L a riunione odierna del Comitato Civico Sanità di Sciacca, convocata “per intraprendere azioni forti a partire da una informazione onesta e che metta al primo posto i bisogni reali di salute dei cittadini“, ha vissuto momenti di forte intensità, anche emotiva. L’interventi iniziale è stato del Coordinatore avv. Ignazio Cucchiara, di cui riportiamo in video:
così come riportiamo con quello finale, assai significativo nei suoi contenuti, del sindaco di Sciacca Fabio Termine, anch’esso ripreso in da ServireSciacca:
Poi, nel corso della riunione, ci sono stati numerosi interventi, tra i quali quello dell’on.le Margherita La Rocca, sindaco di Montevago e componente della commissione parlamentare Sanità all’ARS, che a fine riunione ci ha rilasciato in diretta l’intervista cui riconduce il link qui di seguito riportato:
E poi ancora portavoce del Comitato, Franco Giordano, dei coordinatori reti “Tribunale per i diritti del malato” e “Procuratori dei Cittadini” di Cittadinanzattiva, nonché di molti altri componenti del Comitato Civico, che hanno puntualmente descritto le cause dell’attuale stato comatoso della struttura ospedaliera del distretto, le possibili problematiche conseguenti all’eventuale riconoscimento del presidio ospedaliero di Ribera (a tutt’oggi riunito con quello di Sciacca come DEA di I livello) e tutte le gravissime manchevolezze e carenze che il DEA di I livello Sciacca -Ribera continua ad avere, per poi allargare la visuale alle possibile azioni da intraprendere, come città e come distretto, per ottenere una sanità pubblica ospedaliera in linea con gli standard assistenziali, quantitativi e qualitativi, di un ospedale DEA di I livello e tutti i necessari servizi sanitari che devono fargli da corollario.
Sono stati davvero tanti gli argomenti trattati e le valutazioni espresse, e come unica testata giornalistica che ha partecipato all’incontro ci prendiamo l’onere di evidenziarne alcuni in ordine sparso:
– quello che è stato definito l’impazzimento della politica nella gestione del business del sanità, tale da meritarsi il titolo di “cosche politiche”
– i doppioni senza ritegno di reparti anche nella forma di unità complesse, che rischiano di far deragliare il bene comune della salute pubblica
– le assunzioni per chiamata diretta e gli organici largamente incompleti del DEA di I livello
– le riunioni “segrete” in assessorato a dispetto della logica territoriale e distrettuale
– i medici del presidio ospedaliero di Sciacca comandati a dar man forte all’ospedale di Licata direttamente dal direttore sanitario di quest’ultimo
– reparti ospedalieri con 500 giorni di ferie arretrate
– dirigenti medici chiamati a svolgere le funzioni di primariato di cui si conosce il nome prima della selezione
– i lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso di Sciacca al momento sospesi
– le gravissime carenze di organico medico e ausiliario del tutto ingiustificabili
– servizi di fondamentale importanza per la salute pubblica, in primis la spoke unit, mai attivati nonostante ci fosse la previsione normativa per un DEA di I livello
– la scadenza ormai ravvicinata per disegnare la nuova “rete ospedaliera” e con essa l’esigenza di salvaguardare il DEA di I livello e di collegare Sciacca con Palermo anziché con Caltanissetta quale riferimento operativo di II livello
– l’esigenza di dare valore agli 8 milioni di euro spesi per il presidio di Ribera come “centro Covid” mantenendolo attivo per le pandemie e rifunzionalizzando alcuni reparti nell’ottica della complementarietà ottimizzata con Sciacca, per la migliore operatività di un DEA di primo livello
– l’assoluta anomalia di una riunione congiunta dei primari dei due presidi ospedalieri convocata, a detta del Commissario Zappia, dall’on.le Pace e con i primari muti come se avessero un bavaglio davanti lo sciorinare di numeri ed elencazione di concorsi fatto dal commissario Zappia
– il NON FARE del commissario straordinario Mario Zappia
– l’importanza della convenzione con l’ospedale di Palermo, che andrebbe rinnovata e potenziata
– la considerazione amata che molti cittadini non si servono più del presidio ospedaliero perché “hanno paura” per la carenza di servizi (quello di Sciacca è un ospedale morto, basta recarsi al CUP per rendersene conto”, ci ha detto ieri un primario)
– l’esigenza di una vera e propria mobilitazione popolare, coinvolgendo anche le categorie produttive, per rivendicare ciò che la sanità pubblica ospedaliera deve necessariamente assicurare, anche in un momento di crisi per la stessa come quello attuale
– l’importanza della “conferenza dei sindaci” e di quella parte di deputazione territoriale che vuole avere una visuale di distretto e non solo di comunità cittadina, per portare avanti un’azione di protesta, di rivendicazioni, di richieste e di pressione nei confronti dell’assessore alla Sanità Giovanna Volo, dimostratasi assai assai sensibile alle istanze territoriali nel caso del presidio di Ribera.
Il portavoce dell’associazione CAPURRO ONLUS ha da parte sua focalizzato l’attenzione sulla necessità di recuperare una necessaria autonomia da Agrigento attraverso un percorso che possa portare alla proposta e alla costruzione di un’autonoma AST ovvero AZIENDA territoriale SELINUNTINA, che nell’ottica di privilegiare la territorialità si estenda da Ribera fino a Castelvetrano.