Il dibattito di ieri sera in consiglio comunale sulla questione ospedaliera nel distretto sanitario di Sciacca è stato nel suo complesso deludente e povero di contenuti politici.

Ovviamente è questo un giudizio del tutto personale e quindi opinabile come ogni giudizio, ma francamente ci si attendeva ben più profondità di analisi, di determinazione e di visione prospettica su un tema assai caldo come quello ospedaliero, che rappresenta una delle maggiori emergenze cittadine e che negli ultimi mesi ha visto confrontarsi sul campo due strategie del tutto diverse sulla strada da percorrere per migliorare il livello di efficienza negli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera.

Invece no, si è preferito galleggiare in superficie, affidarsi alla fine ad una specie di compitino a casa, evitare discorsi e assunzione di posizioni che avrebbero potuto, chissà, urtare chi invece un certo modo di far politica e di ottenere risultati concreti ha dimostrato di saperlo fare e molto bene.

Ieri sera insomma, a mio modo di vedere, la politica capace di cambiare le cose è rimasta a casa ed è andata in scena l’altra politica, quella delle parole magari belle ma probabilmente inutili, che è importante dire o mettere su carta per il ruolo istituzionale che si ricopre, ma che ben difficilmente avranno la forza di cambiare il corso delle cose e delle criticità.

Qualche timido tentativo di dar voce a una sorta di acuto e di elevare il dibattito per la verità c’è stato, a mio modo di vedere da parte dei consiglieri Calogero Bono e di Giuseppe Catanzaro, ma non è stato raccolto dal consesso consiliare, che peraltro ha anche trascurato l’invito iniziale del Sindaco di individuare e poi indicare nel documento finale su quali criticità ospedaliere cercare di concentrare vigilanza e azione nel breve orizzonte temporale da qui a giugno con maggior priorità e determinazione.

Il lettore interessato a farsi un’idea propria sul dibattito consiliare di ieri sera può rivederne la registrazione della diretta effettuata da ServireSciacca attraverso il seguente link:

https://fb.watch/iVwW8E2Z48/

La discussione di questo delicato argomento era stata programmata già un mese addietro, e poi rinviata per il lutto familiare che in quei giorni ha colpito il Presidente del Consiglio Ignazio Messina. Il tempo intercorso ha probabilmente contribuito a togliere mordente al confronto, perché nel frattempo si è preso atto dell’avvenuta apertura del Pronto Soccorso generalista su Ribera e si sono spenti gli echi della riunione del Comitato Civico Sanità così come delle dichiarazioni in materia dei parlamentari regionali del territorio.

Ad inizio di seduta il Presidente Ignazio Messina ha comunicato che il Commissario straordinario ASP Mario Zappia aveva nel frattempo provveduto a riscontrare la richiesta rivoltagli dallo stesso Messina nella sua veste istituzionale, ossia di consentire al consesso consiliare di poter disporre del supporto di una documentazione informativa, prevalentemente su organici e concorsi già banditi o in corso di svolgimento, nonché sull’attività stessa svolta dal Commissario straordinario dell’ASP provinciale.

In tale contesto si è registrata la buona notizia che l’Assessorato Regionale alla Salute, al quale Zappia ha richiesto di essere autorizzato ad utilizzare le graduatorie di concorsi pubblici già esperiti per medici neurologi, al fine di reperire i 4 dirigenti medici che dovrebbero dar corpo alla nuova Unità Operativa Semplice di Neurologia su Sciacca, aveva chiarito al Commissario straordinario che le Amministrazioni possono utilizzare le graduatorie dei concorsi pubblici. Dovrebbe quindi diventare finalmente realizzabile quella Unità Operativa di Neurologia che è il presupposto per poter poi arrivare a disporre (almeno si spera…) della Stroke Unit. Nessuno in consiglio comunale ha comunque provato a chiedersi o a commentare perché mai il Commissario straordinario non si fosse finora attivato in questa direzione, e ci sia voluta una campagna di stampa per poter riaccendere la speranza che si possa concretizzare quell’inserimento nella rete Spoke Unit dell’emergenza che era stato concesso al nostro ospedale sin dal 2019.

A questo punto la consigliera Carmela Santangelo, della Democrazia Cristiana, ha comunicato al consesso che insieme al consigliere Nino Venezia, anche lui della D.C. e presidente della Commissione consiliare Sanità, avevano diligentemente preparato una bozza di documento da condividere con l’intero Consiglio Comunale, documento che è poi è quello approvato all’unanimità, con alcune modifiche, alla fine del dibattito.

Esso contiene in premessa una descrizione della situazione di difficoltà operativa in cui versa la struttura ospedaliera di Sciacca, poi una lunga ed analitica descrizione delle carenze di organico e infine una altrettanto analitica indicazione dei servizi che attendono di essere attivati.

Un lavoro sicuramente utile, che una volta approvato come documento consiliare può costituire una sorta di strumento di verifica per analizzare l’evolversi della situazione nel tempo, ma che non contiene traccia alcuna di un’analisi sulle cause gestionali e sulla responsabilità dell’attuale situazione ospedaliera nel territorio, che non traccia una ben definita strategia d’azione su cosa si intenda fare nel caso in cui gli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera continuassero a rimanere, così come adesso, un DEA di primo livello solo sulla carta e che non prova neanche a pronunziarsi su come sciogliere il nodo della complementarietà solo teorica tra Sciacca e Ribera.

L’elencazione contenuta nel documento approvato è assai analitica, ma comunque non completa. Vi mancano, e solo per fare due esempi che vengono in mente, la mancata attivazione della terapia antalgica della Scrambler Terapy, con un macchinario modernissimo dal costo superiore a 100 mila euro mai utilizzato, e il fatto che l’Ostetricia è priva di una sala operatoria adiacente alla sala parto e ubicata sullo stesso piano.

Gran parte del contenuto di questo documento approvato all’unanimità, che qui di seguito riportiamo interamente, avrebbe potuto essere un ottimo allegato tecnico ad un’ altro tipo di documento, molto più incisivo sotto il profilo politico, orientato all’indicazione di responsabilità manageriali e a tratteggiare una visione complessiva e auspicabile di sanità pubblica distrettuale. E a proposito di quest’ultimo aspetto non è passato inosservato un invito fatto al sindaco Termine dal consigliere Fabio Leonte di farsi promotore di un maggior coinvolgimento della conferenza dei sindaci e degli stessi consigli comunali del distretto affinché l’efficienza della sanità ospedaliera venga avvertita, monitorata e tutelata come un bene comune che riguardi l’intero territorio, e non tanto questo o quello specifico comune. 

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