Insieme con quella del Comitato Civico Patrimonio Termale, la voce del capo gruppo PD all’ARS on.le Michele Catanzaro è l’unica ad innalzarsi nel silenzio generale della politica e delle istituzioni che circonda l’ottavo anniversario della chiusura delle Terme di Sciacca.
L’esponente del Partito Democratico in una nota a sua firma evidenzia come dai dati Federterme sia emerso che il 2022 per il turismo termale ha segnato la ripresa del settore dopo gli anni della pandemia. Il comparto in Italia ha fatturato oltre 600 milioni di euro, segnando un +36% rispetto al 2021. Inoltre, la Fondazione per la ricerca scientifica termale sta lavorando con assiduità sulla riabilitazione termale respiratoria e motoria perché la comunità scientifica ha dimostrato come le cure termali accelerano i tempi della ripresa. Secondo le stime condivise da Federterme, già nel 2023 il turismo medicale in Italia dovrebbe crescere del +46%”.
“Sono numeri importanti ma purtroppo gravemente impietosi per la Sicilia – prosegue il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro -. In tutta Italia, tranne che in Sicilia, il termalismo viaggia ormai da alcuni anni insieme al mondo del benessere, offre lavoro e opportunità di crescita economica. Le Terme Regionali di Sciacca e Acireale sono chiuse rispettivamente da 8 e 14 anni, il loro futuro rimane incerto mentre il lungo periodo di inattività ha deturpato gravemente un patrimonio di ricchezza economica, ma anche di storia e cultura”.
“Negli ultimi anni per le Terme Regionali siciliane la parola chiave è stata privatizzazione, ma il rilancio – dice Catanzaro – è stato solo a parole, trasformato invece in una lenta agonia con gravissime responsabilità politiche. Si è andati avanti con incertezza programmatica, tra proposte di bandi fatti male e andati deserti, tra legittime proteste delle città private di questa eccezionale risorsa e assurdi atteggiamenti di indignazione da parte del governo regionale”.
“In cinque anni ho richiamato decine di volte l’ex presidente Musumeci e l’ex assessore all’economia Armao alle loro responsabilità – aggiunge Catanzaro – ma mentre il primo si è sempre limitato a sottolineare gli errori del passato ed a promuovere inutili slogan propagandistici, il secondo è sembrato costantemente appannato sul da farsi. Entrambi non hanno fatto nulla per mantenere le promesse fatte quando visitavano le Terme in stato di degrado. Nel 2021 emerse la possibilità che ad acquistare le Terme di Sciacca e di Acireale fosse Inail, ma tutto sfumò, come è sfumata la recente possibilità di riqualificare le due strutture con i fondi Pnrr. Oggi, nei giorni dell’ennesimo anniversario di chiusura delle Terme pubbliche regionali di Sciacca e Acireale – conclude Catanzaro – rinnoviamo l’invito al Presidente Renato Schifani di illustrare i piani del suo governo per riaprire il percorso di privatizzazione e smentirci rispetto alla sensazione che non vediamo una inversione di tendenza rispetto ai danni prodotti nei confronti del turismo termale dal precedente governo di centrodestra”.