciliano, di cui abbiamo scritto lo scorso 2 dicembre (vedi articolo in coda), adesso ci si mette anche la VI Commissione parlamentare dell’ARS “Salute, servizi sociali e sanitari”, che nell’ordine del giorno della seduta del prossimo 14 dicembre prevede una “Audizione dell’Assessore regionale per la salute in merito al riconoscimento del presidio ospedaliero Fratelli Parlapiano di Ribera (AG), già hospital covid, come ospedale di zona disagiata”.

In un comunicato stampa dell’on.le Carmelo Pace, capo gruppo all’ARS della Nuova Democrazia Cristiana e Vicepresidente della stessa Commissione VI si legge:

“Un ospedale, quello di Ribera, che interessa una popolazione di oltre 50.000 persone, di cui un’ampissima parte risiede in comuni montani e pre-montani in una situazione, quindi, alquanto disagiata. Ciò che a gran voce viene richiesto dai comitati, dai sindaci, dalle istituzioni del territorio che interverranno all’audizione è il riconoscimento di ospedale di zona disagiata, come da Decreto Ministeriale n. 70 del 2015, con la presenza non solo del pronto soccorso ma anche dei reparti essenziali come quello di medicina,di chirurgia e di cardiologia”.

Auspico che questo riconoscimento – dice ancora Carmelo Pace – possa garantire, indistintamente a tutti i cittadini, il diritto alla salute, una maggiore efficienza e una maggiore qualità dei servizi sanitari erogati perché non possono esserci in Sicilia siciliani di serie A e siciliani di serie B”.

È di tutta evidenza come il contenuto dell’audizione in Commissione dell’Assessore e le parole dell’on.le Pace si muovano coerentemente sulla scia di quell’azione finalizzata al riconoscimento del presidio ospedaliero di Ribera come “ospedale di zona disagiata”, che la comunità riberese ha intrapreso da tempo e che sta fermamente perseguendo con grande convinzione.

Il dubbio, anzi l’interrogativo, che ci permettiamo di manifestare è se tale eventuale riconoscimento determinerebbe di per sé il venir meno di quella unificazione ospedaliera Sciacca-Ribera che normativamente (anche se assai meno sul piano operativi e dei servizi) è già un fatto compiuto sulla base del decreto 11 gennaio 2019 di adeguamento della rete ospedaliera siciliana al D.M. 70/2015

Al momento non riteniamo che tale interrogativo abbia una risposta già definita, ragion per cui sono tutt’altro che chiare le ricadute che un’eventualità del genere riguardante Ribera avrebbe sul presidio ospedaliero di Sciacca.

A meno che non vada in porto l’ipotesi avanzata da alcune parti sulla creazione di un’azienda ospedaliera autonoma, nella quale far rientrare l’intero distretto territoriale di Sciacca (ipotesi per la cui realizzazione la presenza di un ospedale di zona disagiata potrebbe magari essere un vantaggio), è importante chiedersi e verificare se il Giovanni Paolo II di Sciacca manterrebbe i requisiti per continuare ad essere classificato come un DEA di I livello qualora venisse meno la sua configurazione attuale come “Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera”.

Se, infatti, nel distretto si dovesse perdere una qualifica di DEA di I livello (pur sempre in, attesa che lo diventi anche nella sostanza) siamo proprio certi che ciò andrebbe nella direzione di “garantire, indistintamente a tutti i cittadini, il diritto alla salute, una maggiore efficienza e una maggiore qualità dei servizi sanitari erogati”?

A Ribera si sta, con determinazione e assoluta chiarezza, perseguendo una strategia ritenuta giusta. Quale è, ci chiediamo, la strategia voluta e perseguita dall’intero distretto sanitario di Sciacca, di cui è capofila il sindaco di Sciacca?

Non ci sembra che sia al momento altrettanto chiaro…

IL PUNTO DI VISTA NOTIZIE E ATTUALITA’

GLI OSPEDALI RIUNITI DI SCIACCA E RIBERA SCOMPAIONO NELL’INTERROGAZIONE DEL PD REGIONALE

DiNINO PORRELLO – DIC 2, 2022

La rete ospedaliera siciliana

E’ di ieri la notizia che le criticità nel presidio ospedaliero di Ribera sono state al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dai Deputati del Partito Democratico al Presidente della Regione Siciliana e all’Assessore alla Salute.

L’impostazione e la terminologia di questo atto parlamentare ci lascia a dir poco interdetti. Prima di spiegare il perché, è giusto esporre il contenuto di tale interrogazione, così come è stato formulato dal gruppo parlamentare PD presieduto da Michele Catanzaro, partito che tra l’altro a livello provinciale ha come responsabile del settore sanità un esponente di punta del Comitato Civico Sanità di Sciacca.

Nell’interrogazione si chiedono chiarimenti in merito alla risoluzione delle diverse criticità che investono l’Ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera. presidio sanitario strategico per un vasto comprensorio montano che deve tra le altre cose affrontare difficoltà per lo stato non efficiente delle vie di comunicazione stradale.

Si fa presente che, come più volte denunciato dai sindaci e dalle associazioni presenti nel territorio, sono diversi i problemi registrati nella struttura ospedaliera di Ribera: dalla scarsa disponibilità di personale sanitario e di posti letto alla difficoltà di gestire le urgenze. Il presidio sanitario di Ribera nell’atto parlamentare viene definito strategico per un vasto comprensorio montano, che deve tra le altre cose affrontare difficoltà per lo stato non efficiente delle vie di comunicazione stradale.

Questa situazione di evidente carenza di servizi e di una precaria organizzazione, non adeguata alle esigenze sanitarie di un vasto territorio, secondo i deputati regionali del PD determinano un sovraccarico di accesso al vicino Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, che affronta anch’esso difficoltà soprattutto dal punto di vista della carenza di personale.

I parlamentari del Gruppo Pd all’Ars chiedono in conclusione ai rappresentanti del Governo regionale se sono a conoscenza delle criticità che investono l’Ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera e l’intero territorio e  se vi sia l’intenzione di porre in essere tutte le misure necessarie a risolvere celermente le problematiche esposte, al fine di garantire adeguati livelli essenziali di assistenza alla popolazione interessata.

Fin qui l’interrogazione indirizzata ai nuovi arrivati, il Presidente della Regione e l’assessore alla Sanità.

Quello che ci ha colpito è il fatto che dall’intera formulazione dell’atto non si coglie in alcun modo il fatto che i due presidi di Sciacca e Ribera costituiscono un’unica struttura ospedaliera, gli Ospedali Riuniti di Sciacca – Ribera, così come previsto dal decreto 11 gennaio 2019 di adeguamento della rete ospedaliera siciliana al D.M. 70/2015: nell’ambito del bacino 4 della Rete Ospedaliera siciliana l’Ospedale di Sciacca-Ribera è un Dea di primo livello, così come quello di Agrigento, a differenza di Canicattì e Licata che sono presidi di base.

Quella del Partito Democratico è solo una modalità espositiva poco felice? Oppure non sanno che Sciacca e Ribera costituiscono un’unica realtà ospedaliera, articolata in due presidi che dovrebbero avere unità operative integrate in modo di tener conto di questa unicità di struttura operativa al fine di assicurre il miglior servizio all’utenza?

Ci sembra proprio difficile che Michele Catanzaro non lo sappia, ma anche l’ipotesi della non felice formulazione dell’interrogazione ci lascia assai perplessi.

Appare ormai chiaro che qualcosa si sta muovendo nel complicato mondo della politica sanitaria attorno a questi due presidi ospedalieri: le dichiarazioni ormai contraddittorie sull’argomento sono ormai quasi all’ordine del giorno, e la formulazione dell’interrogazione del PD potrebbe far parte di questa realtà in movimento, tutt’altro che di forma.

Anche se le più recenti dichiarazioni in materia hanno puntato molto, sia a Ribera che a Sciacca, sull’idea del rafforzamento complessivo del presidio ospedaliero territoriale, non vorremmo che alla fine della fiera ci scappi l’ennesima fregatura: ossia che, in nome di una marcia indietro sulla programmata armonizzazione dei due presidi, si ritorni alla separazione dei due ospedali, con quello riberese che ottiene la qualifica di PS Zona Disagiata e quello di Sciacca che, magari, perde la qualifica di DEA I per retrocedere a presidio di base nell’ottica delle tanto declamate razionalizzazioni. Nessuno finora ha affrontato questa delicato argomento mettendo chiaramente le carte in tavola, ServireSciacca si permette di esprimere ad alta voce l’opinione che l’intera comunità territoriale dovrebbero mirare a pretendere di poter fornire insieme, come Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera, la possibilità di poter assicurare al territorio un servizio autenticamente DEA di I livello e magari, sempre insieme, assurgere al ruolo autonomo di Azienda, con o senza Castelvetrano.

Un pensiero su “IL FUTURO MISTERIOSO DEGLI OSPEDALI RIUNITI DI SCIACCA E RIBERA”

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