“I beni culturali devono essere riconosciuti, conservati e protetti per essere trasmessi alla posterità, ma devono essere anche divulgati, utilizzati e resi fruibili e accessibili”.
Il saccense Mariano Rossi costituisce una rara eccellenza nell’arte della pittura. Venuto al mondo il 7 dicembre 1731 in C.so Vittorio Emanuele come Mario Antonino Russo, fu protagonista della cultura artistica della penisola nella seconda metà del Settecento.
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Le sue doti furono riconosciute inizialmente da un grande maestro locale, Gaspare Testone, che rappresenta la massima parte della pittura settecentesca a Sciacca. Egli ne scoprì il talento e fece perfezionare il suo discepolo a Palermo, poi a Napoli e infine a Roma.
Mariano Rossi, nella capitale ebbe gloria e morte. A soli 23 anni ottenne l’ambito premio della prestigiosa accademia di San Luca di Roma. Rimase sempre legato all’accademia tanto da essere eletto accademico di merito e anche censore.
Ebbe importantissime commesse direttamente da sovrani ed eccezionali autorità come cardinali, principi e ricchi borghesi.
A Torino realizzò gli affreschi della seconda camera degli archivi del Palazzo Reale per volere del re di Sardegna Carlo Emanuele III (1770-71).
A Roma, ricevette dal principe Marcantonio IV Borghese, la commissione gli affreschi del salone d’ingresso di villa Borghese (1776-79).
A Caserta, nella Reggia, l’affresco raffigurante il Matrimonio di Alessandro Magno e Roxane (1787) fu commissionato da re Ferdinando IV di Napoli.
In moltissime città lasciò la sua impronta grazie a una vastissima produzione di opere. Per chi volesse, ecco un elenco di tutte le sue opere in Italia e oltralpe e che lo hanno consacrato tra i più grandi della pittura:
https://it.wikipedia.org/wiki/Mariano_Rossi#Opere
Veniamo a Sciacca, secondo quanto testimonia Ignazio Scaturro, “non pochi suoi lavori son posseduti dagli eredi del marchese di San Giacomo e da altri privati, mentre altri grandi suoi quadri d’altare adornano le chiese”.
Negli anni 1767-1768 operò a Sciacca lasciando una onorata memoria di sé. Vediamo dove.
Chiesa delle Giummare:
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Chiesa del Purgatorio: La Vergine che consola le anime, opera che è stata trafugata negli anni Ottanta.
Chiesa di San Francesco di Paola:
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Il suo talento e il suo ingegno furono davvero notevoli. Magistrali sono considerati i suoi colpi di pennello, che esprimono tutta la sua arte e stupiscono con grandi effetti decorativi grazie al colorito fresco e vigoroso. Gli storici ci riferiscono che il nostro concittadino elaborò una vera e propria metodologia di lavoro attraverso un enorme quantità di bozzetti e disegni preparatori.
Di lui colpisce la modestia. In una lettera autografa, appartenuta dal Conte Francesco Hernandez di Erice, il maestro Rossi scrisse al sacerdote Don Giuseppe Falco da Trapani: …talento che Dio mi ha dato, e che non merito…
Egli meriterebbe invece di essere approfondito in ambito locale con un posto più rilevante nella memoria di noi saccensi. Già nel 1864, il Sacerdote Giuseppe Vento voleva impedire il pericolo del biasimevole silenzio e si pose come obiettivo di dedicargli un elogio biografico: lungi pertanto dal credermi capace di intrecciargli una corona degna del di lui merito, mi contenterò di spargerli alcuni fiori sulle sue ceneri in attestato del devoto mio ossequio…
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Molti studiosi ritengono che ancora non sia stato recuperato ed attribuitogli tutto il suo lavoro artistico la cui produzione è immensa. A Sciacca, questo grande artista non è riconosciuto a dovere. Nel passato addirittura le sue opere giacevano nei magazzini. L’unico teatro a lui dedicato non esiste più (ma questa è un’altra storia) e la sua lapide commemorativa necessita di una ristrutturazione. È davvero un paradosso che a Villa Borghese a Roma ci sia una sala a lui dedicata, il Salone di Mariano Rossi con cui ottenne la sua immortalità, e invece a livello locale solo una piazza adibita a parcheggio e l’Istituto Comprensivo Mariano Rossi.
Sempre rimanendo a livello locale incidono negativamente la frammentazione delle sue opere di proprietà dell’Arcidiocesi di Agrigento (rispettivamente collocate al Fazello, al Mudia e nell’ufficio dell’Arciprete di Sciacca) e la scarsissima fruibilità delle chiese delle Giummare e del Purgatorio.
L’attuazione di una seria politica culturale integrata di gestione del patrimonio potrebbe ampliare la nostra offerta turistica. La Regione dovrebbe finanziare questo percorso di valorizzazione del pittore affinché con le sue opere rimanga immortale.
Si potrebbe ad esempio realizzare un itinerario “rossiano” che abbia come filo conduttore le sue opere in Sicilia oppure organizzare un festival dell’arte a lui dedicato. Sarebbe anche auspicabile commissionare una copia del suo ritratto, che si trova nella biblioteca comunale di Palermo insieme ad altri 373 siciliani illustri.
Risulta evidente, in conclusione, come non sia sufficiente disporre di un grande patrimonio artistico, ma sia anche necessaria la sua migliore valorizzazione sotto il profilo artistico e turistico.
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Bravissima la nostra Filena. Un articolo davvero interessante.
Brava! Continuate nell’ opera di divulgazione! Magari chi di dovere aprirà finalmente gli occhi! Ecco spiegata la così detta ” fuga dei cervelli”…drammaticamente attuale😪😘