Ospitiamo sul nostro giornale civico il contributo offerto alla riflessione pubblica dal consigliere comunale di Sciacca Giuseppe Catanzaro sulla delicatissima situazione della sanità pubblica ospedaliera del distretto di Sciacca e sulle sue possibili evoluzioni. Come giornale civico una delle nostre finalità è anche quella di favorire il confronto e il dibattito pubblico su questioni importanti dal punto di vista della tutela del bene comune e sicuramente la problematica ospedaliera lo è.
“ La questione ospedale sarà, nelle prossime settimane, all’esame del Consiglio comunale di Sciacca.
Sul punto sto cercando di farmi un’idea quanto più possibile dettagliata, seguendone i fatti e le dichiarazioni che nelle ultime settimane si vanno delineando e susseguendo.
Ad oggi, prescindendo dal tema ricorrente che tende a stigmatizzare, da più fronti, quanto sulla sanità non si debbano inseguire consensi elettorali (è già grave che si senta l’esigenza di specificarlo poiché dovrebbe in realtà essere una precondizione), è su tre punti precisi che sto concentrando la mia attenzione. Punti, in particolare, sollevati dall’ex presidente della commissione regionale sanità Margherita La Rocca Ruvolo, oggi deputato regionale, in occasione di una sua recente dichiarazione ad una nota emittente locale e dal deputato del PD Michele Catanzaro. Ma andiamo per ordine.
L’onorevole La Rocca Ruvolo, nel commentare la richiesta di ospedale Zona Disagiata inviata al Ministero, usa il condizionale nel dire che, tale richiesta, non DOVREBBE cozzare con le esigenze di crescita e di mantenimento del nosocomio saccense e non dovrebbe interferire sul riconoscimento di Dea di primo livello. Su questo, specifica, si terrà la guardia altissima.
Inoltre, da un incontro tenuto con l’assessore Giovanna Volo, del quale si evincono i contenuti attraverso una nota stampa redatta dalla stessa La Rocca Ruvolo e pubblicata da ilSicilia.it lo scorso 10 Gennaio “è emerso che questa ipotesi potrebbe far cadere la struttura di Ospedali riuniti di Sciacca e Ribera. Su questo punto ho chiesto un’attenta e dettagliata verifica”.
Già su questo primo passaggio sto, in realtà, cercando di capirci di più.
Perché, mi chiedo, tale richiesta potrebbe interferire nel Dea di primo livello? Perché usare il condizionale e non darlo come dato certo, rassicurando tutti a riguardo? Perché l’ipotesi potrebbe fare cadere la struttura di Ospedali riuniti?
In realtà è chiaro a molti quanto l’offerta sanitaria della rete ospedaliera attuale ponga, come elemento centrale, un rapporto di complementarietà tra l’ospedale di Sciacca e quello di Ribera.
Non è, invece, del tutto chiaro quanto i movimenti legati all’azione autonoma proveniente dal fronte riberese possano avere una ricaduta negativa sul nostro ospedale e quanto questo principio di complementarietà venga percepito, da qualcuno, come strutturale, come funzionale, come utile al territorio o come una mera formula, a quel punto ampiamente derogabile. Su questo, sicuramente, mi piacerebbe capirci qualcosa in più.
Sempre l’onorevole La Rocca Ruvolo (con la quale mi scuso per aver in qualche modo preso in prestito parte del suo ragionamento per sviluppare il mio, modesto e nei confronti della quale, tengo a specificare, nessuna di queste domande si intende posta particolarmente nei suoi riguardi) specifica che la nuova rete ospedaliera è già da riscrivere e da rivedere. Specifica, inoltre, che dal Ministero sono arrivate le indicazioni e che l’assessore Giovanna Volo ha già, a riguardo, parlato con i parlamentari e col Presidente. Poiché la rete di tre anni fa deve essere rivista, l’attenzione deve essere dedicata a questo preciso punto- dichiara il deputato- non trascurando di precisare che dal riconoscimento di Dea di primo livello del nostro ospedale non si deve tornare, a sua avviso, indietro.
Condividendo pienamente il passaggio che vede come punto centrale del ragionamento che dal Dea di primo livello non si deve tornare indietro e ringraziandola per questa netta presa di posizione (sarebbe gravissimo giustificare una scelta diversa), la curiosità maggiore mi sovviene sulla natura e sul contenuto delle indicazioni pervenute dal Ministero riguardo la nuova rete ospedaliera.
Di che indicazioni si tratta? Rispetto all’assetto precedente, fondato su principi ben definiti che definivano, inquadravano a loro volta, il rapporto tra ospedali riuniti, nell’ottica di una offerta sanitaria ottimizzata per il territorio, le nuove indicazioni ministeriali sulla rete ospedaliera che dovrà essere rivista, che dicono? In che direzione vanno? Quale principio seguono? Confermano l’assetto precedente o danno linee guida diverse?
Mi faccio queste domande, da non esperto in materia, consapevole del fatto che, al punto in cui siamo, ovvero nella situazione in cui il Dea di primo livello è un aspetto ancora dichiarato “su carta” e tutto da applicare, in cui partono richieste verso il Ministero che riguardano altri nosocomi vicini, senza la certezza che tali richieste non impattino negativamente su uno di questi, la rivisitazione di una rete ospedaliera ed i criteri sui quali basare tale modica dell’assetto, sono fondamentali nell’ottica di un dibattito sul tema. Se non ne conosciamo i contenuti, rischiamo di impostare un dibattito su un quadro generale superato, o comunque diverso da quel che sarà il quadro della nuova rete ospedaliera del territorio.
Mi chiedo, ancora, a riguardo se le indicazioni del Ministero siano in linea con il riconoscimento di Dea di primo livello dell’ospedale di Sciacca, se siano in linea con il contenuto della richiesta inviata allo stesso Ministero da Ribera o se, magari, sia partita una richiesta che già sappiamo cozzare con tali indicazioni inerenti alla rete ospedaliera del futuro prossimo, delle quali i parlamentari ed il Presidente già ne dovrebbero conoscere i contenuti.
A tutti questi dubbi, maturati dalle dichiarazioni di un importante esponente della maggioranza regionale, se ne aggiunge uno, probabilmente quello più importante, che mi è scaturito dall’intervista di ieri rilasciata ad una nota emittente locale dal deputato saccense del PD, Michele Catanzaro, il quale chiarisce, senza lasciar dubbio alcuno, che sarà in primissima fila, a combattere, per evitare lo smantellamento del nostro ospedale.
Importante e senza dubbio apprezzabile ma, mi chiedo, a concludere: la nostra battaglia deve essere orientata sulla conferma del riconoscimento e sull’applicazione concreta del Dea di primo livello o nell’evitare lo smantellamento del nosocomio?
Sono evidentemente due obiettivi radicalmente differenti, due battaglie diverse che partono necessariamente dall’avere chiaro verso quale rischio stiamo andando come nosocomio e quanto alto sia il livello di rischio. Rischiamo di non ottenere, nei fatti, l’applicazione di Dea di primo livello, o rischiamo, addirittura, un ulteriore ed ancora più grave passo indietro, tanto da parlare di smantellamento? Anche su questo, cercherò di capire di più. Al momento, ho solo una diffusa sensazione di confusione e sana preoccupazione.
Sono preoccupato e lo sono perché come classe dirigente della città, siamo tutti chiamati a rispondere con precisione e unità di intenti, di azione, senza esitazione o ambiguità alcuna.
In occasione del consiglio comunale che affronterà il tema, credo che toglierci questi dubbi sia importante per impostare una azione unitaria ed utile alla città e al territorio, sposando una strategia chiara e precisa poiché fondata su un’analisi realistica della situazione sanitaria nel suo complesso. Uniti si, ma consapevoli”.
ove richiesto ,il Comitato Civico per l ‘Ospedale di Sciacca,potrebbe essere d’aiuto almeno per chiarire alcuni punti visto che sta sul pezzo da sette anni.